Grazie, Presidente. Stiamo discutendo di una questione molto delicata e molto seria: io ho cercato di fare attenzione a tutti i colleghi e le colleghe che sono intervenuti prima di me. Abbiamo sentito parlare di sovraffollamento delle carceri, abbiamo sentito parlare di qualità dell'esecuzione della pena, abbiamo sentito parlare di rischio radicalizzazione, abbiamo sentito anche parlare di quell'altro delicatissimo problema che è l'esecuzione della pena di cittadini italiani all'estero. Ma abbiate pazienza, colleghi e colleghe, tutto ciò che c'entra con l'oggetto preciso di questa, di queste mozioni ? Perché l'oggetto di questa mozione, come quasi tutti hanno ricordato e come ha sottolineato il sottosegretario Migliore, è l'istituto previsto dalla Convenzione di Strasburgo. E questo istituto, a meno che qualche forza politica non si assuma onestamente la responsabilità intellettuale e culturale di snaturarlo o tentare di snaturarlo, è previsto a conforto, a sostegno di chi deve scontare la pena.
La Convenzione di Strasburgo prevede inevitabilmente il consenso del detenuto, perché questo istituto, al quale noi come Repubblica italiana giustamente aderiamo e sosteniamo, è un istituto che raccoglie il valore costituzionale che per noi ha l'esecuzione della pena e cioè, per quanto sia possibile, il riscatto della persona, il riscatto del detenuto. Quindi, si presume che l'esecuzione della pena possa maggiormente rappresentare la possibilità di riscatto se questa pena viene vissuta, viene scontata, nel Paese d'origine, cioè nel contesto familiare e sociale dal quale quella persona proviene. È questo il valore, è questo il significato, di questo istituto.
Il Governo italiano, il Ministro Orlando, il sottosegretario Migliore con le sue parole, hanno ribadito questo, e noi con la nostra mozione vogliamo dire al Governo, a sostegno della posizione espressa dal sottosegretario Migliore, a sostegno del lavoro fatto dal Ministro Orlando, che è importante tenere il punto. È importante distinguere gli strumenti. Certo che il Governo deve continuare nel lavoro che si sta facendo, in un contesto molto difficile, sul tema del sovraffollamento, sul tema dell'esecuzione della pena. Io ho in mente, per avere con lui rapporti diretti anche in relazione della Commissione parlamentare antimafia e del lavoro che stiamo facendo, l'impegno del capo del DAP, Santi Consolo, su questo, sul tema della qualità dell'esecuzione della pena. Certo che dobbiamo continuare a lavorare su tutto ciò, ma bene fa il Governo ha tenere il punto: questo istituto serve a consentire al detenuto straniero che deve scontare la pena in Italia, qualora lo ritenga, di essere portato nel suo Paese d'origine per scontare lì quella pena.
Questo è l'oggetto della nostra mozione e mi confortano i pareri che il Governo ha espresso su questi punti e su quelli analoghi delle altre mozioni (il nostro gruppo, il Partito Democratico, voterà in conformità ai pareri espressi dal Governo sulle mozioni, sui punti concreti di queste mozioni). Mi conforta il fatto che il Governo abbia tenuto questo punto di grande civiltà democratica, di grande civiltà costituzionale.
Piuttosto, faccio ancora una volta miei gli auspici del Governo, e segnatamente del Ministro Orlando: in Senato è fermo ormai da molto tempo quel provvedimento che contiene norme importanti sul processo penale e sull'ordinamento penitenziario, un provvedimento che qualora diventasse legge, e noi dobbiamo fare di tutto perché questo avvenga e avvenga in tempi quanto più brevi, aiuterebbe eccome su quegli altri profili. Ma intanto su questo punto, sull'esecuzione della pena del cittadino straniero nel suo Paese di origine, bene fa al Governo a continuare nella direzione intrapresa e noi con la nostra mozione lo invitiamo, semmai, a dare maggiore informazione sulla possibilità di adoperare questo istituto. Lo invitiamo a insistere perché si firmino e si ratifichino ulteriori Trattati bilaterali. Lo invitiamo a relazionare puntualmente in Parlamento su questo, ma facendo salva, ancora una volta, la
nostra cultura democratica e costituzionale sulla pena che non è una vendetta sociale, che non è uno strumento surrettizio per rispedirli a casa. Qualora meritino di essere espulsi, il nostro Paese ha gli strumenti per espellerli e anche gli ultimi interventi del Ministro Minniti in questo senso ci confortano e vanno in questa direzione. Ma guai a usare uno strumento in maniera surrettizia per un altro scopo. Questo è uno strumento di grande civiltà giuridica, democratica e costituzionale e così noi vogliamo difenderlo e bene fa il Governo a tenere il punto.