Post su facebook di Laura Coccia
"I soliti blitz notturni servono a disorientare giornali, elettori, tifosi, ma stamattina, qualcuno ci dirà cosa resta del Progetto Stadio della Roma dopo il dietrofront di Grillo e della Sindaca Raggi?", lo scrive stamane su facebook la deputata Pd Laura Coccia, all'indomani dell'approvazione del nuovo progetto dello stadio a Tor di Valle da parte della giunta cinque stelle capitolina.
"Abbiamo capito che lo stadio si farà a Tor di Valle, in barba a quanto proclamato dal comico genovese. Abbiamo capito che verranno dimezzate le cubature, scontentando sia i grillini pro che i grillini contro.
Quello che ancora non abbiamo capito è quanto ci rimetterà Roma e i romani. Quali opere pubbliche rimarranno?
Sembrerebbe scompaiano importanti interventi per la mobilità, come lo svincolo sulla Roma-Fiumicino, i ponti sul Tevere e che degli interventi sulla Roma Lido rimangano solo quelli finanziati dalla Regione.
Si va verso la costruzione di quella cattedrale nel deserto che temevamo e più volte abbiamo denunciato nel tentativo di scongiurarla.
Cadrebbe poi la delibera della precedente Giunta, comportando due importanti conseguenze: scompare la pubblica utilità, allungando i tempi del nuovo progetto, e soprattutto si ritorna a una vecchia pratica che tanto male ha fatto alla nostra città.
Il privato potrebbe costruire le opere accessorie allo stadio, ma fondamentali per la vivibilità del quadrante, in due fasi. Questo era un punto innovativo del precedente accordo, stralciato dai grillini.
Questo rende plausibile il rischio di un ritorno al passato, quando opere come strade, servizi e altro, a carico del privato, venissero costruite solo dopo aver costruito l’opera principale, con un ritardo notevole e una ricaduta sulla qualità della vita dei cittadini.
Tutto, però, ancora da vedere e capire quale sarà il peso, sui romani e sulla città, del dietrofront grillino e quali saranno i tempi di realizzazione di quelle poche opere pubbliche rimaste all’interno del progetto.
Lo scopriremo solo quando passerà dalle pagine Facebook agli atti ufficiali, nelle sedi opportune (e non sul sacro blog), oppure qualcuno, che prima ci ha illuso col referendum, pensa di rendere partecipi i romani prima?