A. C. 2352 e abbinate
Dichiarazione di voto finale
Grazie, Presidente. Affronto, affrontiamo con grande rispetto questa discussione. È una discussione importante, che riguarda le nostre istituzioni, che riguarda il nostro Paese. Non siamo qui per un capriccio; siamo qui perché in questa legislatura siamo stati più volte tutti richiamati a fare la legge elettorale. Abbiamo cominciato questa legislatura dicendoci tutti che avremmo fatto la legge elettorale, lo abbiamo sentito nelle parole di due Presidenti della Repubblica che si sono insediati in questa legislatura, lo abbiamo sentito nelle bocche di tutti i segretari e di tutti i leader di partito. Questo non è stato possibile per diversi motivi, ma noi questo lo dobbiamo fare, lo dobbiamo fare prima della scadenza di questa legislatura. È un nostro dovere, non è una nostra scelta.
Ho sentito qui parole paradossali. Guardi, ho sentito dire: “l'inciucio”. L'inciucio ci sarebbe se noi facciamo una legge elettorale con Forza Italia e con la Lega, non c'è se facciamo la legge con il MoVimento 5 Stelle. Quello è un accordo, il resto è un inciucio. Ho sentito dire: “una legge incostituzionale”, senza dirci in cosa è incostituzionale. È incostituzionale perché non piace. Ma scusate, non lo dice Rosato, lo dicono costituzionalisti preparati: fanno le critiche, dicono che è meglio un'opzione piuttosto che l'altra, meglio il voto disgiunto che il voto unico, meglio una scelta, meglio le preferenze che i collegi, ma nessuno dice che è una legge incostituzionale. Dite che è una legge che non vi piace, dite che è una legge che non vi conviene, dite che vi fa comodo fare la campagna elettorale sulla legge; non dite che è una legge incostituzionale, perché è falso. Non abbiamo inventato niente in questa legge elettorale, abbiamo preso formule già esistenti, tutte, e le abbiamo messe qui.
Peraltro, voglio fermarmi su due questioni che sono state all'interno delle tante oggetto di dibattito. La prima, la scelta dei parlamentari. Per noi la scelta e il rapporto tra il parlamentare e il territorio è indispensabile, è un elemento fondativo del nostro partito. Io rivendico che nel nostro gruppo, qui, ci sono colleghi, i colleghi del mio gruppo sono gente che è in rapporto con i loro concittadini, li conoscono, li hanno votati, li hanno scelti nei consigli comunali quando sono entrati nei consigli comunali, li hanno scelti alle primarie, hanno fatto i sindaci, hanno fatto gli amministratori locali, conoscono i loro colleghi, conoscono i loro concittadini. Noi abbiamo scelto una formula, abbiamo scelto la formula dei collegi, uninominali e plurinominali. Potevamo scegliere un'altra formula, quella delle preferenze. In un accordo tra otto gruppi politici abbiamo scelto un compromesso, siamo arrivati ai collegi, ma è un modo efficace per scegliere i parlamentari, è un modo trasparente, l'elettore se lo trova scritto sulla scheda.
Una scheda che parla di coalizione. È il secondo punto: l'elettore si troverà davanti la scheda elettorale sapendo chi andrà al Governo e potrà scegliere chi andrà al Governo, cosa che non si fa con un sistema proporzionale; lo dico io che sono stato qui, in quest'Aula, a difendere il sistema tedesco, dopo ci tornerò. Qui, invece, sapremo chi mandiamo al Governo, c'è un'opzione chiara: ci può essere una coalizione o ci può essere una lista che si presenta da sola - sono legittime entrambe le scelte - ma c'è un'opzione chiara di alleanze. Mi chiedo: ma voi con chi volete governare? Pensate di governare da soli? Non state facendo un imbroglio agli elettori, dicendogli: noi governeremo da soli? Voi fate un imbroglio ai vostri elettori. Chiedetegli scusa ai vostri elettori, quando gli dite che pensate di governare da soli. Io un'idea su con chi volete governare ce l'ho, ma non è questo il tema. La coalizione è alternativa al voto disgiunto. Lo dico anche a Roberto Speranza che apprezzo nell'amicizia che ci lega - mi permetto, Roberto - sono due cose alternative, due scelte legittime ma o fai la coalizione e noi vogliamo fare la coalizione, o fai il voto disgiunto perché chiedere di votare Rosato nel collegio e dopo il partito di Forza Italia non ha nessun senso e non ha neanche nessun senso chiedere di votare un partito a sinistra e poi scegliere un candidato che è da un'altra parte, perché, come lo spieghi agli elettori con chi governi il giorno dopo ? Lo dico con rispetto anche per l'opzione del voto disgiunto che c'è stato un dibattito tra di noi: ma abbiamo scelto la coalizione. Se avessimo scelto di non fare la coalizione e di andare ognuno con la sua lista, il voto disgiunto aveva un altro valore. Ma abbiamo scelto la coalizione. Io credo nella coalizione. Penso che noi potremmo fare un'esperienza nuova di centrosinistra, anche se le coalizioni non sempre hanno funzionato. Noi ce lo ricordiamo perché le coalizioni non sono formule elettorali, non basta scrivere bene la legge elettorale: bisogna poi costruire gli accordi e noi su questo abbiamo mancato. Noi, loro, il centrodestra anche, coalizioni che si dissolvono il giorno dopo: dobbiamo farla su un programma ma dobbiamo farla su persone che sanno stare insieme. Ripeto: che sanno stare insieme.
Abbiamo messo la fiducia sul testo e rivendico e ringrazio il Presidente del Consiglio perché è stato coerente con quello che ha detto. È troppo facile dire il contrario. Ripeto che è troppo facile dire il contrario. Il Presidente Gentiloni è venuto qui e ha detto: non staremo alla finestra, cercheremo di accompagnare e di facilitare il percorso sulla legge elettorale. Il Governo ha fatto questo quando noi gli abbiamo chiesto di intervenire perché la forzatura non sta nella fiducia: la forzatura sta in centoventi voti segreti con cui voi pensavate di scrivere la legge elettorale. Lì c'è la forzatura: centoventi voti segreti! Il voto segreto doveva scegliere se fare la coalizione o meno? È un voto di coscienza decidere se lo sbarramento è al 3 o al 5 per cento? È un voto di coscienza decidere le pluricandidature? Non è un voto di coscienza: è un voto politico . È il voto politico che noi chiediamo sulla legge elettorale. Guardate, se io devo ritrovare una forzatura che abbiamo fatto con la fiducia, la trovo sulle unioni civili e la rivendico quella forzatura, ma non sulla legge elettorale perché in quel caso abbiamo parlato di temi che non hanno solo una valenza politica!
Riguardo alla legge elettorale - lo dico al collega Di Maio - Luigi, il “Dimaiellum” non veniva fuori bene: quindi non so se il “Rosatellum” passa alla storia ma il “Dimaiellum” non veniva fuori bene. Però vi dico: lasciamo perdere i precedenti, lasciamo perdere Mussolini, lasciamo perdere De Gasperi che forse è un “golpista in via di beatificazione”, quindi forse lo lascerei stare De Gasperi. Ricorderei solo che nel 1990 la Presidente Iotti, mettendo la fiducia sull'emendamento che voleva introdurre l'elezione diretta dei sindaci, spiegava - a chi le faceva l'obiezione che sulla legge elettorale non si mette la fiducia - che il Regolamento era questo e, se c'era la fiducia su un aspetto di legge elettorale, la fiducia poteva essere messa. Niente di grave, niente di nuovo, non abbiamo inventato niente: 1990, Nilde Iotti. Però, guardate, c'è un merito se oggi siamo qui a discutere della legge elettorale e questo merito non è dei partiti che la sostengono ma dei partiti che non la sostengono perché qui ci siamo arrivati per merito di MDP e per merito del MoVimento 5 Stelle perché in questa Camera avevamo intrapreso il percorso lungo e faticoso per arrivare a una legge elettorale a giugno quando con voi avevamo scritto un modello che vi andava bene, dopodiché, poiché fare un accordo politico per voi è incompatibile con il vostro modo di fare, avete dovuto bocciarlo. Ma ve lo ricordate? Non te la prendere, ma se c'è un papà della legge elettorale - che sarei io -, Fico è la mamma della legge elettorale perché il “Rosatellum” l'ha voluto Fico quando correva gridando “evviva” sulla legge elettorale. E voi, colleghi a sinistra, siete riusciti a votare contro l'accordo sul Trentino Alto-Adige che fu Pier Luigi Bersani a firmare con SVP pur di votare contro il PD e anche voi esultavate per aver bocciato l'accordo sul sistema di voto di tutela della minoranza tedesca!
E allora ritengo che, quando ci sono due forze politiche come le vostre che preferiscono andare a votare con il Consultellum, lo dovevano dire con chiarezza. Voi l'avete quasi detto; ma loro no: loro hanno continuato. Avete detto che volevate il Mattarellum quando il Mattarellum non era all'ordine del giorno; quand'era all'ordine del giorno in Commissione, ci avete detto: no, non vogliamo il Mattarellum. Quando eravamo sul tedesco, avete detto: no, il tedesco non lo vogliamo. Avete sempre detto no qualsiasi cosa proponevamo. E io penso che non si costruisce una legge elettorale in questo modo. Ripeto: non si costruisce una legge elettorale così.
Io rivendico il risultato di aver fatto una legge elettorale insieme, con una maggioranza ampia, tra avversari politici e non tra nemici. Mi permetta, Presidente, di chiudere perché questo è uno degli ultimi atti della legislatura: abbiamo altre cose importanti da approvare nelle prossime settimane ma andiamo verso la chiusura della legislatura per scadenza naturale, peraltro. Credo che noi abbiamo una responsabilità davanti agli italiani e la responsabilità è quella di non trasformare lo scontro politico in una guerra. Oggi qua fuori c'è stato un parlamentare che ha detto: lì dentro ci sono delle bestie. Questo non è accettabile ma lo dico senza rancore. Ripeto che lo dico senza rancore: non si rappresentano gli italiani con la guerra; si rappresentano gli italiani con lo spirito di servizio e noi lo spirito di servizio ce l'abbiamo messo tutto per fare questa legge elettorale.