Presidente, stiamo parlando - lo ricordava la relatrice nella sua introduzione - di un provvedimento di emergenza, di carattere transitorio, che ha l'obiettivo di estendere il prestito-ponte fino alla fine di ottobre, allo scopo appunto di permettere una cessione ordinata ed efficace della compagnia. Ed è un provvedimento, questo di cui parliamo, su cui siamo naturalmente d'accordo, non soltanto perché nasce dall'attività del Governo precedente, migliorata poi, lo ricordava la relatrice, al Senato nella Commissione speciale, ma anche perché il provvedimento corrisponde a quanto serve oggi, in questo momento, per la questione di cui parliamo.
Però, nell'occasione, la discussione di questo decreto-legge io credo possa essere anche più ampia, ovvero possa essere una discussione sull'obiettivo finale che ci poniamo relativamente ad Alitalia e che nello specifico si pongono le forze che attualmente governano il nostro Paese, e quindi la maggioranza parlamentare. Ed è questa, dell'obiettivo finale relativo ad Alitalia, una questione sulla quale ci permettiamo ancora una volta di sollecitare l'espressione di un'opinione da parte della maggioranza di Governo, affinché la stessa maggioranza faccia sapere a questo Parlamento, faccia sapere al Paese, faccia sapere alle 21 mila famiglie il cui futuro è legato direttamente o indirettamente ad Alitalia quale sia la sua opinione in merito al futuro della compagnia aerea. Perché finora - lo dobbiamo dire con franchezza - abbiamo assistito soltanto (e siamo ormai a più di tre mesi dal voto del 4 marzo), da parte delle forze di maggioranza, alla ripetizione di formule elettorali relative ad Alitalia: affermazioni inevitabilmente generiche, che hanno alluso alla possibilità di un intervento dello Stato, alla possibilità di una nazionalizzazione, alla possibilità di un salvataggio. Per carità, in campagna elettorale se ne dicono tante ed è anche inevitabile che questo tono di campagna elettorale prosegua, magari un po' con un eccesso di calma e rilassatezza rispetto, invece, all'urgenza che sarebbe necessaria su questa così come su tante altre questioni; ma sappiamo anche che i toni da campagna elettorale (e stiamo parlando di Alitalia) contengono un rischio molto preciso, il rischio di prendere in giro gli italiani e di prendere in giro le tante famiglie (ne ricordavo poc'anzi il numero) il cui futuro dipende da Alitalia. Perché sappiamo bene in quest'Aula e fuori da quest'Aula quale sia stata la storia di Alitalia: come Alitalia sia stata oggetto di antichi vizi di un'antichissima politica, per cui si agitava un po' a caso la bandiera italiana per coprire mire personali e mire politiche, si faceva pagare ad ogni contribuente italiano il costo di operazioni che poi avevano utilità molto piccola, molto limitata, e servivano per l'appunto a coprire obiettivi politici. E soprattutto una storia in cui si è ripetuta varie volte l'incapacità di scommettere sull'integrazione internazionale, l'incapacità di scommettere sulla qualità competitiva di un servizio fondamentale per la nostra economia, per i nostri cittadini.
Gli obiettivi per quanto riguarda il Partito Democratico sono molto chiari: li riassumo, con una banalizzazione che mi perdonerete, fondamentalmente in due temi. Innanzitutto l'obiettivo di mantenere in Italia la sede logistica di una grande compagnia aerea che deve continuare ad essere fondamentale per il nostro sviluppo economico e anche per salvaguardare i livelli di occupazione che tale compagnia attualmente contiene. L'altro obiettivo è avere in Alitalia una compagnia che sia finalmente inquadrata in una grande alleanza internazionale che ne permetta la sostenibilità funzionale ed economica. Sono obiettivi di buonsenso, obiettivi semplici, obiettivi ai quali abbiamo orientato la nostra attività di Governo quando eravamo al Governo del Paese e che oggi ci permettiamo di sollecitare come obiettivi possibili per l'azione della nuova maggioranza di Governo perché - davvero concludo - questa discussione può essere l'occasione per sollecitare l'attenzione del Ministro Di Maio affinché ci dica davvero cosa vuole fare di Alitalia. Può essere anche l'occasione per sollecitare il Ministro Toninelli ad applicare la sua straordinaria e famosa capacità di concentrazione anche su questo argomento, perché il Ministro dei trasporti e delle infrastrutture ci dica cosa vuole fare di Alitalia. Lo vogliamo sapere noi del Partito Democratico, lo vuole sapere il Parlamento e lo vuole sapere il Paese perché la storia di Alitalia non merita di finire nel silenzio o nell'eco ripetuto molto a lungo di promesse elettorali che hanno davvero fatto il loro tempo.