“Quello chiamato Dignità è stato un decreto molto annunciato. E’ stato presentato come una rivoluzione copernicana. Addirittura la ‘Waterloo’ del precariato secondo il ministro Di Maio. Ora, già a un primo sguardo emergono diversi problemi”. Lo dichiara Gianluca Benamati, vice-presidente della Commissione Attività produttive della Camera, a proposito del decreto Dignità.
“Il Jobs Act – spiega - viene modificato nel senso di rendere più corti, più complessi e più onerosi i tempi determinati e non più favorevoli i tempi indeterminati. Una misura, quindi, che può essere potenzialmente nociva per l'occupazione. In ogni caso si tratta di una modifica, e di non una cancellazione della norma come promesso in campagna elettorale. Sulle delocalizzazioni, multe salate. Ma non è chiarissimo né cosa si intenda per ‘delocalizzazione’ né quando la fattispecie si verifichi: quale riduzione occupazionale dà avvio alla sanzione? E verso quali Paesi, considerato che quelli interni alla UE godono di una situazione particolare in termini di diritto? Sono prevedibili molti contenziosi e, a mio giudizio, un rallentamento di investimenti esteri in Italia. Per quanto riguarda spesometro e split payment, seppur modificati, restano in vita. In contrasto, quindi, con quanto promesso da Di Maio davanti a Confartigianato”.
“Un nota positiva è la proibizione della pubblicità sul gioco d'azzardo. Ma basta questo per rendere positivo un decreto tanto atteso? Direi di no. Più che decreto ‘dignità’ quello di Di Maio è il decreto ‘benvenuti nella realtà’. Al netto delle iperboli retoriche, non è un testo è all'altezza delle promesse elettorali e in molte parti rischia di fare danni”, conclude.