"L'audizione del Ministro Savona alle commissioni affari europei riunite di Camera e Senato conferma i nostri timori di una Italia che conterà sempre di meno in Europa": lo dichiara il capogruppo del Partito Democratico in XIV Commissione alla Camera, Piero De Luca. "Nonostante si sia a più riprese definito un tecnico, il Partito Democratico - prosegue De Luca - rileva che la linea politica espressa da Savona collide apertamente con la propaganda e con la linea politica del Governo che egli rappresenta. Parla di rafforzare l'Europa politica, di consolidare la zona euro (salvo lasciarsi scappare che sarebbe stato meglio per l'Italia non entrarvi mai a far parte), di creare una scuola europea o di stanziare più fondi autonomi all'Europa". "Delle due l'una, osserva il capogruppo Pd in Commissione Affari Europei della Camera: o Savona ritiene di essere una specie di visiting professor nel Governo Salvini-Di Maio e quindi parla a titolo personale, oppure ha fatto propria la politica dei due forni e dice cose diametralmente opposte a quelle del Governo che dovrebbe rappresentare". "Di questa natura anfibia se ne sono accorti anche i suoi - incalza De Luca - che, di fatto, lo hanno finora marginalizzato e commissariato viste le sue posizioni sull'Unione". "Zero risposte, dunque, nel merito degli addebiti mossi dal PD. Vaghi rinvii alle competenze degli altri Ministri, ad esempio sui passi indietro compiuti sul tema dei migranti. Nessuna rassicurazione sul fronte della zona euro in caso di mancate riforme, ma anzi scenari foschi e ben poco rassicuranti su un presunto Piano B, che saranno le famiglie e le imprese italiane a pagare", conclude il capogruppo Pd in XIV Commissione. "Il Ministro non si è visto, insomma; il Professore che si è presentato ha confermato tutti i peggiori presagi di una Italia, quella del Governo legastellato, più piccola, più debole e periferica, dopo il cammino faticoso fatto dai Governi Renzi e Gentiloni per metterci in carreggiata e stare a testa alta nell'Unione".