Le affermazioni di Toninelli e Di Maio tra ieri in audizione e oggi ai media confermano che il governo sta conducendo, sulla drammatica vicenda del Ponte Morandi, un cinico e spregiudicato gioco di potere che lascia sullo sfondo Genova, l’Italia e le sofferenze di questi giorni che restano senza risposta. Un gioco di potere condotto su due tavoli. Il primo nei confronti dell’opposizione: Toninelli e Di Maio si ergono come i nuovi arcangeli della giustizia, che con le loro spade fiammeggianti della retorica e delle bugie diffuse in ogni occasione vogliono cacciare dall’Eden del potere nel quale sono appena entrati tutti quelli che hanno avuto in passato responsabilità di governo. Si usa strumentalmente questa drammatica vicenda per tentare di scavare il solco tra un passato presentato come connivente (raccontando in proposito bugie e falsità) e un futuro che si rappresenta lindo e sicuro, incuranti delle contraddizioni e della complessità della vicenda. Il secondo gioco di potere è tutto interno alla maggioranza, tra il Movimento 5 Stelle lanciato a pieno vapore sulla nazionalizzazione, la Lega che frena imbarazzata e il commissario di governo che dice cose opposte a quelle del ministro Toninelli. Una sorta di “House of Cards” nella quale i bisogni di Genova, le emergenze degli sfollati, le soluzioni avanzate e proposte dagli enti locali sono rimaste tutte senza risposta in questo quadro cinico e imbarazzante.
Lo afferma Enrico Borghi, della presidenza del Gruppo Pd della Camera.