Presidente, lei, a inizio di questa seduta, ha chiesto scusa, e io ho apprezzato quel gesto; secondo me lei avrebbe dovuto chiedere anche scusa per l'atteggiamento avuto dal Ministro durante tutta questa seduta: dal tono comiziale, alle risatine, all'omertà (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Io credo che questo sarebbe stato un buon esempio, perché un atteggiamento simile non è tollerabile di fronte alle decine di morti che ci sono state. Il 14 agosto rimarrà una di quelle date indelebili nella memoria collettiva del Paese, una di quelle notizie di fronte alle quali ti senti stordito, perché non è possibile che nell'Italia del 2018 possa crollare un ponte e portare con sé tante vite. Su quel ponte ciascuno di noi, liguri, ma anche non solo liguri, è passato chissà quante volte per attraversare Genova; quel ponte era una via obbligata essenziale a connettere la città al suo interno e all'esterno. Il punto è proprio questo: il rispetto per quelle vite spezzate, per i numerosi feriti, per chi ha perso tutto in un assurdo 14 agosto 2018. Il modo migliore per onorare vittime e dolore è impedire a tutti i costi che muoia anche Genova. Genova ha saputo reagire in passato - l'hanno detto in molti - a tante, troppe tragedie della sua storia, ma questa volta rischia davvero di rimanere sotto quelle macerie, e con Genova il Paese intero, perché con la ricostruzione di quel ponte, che va fatta presto, si gioca il nostro futuro. Ed è una prova senza appello per tutta la classe dirigente: un Paese che vuole stare nel futuro e che accetta la sfida del futuro o un Paese che rinuncia al futuro, che si abbandona al cupio dissolvi della favoletta della decrescita felice. Questa sì che è una favoletta, o meglio è un alibi cinico di chi non vuole assumersi le responsabilità delle scelte (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). E mentre un doveroso ringraziamento - lo hanno fatto in molti - va alla generosa macchina dei soccorsi, dai Vigili del fuoco alle Forze dell'ordine, alle strutture sanitarie, alla Protezione civile, occorre ora un rigoroso accertamento delle responsabilità, perché quanto è accaduto non può essere una fatalità. Dobbiamo pretendere che i responsabili di questa tragedia vengano individuati e ne rispondano.Con il crollo del ponte centinaia di famiglie hanno dovuto lasciare le loro abitazioni, è bloccata l'attività di molte aziende, sono state interrotte ferrovie, strade di collegamento della Val Polcevera, tutte le attività commerciali del quartiere sono in condizioni drammatiche; e poi c'è il porto, la sua economia, il suo futuro, una città da sempre industriale e logistica, e ora anche turistica, con un'orografia difficile e soffocata dalla mancanza di collegamenti moderni. Con il Governo Renzi, in rapporto con i governi locali di centrosinistra, si sono avviati i cantieri per la messa in sicurezza dal dissesto idrogeologico (Bisagno e Fereggiano), e negli anni precedenti sono stati avviati i collegamenti ferroviari (nodo e Terzo valico) per una nuova viabilità urbana con la strada a mare; nel 2015, Governo, regione e comune, governati dal centrosinistra - vorrei ricordarlo sia Salvini che a Di Maio -, hanno approvato la Gronda autostradale in conferenza dei servizi; un'opera che potrebbe partire subito se il Governo lo volesse, e che invece, con la scusa della valutazione costi-benefici (che c'è già) rischia di essere bloccata e di essere cancellata come priorità. E oggi il consiglio regionale di Genova non ha inserito la Gronda nelle priorità, questo significa che c'è una battuta d'arresto. È una preoccupazione che io ho anche per il Terzo valico, allora la domanda è molto chiara: potete assicurare alla città che il valico sarà completato e che la Gronda sarà realizzata? Non si era ancora abbassata la polvere del crollo del ponte Morandi e il Governo era già in TV e sui social a cercare nemici, a incolpare i Governi precedenti raccontando bugie e mistificando la realtà. Avete aumentato la confusione parlando di revoche, nazionalizzazioni di aziende di Stato, parlato lingue diverse tra MoVimento 5 Stelle e Lega, tra Governo nazionale e istituzioni locali; il Ministro Toninelli, commissariato da Di Maio e libero solo di farsi selfie in vacanza, diceva cose diverse dai suoi sottosegretari leghisti, in un balletto indecoroso che ha alimentato sconcerto e rabbia.Genova e il Paese hanno bisogno di risposte chiare. Avete deciso chi rifarà il ponte, in che tempi e chi lo pagherà; Di Maio sostiene che questo compito non può essere affidato agli attuali gestori. Alla città non interessa chi lo fa, ma quando si fa, e che i responsabili di questa sciagura paghino (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Si è parlato di azienda di Stato da coinvolgere, ma l'azienda di Stato, Ministro, può essere coinvolta a realizzare un'opera evitando procedure di evidenza pubblica? Aspettiamo risposte. Siamo in presenza di urgenze drammatiche; oltre al ponte sono interrotte vie fondamentali di comunicazione; strade, ferrovie. Quante risorse investirete a sostegno della viabilità cittadina e portuale? Quante risorse destinerete al sostegno delle imprese e del lavoro? Cifre, non discorsi! E poi, sosterrete la ZES e le altre cose che sono state dette? Il nostro atteggiamento - e in questo siamo molto diversi da voi - è stato fin dall'inizio improntato alla massima collaborazione, perché Genova viene prima di tutto, ma ci sono momenti in cui la chiarezza diventa un dovere, soprattutto quando si sono raccontate bugie. Avete sostenuto che il sistema delle concessioni fosse un regalo dei nostri Governi a privati: falso! Che il PD avesse ricevuto contributi dai Benetton: falso! Ma non avete ancora risposto perché nel 2008, con il Governo di centrodestra e con il voto di Salvini e della Lega, loro sì beneficiari di contributi dei Benetton (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) e oggi alleati a voi, si è regalato il 70 per cento degli aumenti tariffari ai concessionari, cancellando la normativa voluta dal Governo Prodi nel 2006 a garanzia di un ruolo pubblico maggiore. Avete provato a dare la colpa all'ex Ministro Delrio di avere prorogato le concessioni, e lo avete attaccato in maniera indegna, raccontando falsità. Lei, Ministro - e concludo -, in Commissione è stato costretto a dire la verità, che non c'era alcun prolungamento della concessione ma un impegno contrattato in Europa per realizzare investimenti e diminuire la remunerazione a favore dei concessionari (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Lei sa benissimo che il Ministro Delrio è stato il primo a volere la rivisitazione delle concessioni con il codice degli appalti che voi volete cambiare, perché allora avete scelto la strada della propaganda? È il tempo dei fatti, e io credo che un Paese moderno aggiusti ciò che si rompe mentre costruisce ciò che non si romperà per i prossimi cinquant'anni, di questo Ministro si ricordi.
Data:
Martedì, 4 Settembre, 2018
Nome:
Raffaella Paita