Al Ministro dell'economia e delle finanze . — Per sapere – premesso che:
il rapporto annuale «Infrastrutture strategiche e prioritarie – programmazione e realizzazione» certifica che nei primi 6 mesi del 2018 sono cresciuti del 43 per cento le aggiudicazioni e del 75 per cento gli importi aggiudicati delle opere pubbliche; in precedenza era già emerso che dal 2014 ad oggi si è registrato un aumento degli investimenti che è passato da 271 miliardi di euro a 300 miliardi di euro complessivamente;
nonostante i bandi di servizi di progettazione di opere pubbliche risultino in crescita dal 2013, con un'accelerazione a partire dalla seconda metà del 2016, soprattutto riguardo agli importi, in corrispondenza con l'entrata in vigore della nuova disciplina dei contratti pubblici, secondo autorevoli esponenti del Governo il codice va modificato, per realizzare, già con il prossimo disegno di legge di bilancio, «il più grande piano di investimenti della storia italiana»;
in attesa di verificare la fondatezza dell'ennesima promessa della maggioranza, può essere utile ricordare ciò che, nel frattempo, non è stato ancora fatto;
non sono stati ancora adottati dal Consiglio dei ministri i decreti di riparto dei 36 miliardi di euro per gli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese previsti per il 2018 dall'ultima legge di bilancio, perché l'attuale Governo ha ritenuto di non utilizzare lo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri predisposto dal Governo Gentiloni nella riunione del 22 febbraio 2018, che pure aveva ottenuto il parere favorevole del Consiglio di Stato e prevedeva, tra i principali settori di intervento, i trasporti su ferro, il trasporto rapido di massa e la mobilità sostenibile, l'edilizia scolastica e sanitaria, la ricerca scientifica e tecnologica, il potenziamento delle infrastrutture e i mezzi per l'ordine pubblico, la sicurezza e il soccorso, gli interventi per l'adeguamento sismico degli immobili pubblici e per la mitigazione del rischio idrogeologico;
nella nota di aggiornamento al documento di economia e finanza 2018 le risorse aggiuntive per investimenti si limitano a 0,2 punti di prodotto interno lordo nel 2019 che saliranno a 0,3 punti nel 2021, ben poco rispetto ai 150 miliardi di euro stanziati complessivamente dai Governi Renzi e Gentiloni, e già scontati ai fini dell'indebitamento netto, mentre l'unica vera proposta consiste nell'intenzione di costituire una task force sugli investimenti pubblici;
in attesa della costituzione dell'ennesimo organismo, risulta che le ultime delibere del Cipe siano state approvate il 26 aprile 2018 –:
come siano conciliabili i fatti citati in premessa con l'enfasi attribuita dal Governo al rilancio degli investimenti come fattore determinante ai fini della crescita.
Seduta del 10 ottobre 2018
Illustrazione di Chiara Gribaudo, risposta del governo di Riccardo Fraccaro, Ministro per i Rapporti con il Parlamento e la democrazia diretta, replica di Alessia Morani
Illustrazione
Grazie, Presidente. Oggi doveva esserci qui il Ministro Tria, ma pare ci sia qualche problema con i microfoni. Quando Tria sta per dire la verità sulla manovra gli vengono spenti i microfoni. È accaduto ieri in Commissione e oggi qui al suo posto c'è il Ministro Fraccaro ed è molto, molto grave. Mi spiace, ma il mio microfono lei non potrà spegnerlo.
Nel DEF avete scritto che farete 22 miliardi di deficit per fare sussidi e condoni, mentre solo lo 0,2 per cento del PIL sarà destinato a investimenti. Continuate, però, a dire anche che realizzerete il più grande piano di investimenti della storia italiana. E, allora, perché non avete fatto fino ad oggi, signor Ministro, nemmeno uno dei decreti attuativi per spendere i 36 miliardi di euro che il PD vi ha lasciato nella scorsa legge di bilancio, 36 miliardi che sono fermi e bloccati? E sa il motivo, Ministro? Perché fino ad oggi voi non avevate convocato ancora un CIPE, ma evidentemente la nostra interrogazione ha fatto il miracolo perché oggi è arrivata la convocazione del CIPE. Quindi, finalmente forse riuscirete a sbloccare queste risorse. Il problema, però, è che voi non ci dite cosa intendete fare per gli investimenti e per la crescita dei posti di lavoro nel nostro Paese…
Risposta del governo
Signor Presidente, colleghi deputati, rispondo al quesito posto dagli onorevoli interroganti sulla base degli elementi forniti dal Ministro Tria, impossibilitato a partecipare perché impegnato all'estero (e sto parlando del G20).
Desidero, anzitutto, esprimere vivo apprezzamento per l'occasione offerta dall'opposizione di illustrare le iniziative che il Governo intende assumere per il rilancio degli investimenti. Al riguardo, la procedura prevista dal DPCM di utilizzo del Fondo investimenti è stata modificata alla luce della sentenza n. 74 del 2018, con cui la Corte costituzionale ha dichiarato illegittima la mancata intesa con gli enti territoriali per il riparto del suddetto Fondo prevista nella legge di bilancio del Governo Renzi. Le risorse del Fondo investimenti, pari a 35,5 miliardi di euro - e, quindi, al netto dei 575 milioni per gli interventi urgenti a favore della città di Genova - sono in via di ripartizione attraverso un nuovo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri. Tale decreto è in fase avanzata di predisposizione e sarà adottato entro il 31 ottobre 2018. Inoltre, il Governo ha istituito un fondo per gli enti locali ai fini dell'utilizzo degli avanzi di amministrazione, con una dotazione complessiva pari a circa un miliardo di euro fino al 2021, per consentire ai comuni virtuosi di reinvestire le risorse sul territorio. Con il disegno di legge di bilancio 2019-2021 saranno poi previste ulteriori risorse aggiuntive per gli investimenti pubblici per un importo pari a un punto percentuale di PIL nel triennio, ovvero ulteriori 18 miliardi di euro attraverso l'istituzione di due specifici Fondi per gli interventi delle amministrazioni centrali dello Stato e per gli enti territoriali. Infine, con la stessa legge di bilancio sarà previsto un incremento delle dotazioni del Fondo sviluppo e coesione per complessivi 4 miliardi di euro per la programmazione di nuovi interventi.
Per questo Governo il rilancio degli investimenti rappresenta una componente strategica per perseguire obiettivi di sviluppo economico sostenibile e socialmente inclusivo. Intendiamo varare il più grande piano di investimenti degli ultimi anni per consentire al sistema Paese di ripartire dopo gli anni di austerity e di tagli. Questo piano sarà accompagnato dalla semplificazione burocratica, dalla riforma del codice dei contratti pubblici, dalla digitalizzazione dei servizi pubblici e dall'accelerazione dei processi civili, riforme strategiche che consentiranno di veicolare, con maggiore efficacia, gli investimenti che stiamo mettendo in campo. Unitamente allo stanziamento di risorse per gli investimenti, è fondamentale potenziare la relativa capacità di spesa, anche per mezzo di una riorganizzazione mirata della pubblica amministrazione che ne migliori le capacità di predisporre, valutare e gestire piani e progetti. In questo senso la task force sugli investimenti pubblici servirà a rimuovere ogni ostacolo alla crescita sostenibile su cui finalmente si torna a investire come Governo e come Paese.
Replica
Grazie, Presidente. Gentile Ministro, la invito a leggere la Nota di aggiornamento al DEF perché oggi ha dato delle cifre a casaccio e, quindi, se la legga, così magari la prossima volta riuscirà ad essere un po' più preciso. Dopodiché ci dichiariamo insoddisfatti rispetto alla sua risposta poiché non abbiamo capito la motivazione per cui, come abbiamo chiesto, volete modificare il codice degli appalti che, dall'inizio dell'anno, ha prodotto un più 43 per cento di aggiudicazioni e un più 75 per cento di importi aggiudicati delle opere pubbliche. C'è chiaro, però, quello che volete fare, invece, con il decreto su Genova e con i poteri straordinari al commissario. Come è noto, il codice degli appalti prevede già, per le emergenze, la possibilità di derogare alle regole ordinarie, ma quello che fate voi è una cosa enorme perché attribuite al commissario il potere anche di derogare alla normativa antimafia. Questa mattina il presidente Cantone, dell'Autorità nazionale antimafia, ha lanciato l'allarme dicendo che ci sono rischi per le infiltrazioni mafiose. Attenzione, Ministro, attenzione, perché con le infiltrazioni mafiose non si scherza.
Ma siamo insoddisfatti anche rispetto alla risposta sulla parte che riguarda gli investimenti, poiché, in quattro mesi, non siete stati in grado di fare una sola riunione del CIPE, l'organismo che decide i finanziamenti e i progetti che avete già trovato belli e fatti e già finanziati. Ve ne elenco solo qualcuno: la Torino-Lione, per 2,3 miliardi; il Terzo Valico, 760 milioni e 4 mila posti di lavoro a rischio; la statale n. 106 Jonica; la Quadrilatero, per la quale sono già partite le procedure di licenziamento per una sessantina di dipendenti e non parlo delle periferie perché avete già scippato ai comuni italiani un miliardo 600 milioni. Non vorremmo, però, che anche per gli investimenti in opere pubbliche che ipotizzate il Governo si riducesse a investimenti di pura fantasia, un po' come il ponte di Toninelli su cui a Genova devono andare a giocare i bambini oppure il tunnel del Brennero che non esiste. Faccia una cosa, Ministro: lo dica lei al Ministro Toninelli che il tunnel del Brennero ancora non è stato fatto