l sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:
martedì 3 aprile 2018 è crollato un tratto della cinta muraria di San Gimignano (provincia di Siena) edificata nel XIII secolo d.C. Secondo le rilevazioni tecniche di vigili del fuoco e dei tecnici comunali e della Soprintendenza, il tratto interessato dal crollo è lungo 15 metri ed alto sei;
il centro storico di San Gimignano è stato dichiarato dal 1990 patrimonio mondiale dell'Unesco e rappresenta una delle più significative testimonianze nazionali dell'architettura medievale. Per le sue peculiarità artistiche e paesaggistiche è oggi uno dei luoghi maggiormente visitati al mondo con circa 3 milioni di visitatori annui;
le istituzioni, secondo quanto si apprende dagli organi di informazione, si sono già attivate per cercare di ripristinare il tratto murario danneggiato. La regione Toscana ha proclamato lo stato di emergenza, mentre il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo ha autorizzato lo stanziamento, da parte della Sovrintendenza di Arezzo, Siena e Grosseto, di 300 mila euro per i primi interventi necessari;
secondo fonti stampa i primi sopralluoghi tecnici hanno evidenziato, ad oggi, che il crollo potrebbe essere stato causato da un avvallamento del terreno sopra le mura causato dalle forti piogge dei giorni scorsi;
negli ultimi anni sono stati numerosi i danni che si sono verificati, a seguito di avversità atmosferiche, al patrimonio storico ed architettonico regionale. Come ad esempio nel 2012 a Monticchiello (in provincia di Siena nel comune di Pienza), un borgo che ricade nella Val d'Orcia che, dal 2004, è patrimonio dell'Unesco dove sono crollate alcune sezioni della cinta muraria e nel 2014 a Volterra (in provincia di Pisa) dove il crollo interessò circa 30 metri delle mura costringendo anche all'evacuazione di alcune abitazioni. Danni si sono verificati anche a Magliano in Toscana (in provincia di Grosseto), Poggio a Caiano (in provincia di Prato), San Casciano in Val di Pesa (in provincia di Firenze);
appare evidente, come anche confermato da alcune dichiarazioni del sindaco di San Gimignano Giacomo Bassi, che sia necessario approfondire la natura di questi crolli per capire i motivi per cui strutture edificate numerosi secoli fa siano andate in grave sofferenza soprattutto negli ultimi anni;
il direttivo di Anci Toscana ha recentemente lanciato un appello alle istituzioni nazionali per tutelare e preservare il patrimonio storico, artistico e culturale della regione: «I crolli che si sono verificati negli ultimi anni e che hanno interessato importanti testimonianze del passato pongono con assoluta urgenza la necessità di un piano regionale per il monitoraggio e la tutela almeno del patrimonio a rischio, che veda la partecipazione e l'apporto della Regione, delle soprintendenze, del ministero dei Beni culturali, dei Comuni e degli ordini professionali competenti»;
è infatti evidente che i finanziamenti necessari sia per prevenire episodi simili, sia per mettere in sicurezza i danni subiti non possono ricadere esclusivamente sugli enti territoriali. Si tratta di beni culturali riconosciuti dall'ordinamento nazionale (ricadenti in alcuni casi all'interno di siti Unesco) che, oltre a rappresentare una straordinaria ricchezza dal punto di vista artistico ed architettonico, attraggono ogni anno milioni di visitatori e contribuiscono alla crescita del Pil turistico e ricettivo del nostro Paese;
le fortificazioni e le cinte murarie di origine medievale sono spesso di proprietà del Demanio pubblico e date in gestione alle amministrazioni comunali senza però adeguate risorse per la manutenzione ordinaria;
molto spesso i vincoli di bilancio dei comuni interessati dai crolli ai beni culturali pubblici non consentono di utilizzare risorse economiche a disposizione per prevenire e riparare i danni, a causa dei vincoli stessi di bilancio;
la legge 20 febbraio 2006, n. 77, «Misure speciali di tutela e fruizione dei siti e degli elementi italiani di interesse culturale, paesaggistico e ambientale, inseriti nella “lista del patrimonio mondiale”, posti sotto la tutela dell'Unesco», nonostante abbia finanziato in questi anni numerosi progetti, ha una dotazione finanziaria non sufficiente per salvaguardare e valorizzare adeguatamente i numerosi e diversificati siti italiani;
all'articolo 4 della convenzione Unesco di Parigi del 1972, con la quale è stata costituita la World Heritage List, è scritto testualmente che «ciascuno Stato partecipe della presente Convenzione riconosce che l'obbligo di garantire l'identificazione, protezione, conservazione, valorizzazione e trasmissione alle generazioni future del patrimonio culturale e naturale di cui agli articoli 1 e 2, situato sul suo territorio, gli incombe in prima persona. Esso si sforza di agire a tal fine sia direttamente con il massimo delle sue risorse disponibili, sia, all'occorrenza, per mezzo dell'assistenza e della cooperazione internazionale di cui potrà beneficiare, segnatamente a livello finanziario, artistico, scientifico e tecnico»; ciò esplicita, in modo inequivocabile, che la protezione e la conservazione spetta agli Stati nazionali ed ai Governi e alle comunità locali –:
quali iniziative urgenti il Governo intenda assumere, nel dettaglio, al fine di ripristinare la cinta muraria di San Gimignano interessata dal crollo e prevenire ulteriori episodi di questa natura;
se il Governo ritenga utile, per quanto di competenza, promuovere norme specifiche che permettano alle amministrazioni comunali di poter utilizzare risorse economiche in deroga ai vincoli del pareggio di bilancio per prevenire e riparare eventuali danni arrecati al patrimonio culturale pubblico;
se ritenga necessario assumere iniziative per istituire un apposito fondo nazionale a sostegno degli interventi di prevenzione, manutenzione e riparazione di eventuali danni delle fortificazioni medievali riconosciute patrimonio storico e culturale, con particolare riferimento a quelle ricadenti sui siti Unesco.
Seduta del 23 ottobre 2018
Risposta del governo di Gianluca Vacca, Sottosegretario di Stato per i Beni e le attività culturali, replica di Susanna Cenni
Risposta del governo
Grazie, Presidente. L'onorevole Cenni chiede al Ministero dei beni culturali quali iniziative intenda intraprendere per ripristinare la cinta muraria di San Gimignano interessata da un crollo nell'aprile di quest'anno. Come correttamente riferito dall'onorevole interpellante, dal 31 marzo al 3 aprile 2018 si sono verificati intensi fenomeni meteorologici che hanno interessato la provincia di Siena e, in particolare, il comune di San Gimignano, provocando danni diffusi al patrimonio pubblico e privato nonché a beni di interesse storico-artistico. In data 3 aprile si è verificato il crollo di un tratto afferente al demanio comunale delle mura medievali di San Gimignano, nei pressi di via Bonda in corrispondenza dell'ex carcere. Il muro in oggetto, che è realizzato su un banco di roccia, sostiene il terreno del terrazzamento del sovrastante ex carcere a valle e presenta un camminamento della larghezza di un metro e mezzo, due metri e mezzo, con sottostante scarpata molto ripida. Al piede della scarpata sono presenti delle abitazioni e degli annessi che sono stati parzialmente interessati dal rotolamento a valle del materiale terrigeno e lapideo mobilitato dal crollo.
Il presidente della giunta regionale, con proprio decreto del successivo 5 aprile 2018, ha dichiarato lo stato di emergenza regionale. La soprintendenza archeologica belle arti e paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo, informata dei fatti, è intervenuta immediatamente in situ con i propri tecnici per verificare lo stato del crollo e il danno al bene culturale e ha successivamente partecipato a diversi incontri e tavoli tecnici per definire le somme da stanziare in somma urgenza per la messa in sicurezza e per definire i compiti di ciascun soggetto nella fase delicata di messa in sicurezza e successiva ricostruzione. La stessa soprintendenza, con fondi propri afferenti a finanziamenti di somma urgenza stanziati nell'ambito della programmazione triennale dei lavori pubblici del 2018, pari a 300 mila euro, ha istituito fin da subito un gruppo di progettazione e ha affidato ad un'impresa l'esecuzione dei lavori di messa in sicurezza e ricostruzione della porzione di tratto di mura medievali crollata.
Prima di fornire dettagli sulle tre fasi nelle quali è articolato l'intervento, vorrei premettere che in data 8 ottobre 2018 è stato sottoscritto un accordo di programma per la messa in sicurezza di una porzione di mura medievali di San Gimignano tra regione Toscana, comune di San Gimignano e soprintendenza archeologica belle arti e paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo. L'intervento è articolato in tre fasi: una prima fase è di messa in sicurezza dei tratti di mura adiacenti alla porzione crollata, recupero del materiale terrigeno e lapideo per il loro successivo reimpiego, sistemazione del fronte del pendio. Tale prima fase è già conclusa ed è stata finalizzata a creare le condizioni per la realizzazione dei successivi lavori di ricostruzione per eliminare il dilavamento della scarpata e per la completa messa in sicurezza dell'opera, del terrazzamento sovrastante e delle abitazioni ed annessi sottostanti alla scarpata. La seconda fase è di ricostruzione del tratto di muro crollato ed è necessaria per la rimozione delle situazioni dannose e pericolose per la pubblica o privata incolumità presenti sul terrazzamento, sul pendio, sul camminamento e sulle sottostanti aree ed abitazioni ed è oggetto dell'accordo di programma che ho citato. Un'ulteriore terza fase prevede interventi di messa in sicurezza di altre porzioni della cinta muraria, sulla base della progettazione esecutiva realizzata a cura del comune di San Gimignano. Vorrei precisare che per questi ultimi interventi di messa in sicurezza la progettazione strutturale e la direzione dei lavori strutturali sarà a cura del comune di San Gimignano. La soprintendenza svolgerà l'alta sorveglianza e la direzione dei lavori per gli aspetti architettonici. Anche questa fase è oggetto dell'accordo sopra citato.
Come vedete, l'intervento da realizzare richiede la collaborazione dei diversi enti per le molteplici competenze e la particolarità delle opere da realizzate. Non intendo enumerare tutte le fasi operative dal sopralluogo del 4 aprile ad oggi e, tuttavia, vorrei sinteticamente rammentare che il genio civile, in data 5 ottobre 2018, ha trasmesso il progetto strutturale per la ricostruzione del muro. L'8 ottobre è stato sottoscritto il già rammentato accordo tra regione Toscana, comune e soprintendenza per ulteriori fondi per completare l'opera. Il 16 ottobre è intervenuta l'autorizzazione al deposito del progetto del genio civile. Il 18 ottobre è stato depositato il progetto del nuovo muro di contenimento.
Per rassicurare ulteriormente l'onorevole Cenni, vorrei precisare che nel suddetto accordo per l'intervento di messa in sicurezza, previsto nelle tre fasi di cui sopra, è stata stimata la spesa di circa 500 mila euro, di cui 300 mila quale quota a carico del Mibac-Soprintendenza per le province di Siena, Grosseto e Arezzo, quota che copre esclusivamente la spesa per la messa in sicurezza di cui al verbale di somma urgenza, la ricostruzione in pietra e il restauro della porzione di muro crollato, e 200 mila euro quale quota a carico della regione Toscana, che ha provveduto all'accreditamento sulla contabilità speciale n. 5882, intestata alla Soprintendenza, al fine dell'alta sorveglianza per il completamento della fase II di realizzazione di opere strutturali e della fase III. Al termine dell'esecuzione dell'intervento, la Soprintendenza comunicherà il quadro finale di spesa, trasmettendo il collaudo delle opere. La realizzazione dell'intervento è stimata in un tempo pari a dieci mesi dalla sottoscrizione dell'accordo.
Vorrei concludere, evidenziando che il Ministero, in questa come in altre situazioni di emergenza e calamità, che purtroppo in Italia non sono mancate negli ultimi anni, svolge la sua parte ed anzi, nell'ambito delle proprie competenze istituzionali, quale amministrazione preposta alla tutela e conservazione del patrimonio culturale del Paese, è stato in grado di fare “rete” e di creare percorsi di collaborazione virtuosi con le altre amministrazioni presenti sui territori colpiti. Il bilancio del Ministero, come è ben noto – e qui concludo –, prevede interventi a favore di beni non statali (e, quindi, anche di beni di proprietà dei comuni) sulla base delle priorità segnalate dalle Soprintendenze che hanno ben presenti le esigenze di conservazione dei territori di rispettiva competenza.
Replica
Grazie, Presidente. No, non sono soddisfatta per una semplice ragione, ovviamente questo è uno di quei casi in cui, dato il grande ritardo fornito alla risposta all'interpellanza, che è datata 17 aprile, colloca appunto la risposta in uno scenario completamente diverso da quello in cui l'interpellanza è stata depositata. Ovviamente, sono perfettamente informata su tutti i fatti che il sottosegretario ha riportato, con precisione. Di questo sicuramente lo ringrazio, perché i fatti sono di aprile, l'intervento del Ministero e della regione sono stati immediati, le risorse sono state messe immediatamente a disposizione dal Ministero, allora dal Ministro Franceschini e dalla regione Toscana e hanno coperto i lavori, in parte, già svolti, come lei, giustamente, in modo dettagliato, ha riportato, in parte, stanno partendo proprio in questi giorni.
Ma non sono soddisfatta perché nell'interpellanza vi erano altri due punti su cui lei non mi ha risposto, sottosegretario. Siccome io ho collocato la mia interpellanza in un quadro di difficoltà di più centri storici medievali, tra l'altro tutti riconosciuti nel nostro paniere del patrimonio UNESCO, il secondo quesito chiedeva al Governo quali norme intendesse assumere per utilizzare anche risorse economiche nella disponibilità dei comuni, in deroga ai vincoli del patto di bilancio attualmente in essere. Io mi rendo conto che non è sua responsabilità e forse i suoi tecnici non hanno approfondito tutti i quesiti, ma una delle domande era questa, cioè dare la possibilità ai comuni di utilizzare, per casi di emergenza come questi, anche risorse a disposizione, derogando ai vincoli attualmente in vigore.
E l'altro quesito era legato proprio al nostro patrimonio UNESCO, ossia alla possibilità di assumere iniziative, anche con un apposito fondo nazionale, a sostegno degli interventi di prevenzione, manutenzione e riparazione di eventuali danni a fortificazioni, mura medievali, eccetera, perché purtroppo, come avrà avuto modo di leggere nel testo dell'interpellanza, questi casi cominciano a essere numerosi; è ovvio che i comuni, da soli, non possono avere gli strumenti per intervenire.
Ecco, io mi auguro che vi possa essere sia all'attenzione del sottosegretario che del Ministro modo di approfondire questi temi e anche di fornire delle risposte fattive a queste difficoltà.