Grazie, Presidente. Noi abbiamo firmato volentieri la mozione della collega Muroni, anzi abbiamo anche contribuito in parte a formularla e lo abbiamo fatto, sebbene fosse possibile anche per noi, per il Partito Democratico, presentare una nostra mozione autonoma.
Tuttavia, ci interessava e ci interessa - su un tema delicato come quello che è oggetto della mozione, cioè il tema dell'inquinamento che riguarda la provincia di Brescia e, in particolare, in questo caso, l'emergenza discariche e rifiuti - fare iniziative il più possibile unitarie, il più possibile trasversali; un po' sulla falsariga di quello che abbiamo fatto nella scorsa legislatura, quando, sul finire appunto della scorsa legislatura, a fine 2017, grazie all'iniziativa di un nostro collega di allora, l'amico Mario Sberna, che si fece promotore di un'iniziativa per una mozione trasversale, bipartisan come si dice, sulle criticità ambientali della provincia di Brescia, riuscimmo a portare in Aula una mozione che era firmata da praticamente tutti i parlamentari bresciani presenti in quest'Aula, e quindi Partito Democratico, Forza Italia, Lega e MoVimento 5 Stelle.
Diciamo una mozione che metteva insieme un po' tutte le forze politiche presenti in quest'Aula, perché c'era la piena consapevolezza che su temi così rilevanti e così importanti, che riguardano il nostro territorio, e quindi la provincia di Brescia, è molto importante, molto più importante che piantare bandierine della propria posizione politica, trovare un'unità di intenti, perché si tratta di questioni centrali e decisive per lo sviluppo e la tutela del nostro territorio. In quella circostanza noi riuscimmo a portare tutte le forze politiche alla condivisione di una mozione che impegnava il Parlamento e il Governo ad adottare le misure utili e necessarie per cercare di dare risposte a criticità ambientali che, purtroppo, la provincia di Brescia conosce in maniera molto pesante.
Anche questa mozione della collega Muroni, che noi abbiamo volentieri condiviso e sottoscritto, è una mozione che prende le mosse da un'altra iniziativa che ha avuto la caratteristica di riunire attorno a sé tutte le forze politiche, che è un'iniziativa della provincia di Brescia. C'è una mozione che è stata adottata dalla provincia di Brescia all'unanimità, e quindi, anche in questo caso, con una condivisione bipartisan, cioè di tutte le forze politiche, con la quale si invitava la provincia di Brescia ad assumere iniziative che poi sono state tradotte negli impegni che sono indicati nella mozione Muroni. E perché c'era la necessità di questa unità di intenti? Perché è vero, lo si diceva nella scorsa mozione ed è sottinteso anche in questa, che la provincia di Brescia conosce criticità ambientali che sono molto pesanti; sono spesso poco conosciute a livello nazionale, perché si parla molto di più di altri territori, ma la verità è che la città di Brescia e la provincia di Brescia conoscono criticità ambientali molto pesanti, che sono figlie dell'impetuoso sviluppo industriale dei decenni scorsi, che si è accompagnato spesso a una mancanza di consapevolezza delle ricadute che questo sviluppo industriale avrebbe portato sul territorio dal punto di vista ambientale.
E noi ci troviamo alle prese con l'eredità di questo sviluppo industriale impetuoso, che ha portato tanto benessere, ma che ha portato anche, come corollario non voluto, non desiderato, anche queste criticità ambientali. Quindi, noi abbiamo matrici ambientali molto pesantemente inquinate, noi abbiamo avuto problemi di inquinamento delle falde acquifere, inquinamento da cromo esavalente o da PCB. Abbiamo inquinamento da PCB di aree molto rilevanti della città di Brescia, e quindi è stato ricordato prima il sito inquinato della Caffaro, che è un sito di interesse nazionale. Abbiamo, quindi, una condizione complessiva molto critica e molto difficile, della quale ci si è resi conto da qualche tempo, che ha portato all'avvio di azioni di risanamento e di miglioramento delle condizioni complessive che sono ormai in itinere, perché, anche questo bisogna dirlo, per fortuna non siamo all'anno zero.
Noi siamo oggi in una condizione in cui c'è la piena consapevolezza di queste criticità ambientali, ma sono già state avviate azioni finalizzate a bonifiche, risanamenti, miglioramenti anche del ciclo economico che è alla base di queste criticità ambientali, perché bisogna ricordare che anche l'industria bresciana si è fatta carico, ha cercato di farsi carico della necessità di migliorare i propri processi produttivi, per evitare che questi, poi, abbiano ricadute ambientali pesanti come è accaduto in passato.
Tanto è vero che penso che si possa dire che la nostra provincia, pur essendo una provincia ad elevata criticità ambientale, è anche una provincia che può rappresentare un modello nazionale per la capacità di rispondere in maniera adeguata a queste criticità ambientali. Noi abbiamo il comune di Brescia che negli anni scorsi si è attivato in maniera, secondo me, molto positiva per cercare di risolvere uno dei problemi, dei nodi principali di cui si parla, che è il problema della Caffaro, il sito inquinato della Caffaro. Sono state avviate le bonifiche, le prime bonifiche di aree inquinate della città che erano interdette perfino alla popolazione, e quindi erano aree particolarmente inquinate, e questo grazie a un'attività positiva dell'amministrazione, ma anche grazie al fatto che finalmente dal Governo nazionale sono pervenuti i fondi che oggi sono a disposizione per avviare una bonifica che, dal punto di vista delle risorse, ne impegnerà di ingentissime, perché si stimano centinaia di milioni di euro per una bonifica integrale di queste aree.
Eppure noi abbiamo avviato queste bonifiche, siamo riusciti ad avviare un percorso virtuoso e positivo, e questo anche grazie alla collaborazione di tutti gli attori istituzionali, e quindi il comune, l'amministrazione, ma anche le aziende di servizi interessate. Ricordo che A2A ha da tempo proceduto alle bonifiche dei pozzi da cui si preleva l'acqua potabile, e oggi noi finalmente abbiamo risolto il problema del cromo esavalente, che era un problema nelle acque potabili che era enorme, con il quale abbiamo fatto i conti per tanti anni; grazie a un'azienda di servizi, quindi a un'azienda privata, siamo riusciti a risolvere il problema. Per cui Brescia, secondo me, per questo contesto istituzionale, economico, privato, per questa consapevolezza diffusa che c'è nell'opinione pubblica, può diventare un modello per la risoluzione e l'avvio a soluzione definitiva di queste criticità ambientali, che non riguardano solo il territorio di Brescia, ma che riguardano anche molti altri territori nazionali.
In questo, però, noi dobbiamo avere un aiuto, un ausilio, un supporto da parte delle istituzioni nazionali; questo era l'oggetto della mozione della scorsa legislatura, con la quale noi chiedevamo un forte sostegno alle istituzioni nazionali sia in termini di risorse economiche sia in termini di supporto alle politiche degli enti locali per la risoluzione delle criticità ambientali. Penso che questa debba essere anche oggi una richiesta forte che viene dal territorio bresciano. Noi chiediamo a tutte le forze politiche, e mi auguro e penso che sarà così, ma mi auguro che anche la mozione di maggioranza che verrà depositata, o che è stata depositata e che io ancora non ho letto, insista molto su questo, cioè occorre che tutte le forze politiche e tutti i parlamentari bresciani chiedano alle istituzioni nazionali un forte supporto, perché Brescia può davvero diventare un modello per affrontare in maniera lungimirante, corretta, efficace, con il concorso di tutti gli attori coinvolti, l'avvio a soluzione di questi problemi. E questa mozione indica alcuni percorsi che noi riteniamo opportuni, riteniamo utili, in particolare concentrandosi su uno dei problemi che riguarda le criticità ambientali della provincia di Brescia, che è quello delle discariche e dei rifiuti.
Infatti Brescia - è stato ricordato prima dalla collega Muroni, che ha presentato la mozione - purtroppo è sede di una quantità enorme di discariche, in particolare di rifiuti speciali, che non ha eguali, come incidenza rispetto al territorio, in tutta Italia; e questo deve imporre l'adozione di misure di particolare rilevanza e anche di particolare eccezionalità per fermare questo sviluppo impetuoso di queste discariche che stanno impegnando il nostro territorio. È per questo che noi chiediamo con forza che venga adottata una moratoria, che venga adottata una soluzione normativa che impedisca l'apertura di nuove discariche di questa natura prima che sia stato fatto un censimento e un monitoraggio complessivo di tutti i siti compromessi, perché oggi la provincia di Brescia non può permettersi ulteriori sacrifici da questo punto di vista.
E non è senza rilievo il fatto che in alcuni casi recenti la provincia di Brescia si sia trovata con le mani legate rispetto a richieste di apertura di discariche perché la normativa nazionale e regionale non consentivano di intervenire in maniera più adeguata. Questo, credo, sia un problema che va affrontato, e va affrontato anche, credo, dal legislatore nazionale.
Chiediamo anche che si introduca nella legislazione nazionale una cosa che regione Lombardia ha cercato di introdurre negli anni scorsi, ma che poi si è impantanata tra ricorsi al TAR e al Consiglio di Stato, e cioè il fattore di pressione ambientale per discariche; si tratta di introdurre una indicazione, quando si rilascia un'autorizzazione a una discarica, che tenga conto della pressione ambientale e, quindi, delle condizioni complessive del territorio nel quale quella discarica va a inserirsi. Infatti, questo può essere uno strumento che viene dato agli enti locali, alle amministrazioni locali per riuscire a gestire in maniera adeguata anche la presenza di queste discariche.
Quindi, credo che questo dovrebbe essere un impegno che noi chiediamo concordemente e mi auguro che sia condiviso anche dagli altri gruppi parlamentari, perché il legislatore nazionale, da un lato, ci consenta, attraverso introduzioni normative, di aiutare, appunto, gli enti locali ad affrontare adeguatamente i problemi e, dall'altro, ci aiuti a diventare, come noi possiamo essere, per le condizioni che prima descrivevo, un vero e proprio modello per la risoluzione delle criticità ambientali, da esportare, poi, anche in tutto il resto del Paese.