Presidente, ho chiesto di intervenire come firmatario di questa mozione, proposta dal collega Fiano e firmata da tanti dei miei colleghi, perché noi con questo testo vogliamo chiedere al Governo un impegno: un impegno nell'impedire il più possibile la diffusione di fenomeni di violenza neofascista e neonazista, ma anche - lo dico per rispondere ai rilievi fatti da alcuni colleghi della maggioranza - nel contrastare tutte le iniziative e tutte le manifestazioni che seminano, sulla base di una propaganda ideologica, odio, razzismo, intolleranza e discriminazione, sia attraverso manifestazioni pubbliche che anche attraverso gli strumenti del web.
Questo lo riteniamo un dovere, per questo Governo come per tutti i Governi, anche perché consideriamo necessario ribadire, difendere e promuovere sempre di più la profonda natura antifascista del nostro ordinamento e della nostra Repubblica. Non possiamo permettere che in alcun modo e da nessuno in questo Paese questa natura venga messa in discussione.
Chiediamo anche al Governo un impegno, un impegno ad intervenire con indicazioni precise rispetto alle manifestazioni pubbliche che vengono organizzate: perché non possiamo continuare a pensare… Ed è vero che è un problema che non si è certo originato in questo 2018, ma sollecitiamo questo Governo, come peraltro abbiamo fatto con i precedenti, perché non è un tema che scopriamo oggi perché siamo all'opposizione, ma è un tema che, come ricordava il collega Fiano, abbiamo affrontato con numerose iniziative legislative e non.
Però, dicevo, chiediamo a questo Governo anche di fornire indicazioni precise alle forze dell'ordine, ai prefetti, alle questure sullo svolgimento di queste manifestazioni, perché non possiamo pensare che vengano poste sullo stesso piano manifestazioni che rievocano le ideologie fasciste, che pongono al centro della propria iniziativa delle discriminazioni e l'odio, così come invece vengono poste sullo stesso piano manifestazioni di tutt'altra natura e che si ispirano magari ai valori fondanti della nostra Costituzione. Lo Stato deve quindi fare una scelta: deve prendere una parte, e quella parte dev'essere quella dei valori dell'antifascismo.
Chiediamo poi che si faccia di più per investire sulla cultura, sulla conoscenza. L'Italia deve fare ancora fino in fondo i conti con la propria storia, e negare, ignorare, tentare in qualche modo di ridisegnare quello che la storia ha fatto vivere a questo Paese sarebbe un gravissimo errore. Abbiamo il dovere di farlo, di coltivare la memoria di ciò che è successo, soprattutto nei confronti delle giovani generazioni, anche per fermare quel tentativo di modificare il racconto della storia, il racconto che la storia ha fatto di questo Paese, che purtroppo sempre più spesso vediamo perpetrato.
Mi dispiace dover citare in questa sede un episodio che si è verificato proprio ieri a Forlì, nella mia città, dove il segretario provinciale di Fratelli d'Italia ha detto che fu giusto uccidere e impiccare il corpo di un partigiano che lottò per la liberazione di quella città. Si riferiva ad Adriano Casadei, che insieme ad altri tre partigiani venne trucidato dai nazifascisti, venne ammazzato, il cui cadavere, assieme a quello dei propri compagni, venne appeso ai lampioni di Piazza Saffi, la piazza principale della nostra città. Dire che quel reato fu un reato giusto è un abominio, da cui mi aspetto che tutti in quest'Aula, tutte le forze politiche a partire da quella cui egli appartiene, prendano le distanze (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Perché è vero quello che diceva il collega Fiano: noi non pensiamo, non riteniamo e non abbiamo mai pensato di essere gli unici detentori dei valori dell'antifascismo, della democrazia e della libertà, anzi crediamo che questi valori debbano essere patrimonio di tutte le forze che sono presenti in Parlamento, e non solo; e quindi crediamo e stimoliamo anche le altre forze politiche a impegnarsi su questo versante, perché è vero che la discriminazione e l'odio non hanno un solo colore politico.
Ce l'ha ricordato poco fa - Presidente, mi avvio alla conclusione - il Presidente Mattarella, intervenendo in Svezia durante un discorso ufficiale; e ci ha ricordato anche quanto sia fondamentale coltivare la memoria. Poco fa il Presidente Mattarella ha detto: “Occorre essere coscienti che nella storia i passi indietro sono possibili. È necessario non dimenticare mai le lezioni della mostruosità di un certo passato”. Credo che quel certo passato non possa essere negato, non possa essere ridisegnato, non possa essere vilipeso, e vada anzi difeso, sostenuto e promosso: abbiamo il dovere di ricordare - e concludo, Presidente, citando le parole di un uomo che è stato un deputato, che ha seduto su questi banchi, Arrigo Boldrini - che la lotta per la Resistenza, assieme a quella delle truppe alleate che hanno liberato il nostro Paese, fu una lotta che venne portata avanti per chi c'era, per chi non c'era e anche per chi era contro. Io credo che se abbiamo ottenuto oggi la libertà, abbiamo ottenuto la possibilità di parlare in quest'Aula, i cittadini hanno garantite tutte le libertà individuali, dobbiamo anche ricordare che quelle libertà non sono scontate e vanno difese e promosse ogni giorno, soprattutto da chi siede in quest'Aula.