“Il ministro degli Affari europei, Paolo Savona, anziché scaricare sull’Europa, peraltro in maniera contraddittoria, le ragioni della crisi di Carige, avrebbe dovuto dire in Parlamento parole chiare su come intende intervenire il governo. Il ministro invece non ha dato alcuna risposta convincente alla nostra richiesta di chiarimenti sulla frammentazione e la confusione dell’esecutivo in materia di disciplina degli interventi di rafforzamento patrimoniale dell’istituto. Per essere più precisi, il governo M5s-Lega intende compiere una ricapitalizzazione pubblica, come affermano il vicepremier Di Maio e il sottosegretario Giorgetti, o si affiderà al mercato privato, come auspica il ministro Tria? Se questa risposta non è giunta, una cosa è però certa: quando Savona parla di frammentazione europea come causa della crisi bancaria Carige cade in netta contraddizione. Perché non si può auspicare il rafforzamento dell’Unione bancaria e poi però non accorgersi che il suo governo è impegnato quotidianamente in un’opera di demolizione dell’Ue e di insabbiamento proprio del lavoro compiuto dal Partito democratico per consolidare e completare Unione bancaria”.
Così Piero De Luca, capogruppo Dem in commissione Politiche europee, a margine dell’audizione del ministro degli Affari europei, Paolo Savona, sul caso Carige.