Dichiarazione di voto
Data: 
Mercoledì, 27 Febbraio, 2019
Nome: 
Stefano Lepri

Presidente, tra due giorni, dopodomani, scatteranno ecotassa ed ecobonus. Tutti i cittadini, almeno a prima vista, potrebbero dire: bene; eppure i limiti, che già altri colleghi hanno ben rappresentato, sono moltissimi, li ricordo velocemente e su alcuni mi soffermo. Il primo limite è sotto gli occhi di tutti: i dati delle vendite di autovetture, a gennaio, in Italia segnano una drastica caduta complessiva, in modo particolare dei produttori nazionali. La ragione è molto chiara: c'è una grande incertezza rispetto a questi strumenti e quindi si rimanda in vista di chiarimenti.

Il secondo limite: CO2 o PM10? Avete scelto CO2, ma molti dicono che in realtà sarebbe stato più ragionevole l'altro criterio. Terzo limite: sono troppo pochi soldi per l'ecobonus, dicono i concessionari, sono solo 20 milioni in tre tranche; alla fine, la loro stima è che andranno a pochissimi, una sorta di terno al lotto su chi prima beneficerà di questi bonus.

Altro limite: non ci sono gli incentivi che servivano, cioè quelli per la rottamazione delle auto più vecchie. Proprio la città di Milano, in questi giorni, avvia la ZTL allargata, nella prospettiva di eliminare le auto più inquinanti, e invece noi facciamo una cosa totalmente diversa: non ci occupiamo delle auto che inquinano di più.

E come dimenticare anche il fatto che voi, in realtà, in questo gioco non fate la somma zero, ma incassate molto di più di quanto date come bonus? Insomma, ha ragione il collega che prima diceva che voi continuate ancor di più a fare cassa con le tasche dei cittadini, e degli automobilisti in particolare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Altro che tagliare le accise sulla benzina, ancora di più taglieggiate gli automobilisti!

Un altro limite: si potrebbe dire che questi soldi, i pochi soldi che avanzate dalla differenza, li volete mettere - e lo dite – nella infrastrutturazione, affinché appunto si possa, nel tempo ragionevole, passare a sistemi di elettrificazione della mobilità privata. Bene, ma questi soldi sono troppo pochi. Basta guardare gli accordi che stanno facendo in questi giorni Germania e Francia per capire che occorrono miliardi per fare questa transazione, voi invece pensate, con pochi spiccioli, di potervela cavare.

Allora, visto che l'enfasi sugli investimenti non vi manca mai, perché non avete valutato un grande investimento per l'infrastrutturazione dei sistemi elettrici di alimentazione per la mobilità privata? Tutto questo non c'è, preferite naturalmente l'elemosina e i sussidi del reddito di cittadinanza e di “quota 100”.

Ma veniamo al maggior limite, perché questo è evidente, lo abbiamo ascoltato anche oggi, nell'audizione dei rappresentanti di FCA in Commissione lavoro: il maggior limite è che questa misura, pensata in modo così strampalato, mette in difficoltà i costruttori, le fabbriche, i lavoratori e la componentistica italiana. Non lo diciamo noi, lo hanno detto i sindacati, lo hanno detto tutte le categorie produttive di rappresentanza: i vantaggi vanno solo alle case automobilistiche straniere e sono penalizzati, guarda caso, i modelli del gruppo FCA. Noi non facciamo, sia chiaro, il tifo per FCA, che fa i suoi interessi, legittimamente, ma noi facciamo il tifo per le fabbriche, per i lavoratori, per gli ingegneri e per le maestranze italiane, che sono un'eccellenza italiana e che fanno in modo che l'automotive sia ancora oggi in Italia il primo settore industriale che occupa 270 mila persone (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Ora che FCA – che, ripeto, fa i suoi interessi – ha deciso di investire ben 5 miliardi in Italia, voi cosa fate? Introducete un meccanismo che penalizza i lavoratori italiani, con il risultato che FCA ha annunciato che probabilmente rivedrà al ribasso le sue previsioni di investimenti. Naturalmente speriamo che ciò non avvenga.

Ora passo alle domande, dopo i limiti. La prima domanda è questa: diteci quale altra impresa, oggi in Italia, che sia italiana, che sia straniera, ha annunciato e intende investire 5 miliardi di euro in quattro anni? Beh, è puro autolesionismo pensare di poter frenare questi investimenti.

La seconda domanda la faccio, invece, ai tanti sovranisti, ai leghisti in particolare: perché qui non vale il motto e lo slogan “prima gli italiani”?

Perché noi vogliamo insistere in questo assurdo autolesionismo? E domando: ma Francia e Germania, secondo voi, avrebbero mai pensato ad una legge di questo genere, che danneggia i suoi lavoratori e le sue imprese? Terza domanda, e questa la faccio, anche se c'entra indirettamente, a tutto il Governo, al Presidente Conte, al Ministro Salvini, che vediamo sempre viaggiare anche all'estero, con ruoli di rappresentanza, su automobili straniere. E anche qui la domanda è semplice, e la faccio avendo sentito gli operai che lavorano a Cassino, gli operai che lavorano a Grugliasco: ma perché ci umiliate così? Ma perché non viaggiate con le auto fatte da noi, che sono auto che vendiamo in tutto il mondo?

Immaginate se per caso Macron o la Merkel potrebbero viaggiare con le auto italiane, con le Maserati, con le Alfa Romeo. Un'altra domanda al Ministro Di Maio, in attesa che concluda il suo tirocinio formativo al Ministero del lavoro e al Ministero dello sviluppo economico: perché questa ecotassa contro i motori a scoppio e poi, contemporaneamente, con il no TAV, mantenete migliaia di tonnellate di CO2 e milioni di TIR che passano sotto le Alpi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)? Dov'è la coerenza in tutto ciò, dov'è? Allora, finite le domande, due proposte, che sono contenute nella nostra mozione. La prima è quella di fare davvero politica; non ci illudiamo, ma ve lo suggeriamo. Abbiate una visione in questo comparto, non basta fare un tavolo come i tanti che costituite e che poi abbandonate dopo poco.

Qui occorre avere una visione. Vi do due suggestioni tra le tante, una l'ha già ricordata un collega: Francia e Germania stanno investendo moltissimo, miliardi, per poter realizzare nelle loro nazioni sistemi per costruire le batterie che saranno poi utilizzate dalle case automobilistiche.

Occorre fare questi investimenti, altrimenti compreremo le batterie dalla Cina e da altri Paesi asiatici. Seconda suggestione: la Brexit, tra le tante cose spiacevoli che porterà ai cittadini della Gran Bretagna, determinerà anche il fatto che tutte le imprese automobilistiche - lo hanno già annunciato - lasceranno quel Paese, e stanno in queste settimane e in questi mesi scegliendo dove rilocalizzare le loro fabbriche. A me risulta che l'Italia non abbia mosso un dito con quei costruttori in Gran Bretagna per capire se noi possiamo ospitare e dare spazio a queste nuove fabbriche, che darebbero ossigeno e darebbero lustro alle nostre maestranze così capaci. Allora, e questa è la seconda richiesta che vi facciamo, ripensateci, avete ancora un giorno.

Non ci illudiamo naturalmente, ma sarebbe stato ragionevole, potete ancora farlo, rinviare fino alla fine dell'anno questo sistema così assurdo del bonus-malus. Costruite le condizioni, partecipate perché questo sistema possa essere costruito in modo efficace. Signor Ministro, signor sottosegretario, membri del Governo, vi chiediamo di ripensarci; non pretendiamo, anche se ce lo auguriamo per il bene dell'Italia, che facciate una politica lungimirante, però almeno risparmiate l'autolesionismo agli italiani.