Dichiarazione di voto
Data: 
Martedì, 12 Marzo, 2019
Nome: 
Gennaro Migliore

A.C. 1171-A

 

Signor Presidente, signori del Governo, colleghe e colleghi, vorrei evitare troppa enfasi nella discussione che riguarda una procedura che, per quanto ci riguarda, ha avuto numerose lacune; anche perché, nonostante i due comuni in oggetto, cioè Montecopiolo e Sassofeltrio, siano dei comuni piccoli, sono assolutamente fondamentali i princìpi che risiedono alla base delle decisioni che dovremo prendere. Sono comuni ricchi di storia, peraltro comuni di confine da sempre, e rappresentano per quanto ci riguarda anche una sfida per quale debba essere il ruolo del Parlamento in merito a passaggi di questo tipo.

Vorrei fare una considerazione però preliminare, per evitare che ci siano dei fraintendimenti e anche delle comunicazioni sbagliate. Io ho qui la copia della lettera redatta il 25 febbraio 2019, di oltre 450 cittadini di Sassofeltrio, e giunta al Presidente della Camera il 28 febbraio scorso. Al di là di qualsiasi considerazione e di qualsiasi enfasi pronunciata sulla base del riconoscimento del diritto dei cittadini ad esprimersi su questioni di questo genere, diritto che noi rivendichiamo e riteniamo sia fondamentale, vorrei stigmatizzare il comportamento della Presidenza della Camera, che ha ignorato volutamente questa petizione, che non è arrivata, a differenza di quanto diceva il collega Cecconi, oggi a conoscenza della Presidenza, ma nei giorni scorsi. Questo perché non bisogna portare solo rispetto ai cittadini che 12 anni fa si sono espressi, ma anche a quelli che, ravvisando un'accelerazione della procedura da parte del Parlamento, si sono a loro volta espressi in questa direzione.

Secondo punto. Se qui c'è qualcuno che l'ha tirata per le lunghe, questo è il Parlamento, e non è solo per questi casi ma anche per molti altri casi di referendum che giacciono inevasi all'interno delle nostre Commissioni; però in questo caso si era attivata, in particolare da parte del gruppo del PD, una richiesta di partecipazione.

Vorrei sottolineare che tanto il relatore quanto ovviamente tutta la maggioranza si sono fermamente rifiutati di adempiere a quello che era un dovere, quello di tenere delle audizioni nelle quali fossero coinvolti i soggetti magari che avevano deciso di non fornire il parere, per capire quale fosse la ragione: in particolare il consiglio regionale delle Marche, ma anche il consiglio regionale dell'Emilia-Romagna, e soprattutto i rappresentanti istituzionali dei due comuni.

Noi, vedete, abbiamo un'impostazione che prevede che i passaggi debbano avere i loro tempi di maturazione; e voi invece per risparmiare mezza giornata necessaria ad ascoltare in viva voce le opinioni, i pareri di chi, a 12 anni di distanza, magari, come scrivono i firmatari della petizione, si erano resi conto anche dei problemi proprio del passaggio dei sette comuni della Valmarecchia (perché anche di questo si tratta)… Noi avremmo dovuto adempiere a questo banale esercizio di attività parlamentare.

In questa lettera, che sarebbe utile leggere completamente, si legge la seguente cosa: all'epoca furono solo 100 coloro i quali a Sassofeltrio si espressero contro il passaggio; a distanza di 12 anni, e sulla base della valutazione proprio del passaggio dei sette comuni della Valmarecchia, solo in pochi giorni si erano già raggiunte 450 firme per opporsi. Allora vale il principio astratto secondo il quale una volta e per sempre ci si è pronunciati? A dir la verità la legge prescrive un termine di 5 anni, che sia congruo rispetto alle tempistiche politiche: perché io non è che vorrei fare una facile battuta, ma insomma, ci sono stati pronunciamenti che nel corso dei secoli ci sono stati, quindi non è che dobbiamo fare di nuovo il match tra Malatestiani e Montefeltro, tra la famiglia Malatesta e Montefeltro, tra Rimini e Urbino, per vedere Montecopiolo a chi deve appartenere. Noi avremmo tutto l'interesse a costruire per queste occasioni - ne parlo ora anche in virtù di quelle che potranno essere altre richieste di questa natura - un ascolto, una presa di coscienza. Del resto noi non siamo solo un'aula notarile che deve vidimare ciò che è stato deliberato dai comuni, che pure per quanto ci riguarda hanno la prima e l'ultima parola; ma siamo l'organo legislativo che dispone anche delle valutazioni, e anche della funzione tempo, che è una variabile indipendente, non può essere considerata una variabile dipendente da quelle che sono le volontà politiche del momento.

Il nostro voto di astensione, quindi, non è contro il principio, che assolutamente noi difendiamo, dell'autodeterminazione dei comuni, anche rispetto ad entità come quelle regionali, ma è rispetto alla mancanza di attenzione nei confronti dei cittadini di queste due città, di questi due comuni; e alla totale indifferenza, che si vede anche nella carenza del dibattito, che ha protratto questa discussione per tanto tempo, e poi quando era il momento di ascoltarli ha deciso di non ascoltarli più per niente, perché altrimenti avrebbe dovuto cambiare orientamento. È chiaro che qui la Lega compie un'azione di carattere politico, io lo intendo; ma quando parliamo di cittadini, di comuni, di istituzioni, penso che una maggiore attenzione nei confronti proprio dei cittadini ci dovrebbe essere.