• 20/06/2019

“La denuncia che oggi il Dr. Caselli fa sull’Huffpost è di particolare gravità. Nell’allegato dato ai maturandi impegnati nella prova di italiano c’è una grave assenza”. Lo scrive Michele Anzaldi, deputato del Partito democratico, in un intervento sull’Huffington Post.

“Come scrive testualmente in magistrato sul suo blog – continua - nella traccia di ieri non c’era nessuno riferimento a quello che lui definisce lo ‘shock capace di provocare un effetto importantissimo’: ‘La morte di Dalla Chiesa costrinse il nostro Paese a prendere finalmente atto (con un ritardo di un paio di secoli!) che la mafia doveva essere prevista nel codice penale come comportamento vietato e punito. Di qui l’articolo 416 bis, che trasforma radicalmente la lotta alla mafia, posto che prima (parole di Giovanni Falcone) pretendere di combatterla efficacemente era come illudersi di poter fermare un carro armato con una cerbottana. Oggi molti, troppi, hanno dimenticato che la norma che avrebbe fatto compiere alla lotta alla mafia dei decisivi passi in avanti fu appunto ideata e approvata dalle Istituzioni dello Stato dopo l’ondata di emozione sollevata nel Paese per l’omicidio di Carlo Alberto Dalla Chiesa. Fu solo con quel sacrificio che lo Stato vinse la propria secolare indecisione.  Ma il dottor Caselli non è un magistrato qualunque. E non lo è solo dal punto di vista degli studi giuridici. Non lo è, ancor di più, dal punto di vista di lotta alla mafia. Procuratore della repubblica a Palermo dal 93 al 99! Qualcuno dal ministero della Pubblica Istruzione chiederà pubblicamente scusa agli eroi morti e a quelli ancora vivi di quegli anni terribili? Qualcuno chiederà scusa agli studenti per averli indotti a trattare con superficialità, come denuncia Caselli, su un tema così drammatico?”.

“In uno stato che ha pagato un tributo così alto di sangue, una denuncia del genere da parte di un magistrato di tale calibro non può rimanere senza scuse e la garanzia che non accada di nuovo. E dovrebbe accadere subito, autonomamente, pubblicamente, senza interrogazioni o altri atti ispettivi. Scuse subito senza se e senza ma. Avrebbero detto gli studenti di quegli anni tremendi”, conclude.