Decisione frutto di clima creato anche da ddl Pillon
“È inquietante la decisione della giudice di Padova di affidare un bambino al padre già condannato, in due gradi di giudizio, per violenza e lesioni nei confronti della ex moglie, maltrattamenti in famiglia e violenza assistita”.
Lo dichiara la parlamentare veneta Alessia Rotta, vicepresidente vicaria dei deputati del Partito Democratico
“Una simile decisione va in netta controtendenza rispetto non solo al buon senso, ma anche alle Convenzioni europee contro la violenza, oltre a danneggiare irreparabilmente il figlio testimone delle violenze. Nel decreto si pone la madre, che ha denunciato le violenze ripetute, come persona che ha generato “conflittualità”, capovolgendo così il ruolo di vittima in quello di carnefice. Purtroppo – sottolinea la deputata Dem - temo che questa decisione sia figlia di un clima creato ad arte in questi anni e reso possibile anche grazie a un disegno di legge come quello di Pillon”
“La violenza contro le donne, gli abusi in famiglia, non saranno mai sradicati dalla nostra società se, insieme alle leggi, non entrerà nel sentire comune, soprattutto di chi ha il compito di giudicare, che l’unico modo per porre fine alla violenza è attraverso la denuncia. Sono troppe le donne che ancora subiscono in silenzio, ma saranno sempre di più, con il rischio di tragiche conseguenze, se la loro denuncia viene interpretata come un “attacco alla genitorialità”. È il momento di sollevare questo tema in ogni sede competente e – conclude Rotta - fare in modo che le donne e le persone di buon senso facciano sentire la propria voce, anche al fianco della donna di Padova privata del figlio”.