17/07/2019
Raffaella Paita
BRUNO BOSSIO, CANTINI, GARIGLIO, GIACOMELLI, NOBILI, PIZZETTI, ANDREA ROMANO, GRIBAUDO, ENRICO BORGHI, FIANO e MORETTO
3-00878

Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   domenica 14 luglio 2019, alle ore 18, sono giunte a Mediobanca, advisor di Ferrovie dello Stato italiane nel «Progetto Az», le comunicazioni di interesse del gruppo Toto, di Gregor Efromovich, azionista della compagnia sudamericana Avianca, del proprietario della S.S. Lazio Claudio Lotito e del gruppo Atlantia della famiglia Benetton;

   i suddetti soggetti si erano candidati per far parte della newco per il salvataggio di Alitalia;

   Ferrovie dello Stato italiane, in data 15 luglio 2019, ha individuato proprio in Atlantia il partner da affiancare a Ferrovie dello Stato italiane, Ministero dell'economia e delle finanze e Delta;

   da settimane Atlantia, concessionaria di Autostrade, era stata individuata e sollecitata quale soggetto per completare la cordata della nuova società per il salvataggio e rilancio di Alitalia, nonostante smentite e dichiarazioni molto forti da parte di alcuni esponenti del Governo;

   il Ministro dello sviluppo economico, titolare del tavolo di trattative, in data 27 giugno 2019 aveva dichiarato «Atlantia è decotta», «faranno precipitare gli aerei»; lo stesso Ministro il giorno dopo, riferendosi sempre al gruppo Atlantia e in relazione al crollo del Ponte Morandi, ha affermato che quelle persone sono morte perché Autostrade per l'Italia non ha fatto manutenzione;

   il Ministro interrogato, in data 3 luglio 2019, ha dichiarato, «non c'è alternativa alla revoca, totale, della concessione ad Autostrade»;

   in questo tourbillon di dichiarazioni, che meriterebbero di essere «attenzionate» dagli organi di vigilanza e dalle autorità indipendenti, vi è una verità e cioè che il Governo ha avuto un anno per istruire una possibile soluzione e individuare un piano industriale credibile, impegnando anche risorse pubbliche, senza produrre risultati effettivi, con lo Stato che ogni giorno sarà costretto a pagare un milione di euro per ripagare i debiti e con le Ferrovie dello Stato italiane costrette a penalizzare i pendolari;

   i contorni della vertenza rimangono fragili e oscuri con la necessità di fare adeguata chiarezza, prima del mese di settembre 2019, perché nel frattempo si susseguono voci di possibili esuberi, ridimensionamento di personale e di rotte che alimentano una legittima preoccupazione da parte di sindacati e lavoratori –:

   se il Ministro interrogato condivida il giudizio su Atlantia quale azienda «decotta», come ritenga, con queste premesse, che tale ingresso possa essere utile al rilancio di Alitalia e, in questo ambito, quali siano il piano industriale e le prospettive occupazionali e relative a slot e scali per i lavoratori della compagnia aerea.

Seduta del 17 luglio 2019

Illustrazione di Sara Moretto, risposta del governo di Danilo Toninelli, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, replica di Raffaella Paita

Illustrazione

Grazie Presidente. “Atlantia è decotta, faranno precipitare gli aerei”: questo affermava il 27 giugno il suo capo politico e Vicepremier Di Maio. Lei, il 3 luglio, ha dichiarato che non c'è alternativa alla revoca totale della concessione ad Autostrade.

Ad oggi nuova Alitalia sarebbe composta da MEF e Ferrovie dello Stato, Delta e proprio da quella Atlantia su cui lei stesso ha speso belle parole. Se non è incoerenza è schizofrenia, oppure è semplicemente incompetenza. In ogni caso, mi vien da pensare che i decotti qui siano altri. A questo punto, Ministro, ci spieghi come ritiene di affrontare il rilancio della compagnia aerea in queste condizioni. Ha cambiato opinione su Atlantia? Ha smesso di usare tragedie e crisi aziendali per la propaganda politica sulle spalle di lavoratori, imprese e cittadini? Approfitto poi, Ministro: ricordi al suo collega Salvini che non può continuare a scappare dal Parlamento e che lo aspettiamo qui, perché ci spieghi i suoi rapporti con la Russia (Deputati del gruppo Partito Democratico espongono cartelli recanti le scritte: “Salvini cosa nascondi?”, “Capitan codardo”, “Capitan paura” e “Salvini scappa”).

Risposta del Governo

La ringrazio Presidente e grazie agli interroganti. Quando il nostro Governo si insediava, era già passato un anno dal commissariamento di Alitalia, che non aveva ancora portato alcuna soluzione se non vari ultimatum forse più contro i lavoratori che per una soluzione concreta, un modus operandi che dava la netta impressione di non avere il coraggio di sfidare un sistema molto forte e consolidato, che invece di sfruttare positivamente un mercato florido ha solo trovato il modo di usare un asset così importante sempre per altri interessi non connessi al profitto e alla buona gestione, come invece doveva essere.

Dal precedente Governo abbiamo ereditato 900 milioni di prestito, con una triade di commissari ben remunerati e una cassa ancora in perdita strutturale.

Insomma, una situazione mai risanata, che avrebbe certamente spinto chi l'ha creata ad un'ulteriore svendita degli asset della compagnia nazionale, con la perdita di altri pezzi di grande valore del nostro mercato.

Una dimostrazione di scarsa consapevolezza del funzionamento del settore del trasporto aereo e della guerra commerciale dei cieli, in corso per mano dei tre colossi di Lufthansa, Air France e British, colossi ben difesi dai rispettivi Paesi.

Alitalia ha subito da vent'anni almeno l'attacco di un branco famelico di affaristi, che l'hanno spolpata e smembrata per mera miopia politica, disinteresse del settore o, nella peggiore delle ipotesi, con dolo, a scapito dei dipendenti e dell'indotto.

Abbiamo subito raccolto questa pesante eredità e abbiamo cambiato radicalmente approccio. Siamo partiti dall'idea della creazione di un grande polo intermodale, in cui trasporto aereo e ferroviario potessero integrarsi fino ad arrivare, tra l'altro, al biglietto unico.

Non si poteva che iniziare da Ferrovie dello Stato: lo scorso 15 luglio, il consiglio di amministrazione delle Ferrovie, esaminate le manifestazioni di interesse ricevute, ha ritenuto di concentrarsi sulla negoziazione con coloro che, allo stato, sembravano fornire all'operazione maggiori chance di positiva conclusione.

Il CdA, al pari di qualsiasi organo gestore investito normativamente e statutariamente di tale compito, ha quindi valutato autonomamente, con indipendenza da un punto di vista tecnico, industriale e finanziario, tutte le offerte o manifestazioni di interesse pervenute alla propria attenzione e liberamente ha ritenuto di selezionare Atlantia quale partner da affiancare a Delta e al MEF per l'operazione Alitalia. FS ha portato avanti delle interlocuzioni a livello industriale e non politico e Mediobanca ha valutato che Atlantia potrebbe avere i requisiti per far parte del consorzio definitivo che dovrebbe dare un futuro alla compagnia. Nella holding Alitalia, ricordiamolo, vi è pure AdR-Aeroporti di Roma, che oggi ha finalmente occasione di dimostrare davvero di poter e di voler fare sistema, supportando sempre meglio a livello operativo la compagnia che copre gran parte dei voli sull'aeroporto di Fiumicino. Concludo: noi dobbiamo mirare a fare sistema, non a sovrapporre questioni che rimangono del tutto separate, perché, se si pensa di usare Alitalia per arrivare ad altro, lo abbiamo sempre detto, si è sbagliato schema. Comincia ora un attento lavoro…

Concludo, Presidente. …che avrà ad oggetto, anzitutto, il piano industriale della nuova realtà societaria, che valuteremo al termine della sua elaborazione e che vedrà il necessario coinvolgimento del nuovo partner e la necessaria partecipazione delle parti sindacali.

Replica

 Ministro, innanzitutto si sciacqui la bocca quando parla dei deputati del Partito Democratico e di Andrea Romano (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). “Alitalia ad Atlantia? Con stop concessioni, no ad azienda decotta. Se abbiamo detto ai funerali delle vittime del crollo del ponte Morandi che revocavamo le concessioni ad Autostrade l'azienda dei Benetton avrà un calo in borsa e avrà difficoltà e se entrerà in Alitalia non aiuterà la compagnia. Mi sorprende che qualcuno sia dalla parte dei Benetton. Io non dico che ho tutte le soluzioni, ma mi lascino lavorare. Mettere dentro un'azienda decotta fa perdere valore ad Alitalia”: queste parole sono state pronunciate da Di Maio, Ministro Toninelli (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

Noi oggi volevamo sapere se la compagnia avrà un ruolo e se avrà di nuovo competitività e lo volevamo sapere per i lavoratori e per il Paese. Lei non ha risposto. E vede, in merito all'anno di tempo che è costato 900 milioni di prestito, e cioè esattamente un costo di un milione di euro al giorno per lo Stato, li state scaricando sui cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Questa è la verità! Questo è quello che state facendo!

Ecco, forse, Ministro, lei dovrebbe rispondere ad alcune semplici domande. Per esempio, chi ha pronunciato questa frase: “i responsabili hanno un nome e un cognome e sono Autostrade per l'Italia, i vertici di Autostrade dovrebbero prendersi responsabilità e dimettersi”? Siete voi ad averlo detto! “Autostrade è controllata dai Benetton, non ci si può fidare”: siete voi ad averlo detto! “Su Autostrade ha lucrato una sola famiglia, i Benetton”: l'avete detto voi!

Ecco, noi abbiamo sempre avuto rispetto per quell'azienda e anche per i suoi lavoratori. La verità è che voi siete degli incoerenti e avete utilizzato cinicamente il Paese e anche i lavoratori di quelle aziende per fare propaganda politica. Vi dovreste vergognare! La soluzione per Alitalia è precaria. Sapete perfettamente che questa non è una soluzione definitiva, che sono a rischio tanti, tanti posti di lavoro e soprattutto sapete da ieri - e concludo - che Consob ha aperto una verifica sulle vostre parole, perché avete detto delle cose che hanno danneggiato delle aziende di questo Paese (