Grazie, Presidente. Credo che questo provvedimento che stiamo discutendo, questo decreto sicurezza bis, possa essere in qualche modo considerato come un provvedimento paradigmatico, un provvedimento manifesto del modo di intendere la politica e le istituzioni dell'attuale vero dominus del Governo, del Vicepremier Salvini; quello che oggi gestisce effettivamente le questioni di Governo, quello che siamo tutti in attesa di capire, con il pollice verso in su o in giù, se decreterà la continuità o la fine di questo Governo. Insomma, l'attuale vero capo del Governo Salvini. Infatti, questo è un provvedimento che ha voluto fortemente lui, che ha sponsorizzato e che, secondo me, riassume molto bene le caratteristiche di come lui intende la politica e il rapporto istituzionale. Intanto per il metodo che è stato seguito sia nella fase istruttoria sia nella fase decisionale di questo decreto.
Un decreto-legge, quindi un decreto che dovrebbe essere assistito da ragioni di necessità e urgenza, che, peraltro, sono contraddette dalla sua stessa relazione introduttiva, laddove si dice che non c'è più oggi un'emergenza sbarchi; eppure si fa un decreto-legge che dovrebbe avere come presupposti la necessità e urgenza. E poi anche, dicevo, per il metodo che si è seguito in queste settimane nella discussione in Commissione. Ricordo due o tre questioni che si sono succedute e che danno il senso e il segno di come vengono intesi anche i rapporti istituzionali da questa maggioranza e dall'attuale leader di questa maggioranza, e cioè da Matteo Salvini. Intanto ricordo - lo ha fatto poco prima di me la collega Boldrini - che con un diktat che è pervenuto direttamente dal Vicepresidente del Consiglio, al quale, ovviamente, la maggioranza si è piegata senza nulla dire, si è esclusa un'audizione che era stata ammessa dai presidenti di Commissione, un'audizione di una ONG, con la scusa che questa ONG era interessata dalle norme oggetto di questo provvedimento.
Cioè, il motivo per cui questa ONG non è stata ascoltata, il motivo formale, è stato perché questa ONG era controinteressata alle norme di questo provvedimento, cioè era una dei destinatari di questo provvedimento. Quindi, ad allargare questa idea e questo concetto, qualunque soggetto che sia interessato da un provvedimento di legge non potrebbe essere audito in Commissione. Ma noi sappiamo bene qual è stata la ragione per cui non si è voluto audire la Sea Watch, che era già stata autorizzata dai presidenti di Commissione, senza che nessuno bofonchiasse o dicesse una parola: la ragione è stata che in quel momento la Sea Watch era parte di uno scontro di natura politica con il Vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini, il quale non voleva che alla Sea Watch si desse un palcoscenico istituzionale, e quindi ha preteso e ottenuto la violazione di un principio fondamentale del funzionamento di questa Camera, e cioè che si ascoltano tutti i soggetti che sono interessati da un provvedimento, senza esclusioni di natura politica.
Questo, invece, è avvenuto su pretesa del Vicepresidente del Consiglio, alla quale la maggioranza si è piegata supinamente. E poi ancora ricordiamo la vicenda degli emendamenti dichiarati inammissibili: alla fine dell'istruttoria i presidenti delle due Commissioni hanno dichiarato inammissibili alcuni emendamenti. Anche qui è arrivato il diktat del Governo, il diktat del Vicepresidente del Consiglio, che ha detto: se non riammettete quegli emendamenti, salta il Governo. E allora anche qui la maggioranza, l'istituzione, la Camera si è piegata e ha consentito che venissero riammessi questi emendamenti. Anche questo una grave violazione dell'autonomia di questa istituzione, che è stata fatta su diktat, su pretesa e su richiesta dell'attuale Vicepresidente del Consiglio, e cioè del dominus del Governo e di colui che voleva
fortemente questo provvedimento.
E poi ancora i tempi di discussione: è vero, noi in discussione degli emendamenti abbiamo utilizzato i tempi che ci erano concessi, abbiamo stressato anche la discussione, perché ci importava, da un lato, segnalare la nostra ferma opposizione per le ragioni di merito alle quali tra poco arriverò, per le ragioni di merito che ci rendono assolutamente contrari a questo provvedimento; ci interessava anche segnalare e mettere in evidenza che in quel momento, quando noi utilizzavamo questi tempi e stressavamo un po' la discussione, ci interessava segnalare che il Vicepresidente del Consiglio, il dominus del Governo Matteo Salvini, si permetteva di non rispondere a una richiesta del Presidente della Camera di venire in Aula a riferire sulle questioni che riguardano Savoini, Russiagate, i soldi, la presunta tangente internazionale, la presunta corruzione internazionale. Si permetteva di non rispondere a una richiesta di informativa; non di dire “non vengo”, di rispondere ufficialmente “io non vengo perché ritengo di no”. No, si permetteva di non rispondere, di trattare il Parlamento italiano come tamquam non esset, con una scrollata di spalle; e noi, a difesa delle istituzioni, a difesa di questo Parlamento, abbiamo deciso di stressare la discussione e anche di fare atti che non sono in linea con il nostro senso delle istituzioni, e cioè di bloccare anche i lavori per denunciare quanto stava accadendo, e cioè per denunciare quella grave violazione delle prerogative del Parlamento che Salvini stava in quel momento producendo.
Ma siamo andati avanti, abbiamo continuato la discussione, nonostante fossimo rimasti in tre dell'opposizione, della vera opposizione, non di quella finta che dice di essere opposizione, ma poi vota sempre con la maggioranza, ma della vera opposizione eravamo rimasti in tre in Commissione a discutere; e, nonostante questo, sono stati ulteriormente compressi i tempi, perché da cinque minuti siamo arrivati a tre minuti, e questo ci ha indotto, visto che, sostanzialmente, la possibilità di confronto si era esaurita, ad abbandonare i lavori di Commissione.
Questo è l'iter ricostruito attraverso il quale si è arrivati in Aula questa mattina ed è la ragione per la quale noi denunciamo, anche in questa sede, una concezione delle istituzioni che noi non condividiamo e che riteniamo pericolosa per le libertà e le garanzie di questo Paese.
E poi ci sono ragioni di merito, che, secondo noi, sono paradigmatiche del modo di intendere la politica e della politica attuale di questo Governo e del Vicepresidente del Consiglio Salvini e, cioè, un provvedimento che viene sbandierato, una norma manifesto che non ha ai fini proposti alcuna efficacia giuridica, che non potrà raggiungere gli effetti che pretende ma che va bene e viene propagandata e veicolata perché quello che interessa è semplicemente la propaganda. Quello che interessa è semplicemente lanciare un messaggio ed è un messaggio pericoloso quello che si lancia, perché è un messaggio che addita a nemici del popolo e a nemici del Paese le ONG, tutte le ONG e tutte le organizzazioni non governative, cioè tutti gli enti e le istituzioni che si occupano professionalmente di solidarietà: Save the Children, Medici senza Frontiere, Medicus Mundi. Tutte! Sono tutte ONG queste e vengono additate tutte a nemici del Paese, perché questo è l'obiettivo: additare a nemici del Paese le organizzazioni che fanno solidarietà. E lo si fa attraverso un decreto che dice alcune cose che non potranno essere perseguite e mette in evidenza molte contraddizioni.
Allora, è un decreto in cui i due articoli principali, che sono gli articoli 1 e 2 (e lo abbiamo ribadito nella discussione in Commissione), dispongono un nuovo potere in capo al Ministro dell'Interno, cioè il potere di bloccare, prima dell'ingresso nelle acque territoriali, imbarcazioni quando queste imbarcazioni, a discrezione del Ministro dell'Interno, possano mettere a repentaglio l'ordine o la sicurezza pubblica oppure possano violare le norme - e lo dico in termini semplificati - che riguardano l'immigrazione. Questo è ciò che dispone questo decreto: un potere in capo al Ministro dell'Interno che ha questa finalità.
Però, dice anche la norma, ovviamente, “nel rispetto delle normative internazionali”. E cosa dicono queste normative internazionali? Vediamo cosa dicono le normative internazionali che sono sovraordinate rispetto alla nostra legislazione ordinaria, perché noi sappiamo benissimo che la nostra Costituzione dispone che noi dobbiamo conformarci e rispettare le normative internazionali e i trattati internazionali ai quali abbiamo aderito. Dunque, cosa dicono queste normative? Cosa dice la normativa “Search and Rescue”, la normativa di Montego Bay, la normativa SOLAS? Cosa dicono tutti questi trattati? Cosa dice il codice della navigazione? Dice che se il comandante di una nave in navigazione individua o intercetta un'imbarcazione in cui ci sono persone in pericolo, naufraghi, cioè persone che sono su un'imbarcazione che non è più in grado di manovrare (questa è l'esatta definizione), quell'imbarcazione ha l'obbligo - ha l'obbligo, il dovere! - di salvare quelle persone e salvare quelle persone non significa semplicemente prenderle a bordo ma trasportarle in un porto sicuro e farle sbarcare in un porto sicuro.
Allora, quando questo decreto-legge dice che il Ministro dell'Interno ha la possibilità di bloccare una nave quando c'è un problema di ordine pubblico non dice questa norma, perché nell'ambiguità vive questa normativa e l'obiettivo del Governo è proprio questa ambiguità, che se un'imbarcazione ha salvato naufraghi in mare questa norma, che è stata fatta da questo Governo, non vale perché ci sarà sempre la scriminante. Questo ce l'ha detto il primo giudice che si è occupato della questione, che ci sarà sempre una scriminante che riguarda l'obbligo e il dovere di salvare persone e vite umane in mare. E, allora, questa norma non sarà mai applicabile ai casi e alle fattispecie alle quali voi dite che invece si applicherà. Non sarà mai applicabile perché quella normativa internazionale impone a chiunque - e per fortuna e grazie al cielo - di salvare vite in mare.
E, allora, cos'è che vi interessa, visto che giuridicamente non avrà alcuna efficacia? Ve lo dico io cosa vi interessa: a voi interessa lanciare un messaggio all'opinione pubblica così come avete fatto sulla legittima difesa. Sulla legittima difesa non è cambiato niente dal punto di vista giuridico e lo sa qualunque avvocato e qualunque giurista. Ce l'hanno detto tutti: non è cambiata una virgola dal punto di vista dell'efficacia, ma a voi interessava lanciare un messaggio e chi se ne frega del merito. La stessa cosa è qui: a voi interessa lanciare un messaggio e chi se ne frega del merito e il messaggio è esattamente quello, cioè lanciare un messaggio di minaccia alle ONG che salvano profughi e vite umane in mare e la minaccia è: “Sappiate che se arrivate su un nostro porto io vi minaccerò di una sanzione”, che addirittura voi avete portato da 150 mila a un milione di euro. Ma non vi vergognate? È una sanzione vergognosa ed è una sanzione illegittima dal punto di vista costituzionale. Qualunque giurista e qualunque studente di giurisprudenza lo capisce, perché è del tutto sproporzionata. Ci penserà la Corte a sanzionare l'incostituzionalità di quella sanzione, ma a voi non interessa perché a voi interessa lanciare la minaccia: “Cara ONG, se tu salvi vite umane e poi vieni da me io ti minaccerò di una sanzione da 150 mila a un milione di euro, ti minaccerò della confisca della nave, ti minaccerò di tutte queste cose. Poi, certo, magari arriverà un giudice e dirà che non sono applicabili queste sanzioni perché tu hai fatto il tuo dovere salvando vite in mare, ma intanto c'è questa minaccia sulla tua testa”, quasi che questo fosse il problema nel nostro Paese: le ONG? L'immigrazione nel nostro Paese, il problema dell'immigrazione e i flussi migratori sono dati dalle ONG?
Io ho sentito, devo dire, parole chiare e anche dal mio punto di vista condivisibili da parte del sottosegretario Molteni in Commissione, quando ha preso la parola e ha affrontato a 360 gradi il problema e ha citato le questioni vere: i flussi migratori, il fatto che l'Italia non possa diventare la piattaforma, diciamo, di sbarco e di smistamento degli immigrati dell'Africa, il fatto che non sempre si è verificata una vera solidarietà internazionale da parte dei Paesi che hanno sottoscritto convenzioni insieme a noi per la gestione dei migranti. Sono tutte cose vere. Ma cosa c'entra questo decreto? Cosa c'entra questo decreto con quei problemi veri che sono stati giustamente descritti negli interventi? Non c'entra niente, perché a voi interessa la propaganda.
Certo, vi porterà voti, come vi ha portato voti il primo “decreto sicurezza”, quello che ha smantellato e distrutto l'unico strumento che consente la vera gestione dei migranti che è l'integrazione. L'avete distrutta lì e l'avete distrutta additando e dichiarando nemici del Paese tutte le associazioni che fanno integrazione. Avete distrutto l'integrazione perché questo alla fine vi porta consenso ma non fa il bene del Paese, non aiuta il Paese. Ma questo è il vostro obiettivo: il consenso. Va benissimo, certo, dato che la politica è consenso e, quindi, è anche giustificabile, ma quando si mettono a repentaglio i diritti e le garanzie in questo Paese - ed è quello che sta avvenendo - io credo che questo sia un pericolo.
Questo decreto contiene obbrobri giuridici e quando noi ce ne siamo andati dalla Commissione voi avete approvato norme che sono veramente, dal punto di vista giuridico, inguardabili. La sanzione, quella sanzione da 150 mila a un milione di euro per l'imbarcazione che arriva nelle acque territoriali, addirittura per essere applicata non dovrà neanche essere notificata alla nave. Voi l'applicate così, senza neanche obbligo di notifica. Ma giuridicamente vi pare una cosa sensata questa? Avete introdotto nella normativa l'arresto obbligatorio in flagranza per il comandante dell'imbarcazione o della nave che fa resistenza contro una nave da guerra, perché anche lì volete lanciare il messaggio che la Sea-Watch avrebbe fatto resistenza contro una nave da guerra, ma sapete benissimo - e se non lo sapete ve lo dico io e ve lo diranno tutti i giuristi - che nelle acque territoriali non ci sono navi da guerra e, in particolare, nelle acque territoriali italiane non sono navi da guerra - e lo dice la Corte costituzionale - le imbarcazioni della guardia costiera. Quindi, è solo un grido, è solo un flatus voci, è solo propaganda, che è quella che vi interessa.
E poi ancora, perché questo provvedimento non si compone solo di questo ma ci sono anche altre norme che, secondo noi, denotano un crinale pericoloso che noi vogliamo denunciare, perché è il crinale su cui ci sta portando questo Governo e questa maggioranza a trazione della destra reazionaria di Salvini e sono le norme che introducono aggravamenti di pena per la resistenza a pubblico ufficiale e per reati di devastazione e saccheggio, aggravamenti di pena in presenza di una circostanza e, cioè, che quei reati vengano commessi durante una manifestazione pubblica. Cioè l'aggravante di questi reati diventa l'esercizio di una libertà costituzionale garantita, l'esercizio di una libertà costituzionale garantita, cioè la manifestazione pubblica, diventa un'aggravante per un reato come quello di resistenza a pubblico ufficiale. E qual è il messaggio che date? Il messaggio che date è esattamente questo: attenzione alle manifestazioni pubbliche, attenzione a manifestare il dissenso, attenzione perché quello sarà guardato con particolare attenzione, perché quello sarà guardato con particolare criterio e rigidità. Attenzione a manifestare il dissenso nei confronti di questo Governo. Questo è il messaggio che lanciate mettendo un'aggravante che aggrava un reato per il semplice esercizio della libertà di manifestazione del pensiero.
Questo è quello che state facendo! E allora io dico: attenzione, attenzione. Lo ha detto il Presidente della Repubblica, lo dico anche io: perché quando un Paese baratta in nome della sicurezza le proprie libertà, si avvia su un crinale pericoloso. Noi ci metteremo di traverso rispetto a questa deriva, anche se in questo momento il vento sembra soffiare nella vostra direzione, ma noi ci saremo sempre come punto irriducibile di dissenso rispetto a questa deriva che state perpetrando