Data: 
Lunedì, 22 Luglio, 2019
Nome: 
Carla Cantone

A.C. 1913-A

Presidente, il Governo insiste nel chiamare “sicurezza” ciò che di sicurezza ha ben poco. Questo non è un decreto-legge “sicurezza”, ma il decreto-legge della paura, della prepotenza, dell'arroganza; è un decreto-legge che esalta lo scontro, che esalta la forza dei potenti prepotenti contro i più deboli: in questo caso, i potenti sono quelli che usano la forza e non la ragione. In questo caso, il potere viene esercitato non per risolvere i drammi umanitari, non per essere uomini di saggezza, ma uomini che pensano solo a vendette, scambiando la democrazia con la forza di chi comanda.

La storia ci dice da tempo, da secoli, che con l'arroganza del potere, specialmente quando la si usa contro chi è debole e non sa difendersi, prima o dopo arriva il conto: non Conte, il conto; e il conto non fa sconti a nessuno.

So bene che c'è un atteggiamento dell'Europa che produce un limitato aiuto al nostro Paese, so bene che ci sono dei Paesi che rifiutano gli aiuti; ma noi siamo l'Italia, e siamo orgogliosi di essere italiani ed europei, e proprio per questo abbiamo il dovere di usare la saggezza e non la prepotenza.

Vede, “sicurezza” è una parola importantissima; e quando penso alla parola “sicurezza” penso al bisogno di sicurezza di tante donne, quelle violentate, stuprate, picchiate, sfruttate anche a casa loro, magari dai loro compagni, dai loro mariti, che non tutti vengono dall'Africa. Penso alla fragilità di tanti anziani soli o depositati in case di cura, dove purtroppo e troppo spesso si scopre come sono maltrattati e umiliati. Quando penso alla parola “sicurezza”, penso con dolore alla violenza sui bambini innocenti, e rifiuto vergognose strumentalizzazioni. Quando penso alla parola “sicurezza”, penso a quei lavoratori e lavoratrici disperati perché non riescono a trovare un posto di lavoro oppure il lavoro lo hanno perso; ma penso soprattutto alla mancanza di sicurezza nei posti di lavoro: in particolare in edilizia, dove ogni tre giorni continua a morire un operaio.

La sicurezza per me vuol dire mettere in sicurezza il nostro territorio, le nostre città, i nostri paesi, per metterli al riparo da eventi sempre più ravvicinati, come le catastrofi ambientali degli ultimi anni. La sicurezza per me è lottare tutti insieme contro tutte le mafie e la criminalità, al Sud come al Nord, insieme uniti in questa battaglia per la sicurezza nel nostro Paese.

Per me la sicurezza è salvare immigrati naufraghi, donne e bambini che fuggono dalle guerre, dalla violenza, dagli stupri, dalle torture. Per me la sicurezza vuol dire difendere le persone dalle campagne vergognose sui social e le bugie violente che si scatenano. Non vedo nulla di tutto questo nel decreto-legge: il cuore e l'anima del vostro decreto-legge “sicurezza” ignorano tutto questo, ignorano il significato vero della parola “sicurezza”.

E non ci si salva la coscienza alzando al cielo un crocifisso. Un vecchio detto popolare degli anziani del mio territorio, dal quale provengo, la Padania, dice: “Litiga con i fanti ma lascia stare i santi”. So che questo detto può far sorridere, ma io penso che se è pur vero che democrazia e pace, giustizia e tranquillità hanno un prezzo, è pur vero che vale di più un atto di saggezza e di umanità che prepotenza e forza: questo mi hanno insegnato i Padri costituenti della nostra Costituzione!

La saggezza e la ragione pagano, la prepotenza non ha mai pagato. Con gli atti politici della ragione possiamo essere più forti in Europa, proprio per sostenere le nostre ragioni, quelle ragioni che hanno un senso politico utile. Con le prove di forza ci isoliamo, e l'Italia non merita l'isolamento.

Vede, sottosegretario, per la mia vita passata io ho organizzato e partecipato a molte manifestazioni di lavoratori e pensionati, e le assicuro che non mi sono mai accorta di pensionati nelle piazze con il casco e il manganello e gli occhi iniettati di sangue. Sono sempre state e sono tuttora manifestazioni pacifiche (e lo sapete, non è vero che non lo sapete), per rivendicare diritti e difendere conquiste, e mai hanno insultato i poliziotti che facevano il loro dovere. Non c'è dubbio che quando nelle manifestazioni di piazza o sportive esplode la violenza, queste vanno fermate e condannate: certo, senza se e senza ma, perché colpiscono le ragioni e gli obiettivi democratici delle manifestazioni stesse. Le sanzioni servono - ci mancherebbe altro - ma occorre prevenire con regole e controlli adeguati. Non si può colpire il diritto costituzionale a manifestare anche in piazza le proprie idee. Con questo decreto, voi bollate tutte le manifestazioni di piazza come “pericolose” o possibilmente pericolose e non è accettabile, perché - insisto - mettete a rischio lo stesso diritto di poter manifestare. Non potete toglierci questo diritto, non ci riuscirete. Se colpite tutto e tutti, colpirete il diritto ad avere diritti, non potete imporre questo per decreto, perché è un modo indegno di colpire i valori della Costituzione. A me non fa ridere, perché io so cosa vuol dire manifestare per i diritti, quando tu non li hai, e a volte magari ci sono anche degli scontri - come no? - anche quando sei dalla parte della ragione. Non vorrei che, prima o dopo, ci impedirete di manifestare il nostro dissenso anche in Aula. Io capisco che il Ministro Salvini è affezionato a questo modello di sicurezza, con un'impostazione di forza, forza contro le ONG umanitarie, forza contro la solidarietà, forza contro chi si permette di non condividere la sua linea, forza contro chi non può difendersi. Il Ministro Salvini, secondo me, è incapace di ascoltare, anzi non vuole ascoltare, ho l'impressione che non sappia ascoltare a volte neppure se stesso. E allora scappa, scappa dalla ragione, perché a lui interessa solo imporre, ma l'imposizione non è degna di chi rappresenta le istituzioni, figuriamoci di chi rappresenta il Governo.

Sugli sbarchi e i vostri muscoli, fuori di qui, da questo Parlamento, gira anche fra di noi, nella sinistra, non solo fra di voi, la vulgata, oppure la narrazione – ecco, la narrazione rende di più l'idea - che questo pugno di ferro lo vuole il popolo, la pancia della gente, lo vuole la paura che siete riusciti ad inculcare nella pancia e nella testa della gente con la vostra propaganda. I sondaggi danno ragione alla Lega - non c'è dubbio -, premiano la Lega, dicono alla Lega: “Bravi, andate avanti! Basta con i neri che arrivano in Italia a rubarci il lavoro e a farsi mantenere”! Vede, voglio ricordare una cosa con questo mio intervento - parlo poco, qui dentro, ma a volte ci azzecco -: ad aprile, in un mio intervento sul decreto “concretezza”, dissi al MoVimento 5 Stelle, che, se votavano quel decreto, quel decreto non gli avrebbe portato fortuna, infatti ci ho proprio preso. Ora, sottosegretario Molteni, guardi che la ruota non gira sempre dalla stessa parte e, quando gli occhi della verità si sostituiranno alla pancia della gente, scopriranno che mettere in sicurezza il nostro Paese in tutti i suoi aspetti è ben altra cosa - altro che guerra alle ONG umanitarie - ma che occorre fare quello che non volete né vedere, né fare. Io vi ho elencato prima quello che per me sono i termini della sicurezza: una politica saggia, che non isoli il nostro Paese, ma che lo rafforzi in Europa, che si faccia rispettare. Ma bisogna essere capaci di farsi rispettare: non è tattica, ma politica delle alleanze, per imporre il rispetto al nostro Paese. Una politica basata su solidarietà e giustizia sociale, che pretende un'Europa sociale, quello che voi oggi non volete e non sapete fare, come diceva prima di me l'onorevole Martina.

Purtroppo, le conseguenze nel breve termine - forse non tanto nel breve termine, purtroppo - le pagheremo tutti, e non solo voi, ed è questo che mi fa molto arrabbiare. Pensateci prima di continuare così.