Data: 
Lunedì, 22 Luglio, 2019
Nome: 
Michele Bordo

A.C. 1913-A

Signora Presidente, la maggioranza fa finta di litigare sui media, sui mezzi di informazione, sui social, ma poi procede compatta e unita in Parlamento. Di Maio e Salvini se le danno di santa ragione pubblicamente, ma poi qua non emergono differenze, continuano a recitare all'esterno diverse parti in commedia a beneficio dei propri elettori, ma nelle aule parlamentari colpiscono assieme, spesso stravolgendo le regole minime del diritto e della legge. Il modo con il quale la maggioranza ha condotto nelle Commissioni competenti la discussione su questo decreto lo dimostra. Avete compiuto forzature palesi, riducendo a pochi minuti gli interventi dell'opposizione, non avete accolto nessuna nostra proposta, qualche esponente del Governo ha addirittura mostrato fastidio durante la discussione, mentre intervenivano i deputati del PD e di Liberi e Uguali. Per qualcuno il Parlamento deve essere ridotto a mera sede di ratifica delle decisioni del Governo, ma il Parlamento merita rispetto. Voi, invece, lo state calpestando, sottovalutando in modo grave gli effetti deleteri che questo modo di fare produce anche tra i cittadini. In questo modo, il Parlamento rischia di perdere peso ed autorevolezza e di conseguenza anche la nostra democrazia rischia di diventare un po' meno democratica. Con il vostro modo di fare rischiate di indebolire la tenuta e l'equilibrio tra le diverse istituzioni del nostro Paese. Ecco perché prima vi fermate e meglio è per tutti. Dovreste essere più attenti anche al linguaggio che utilizzate sui social, perché se un Ministro dell'Interno, cioè colui che dovrebbe essere a presidio della sicurezza di tutti, sdogana e utilizza un linguaggio retrivo, spesso omofobo, che molte volte incita all'odio, può succedere - e purtroppo sta succedendo anche frequentemente - che tanti cittadini si sentano autorizzati a fare lo stesso, anzi peggio.

Ci vuole rispetto verso di loro, rispetto nei confronti del Parlamento perché non è possibile che un Ministro della Repubblica continui a rifiutarsi, come purtroppo ancora sta avvenendo in questi giorni, di venire in Aula a riferire sui presunti legami tra la Lega e la Russia. Ed è inconcepibile che anche su questo non ci sia stata una presa di posizione netta ed ufficiale in Aula, a difesa del Parlamento, di nessuno del MoVimento 5 Stelle. Neanche una parola è stata spesa ufficialmente e neanche per difendere le prerogative del Presidente della Camera, esponente di primo piano del MoVimento, che ha chiesto nei giorni scorsi a Salvini ufficialmente di venire a riferire in quest'Aula.

Pur di mantenere in piedi questo Governo, state accettando tutto e subendo tutto, come sta accadendo per questo decreto, che è l'ennesimo strumento di propaganda usato da Salvini. Ma gli italiani devono sapere che questo è un provvedimento inapplicabile, come è stato già detto da tanti colleghi che sono intervenuti prima di me fino a questo momento; inapplicabile perché non rispetta gli obblighi internazionali del nostro Paese e perché è anche incostituzionale, viola diversi articoli della nostra Costituzione: l'articolo 117, che è quello che prevede che la potestà legislativa è esercitata dallo Stato e dalle regioni nel rispetto della Costituzione, nonché dei vincoli derivanti dall'ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali; l'articolo 2, che tutela i diritti inviolabili dell'uomo e tra questi, ovviamente, c'è anche il diritto alla vita; e poi l'articolo 10, dove ci sono i principi che impongono allo Stato italiano di conformare il proprio ordinamento alle norme di diritto internazionale.

È di questo che stiamo parlando, mentre invece voi con questo decreto dite una cosa molto semplice, e cioè che, se qualcuno incrocia in mare un barcone alla deriva con degli esseri umani a bordo in concreto pericolo di vita e che rischiano di annegare, voi dite a qualcuno che se ne deve fregare, non deve prestare assistenza, non deve salvare le persone, le donne, i bambini… insomma, possono essere lasciati anche a morire. Per me questo è indegno di un Paese civile come l'Italia. State facendo passare un principio aberrante, secondo il quale è giusto per chiunque voltare la testa da un'altra parte, se c'è gente in mare che sta annegando. Ma noi non ci spiegheremo mai a questa idea di società, perché per noi viene prima di tutto il rispetto della vita e delle persone.

Questo decreto era anche impossibile da emendare, ma nonostante tutto, in questi giorni, in Commissione, abbiamo provato più volte ad introdurre delle correzioni, ma è stato assolutamente inutile, perché ogni nostro tentativo è stato vano, perché Lega e Cinquestelle sono andati avanti come un treno respingendo ogni nostra proposta. Sono stati addirittura bocciati degli emendamenti che in una discussione normale, non drogata dalla propaganda e dall'odio ideologico contro i migranti, sarebbero stati naturalmente accolti. Avete respinto le nostre proposte sui corridoi umanitari, quelle che prevedevano di non respingere i bambini non accompagnati. Avete persino bocciato una proposta che prevedeva di non applicare le restrizioni contenute nell'articolo 1 del decreto, qualora le navi avessero effettuato il salvataggio in mare di esseri umani in concreto pericolo di vita. Davvero da non crederci, eppure è successo, grazie anche al silenzio assordante e, secondo me, davvero imbarazzante dei colleghi del MoVimento 5 Stelle.

Questo provvedimento riporta molto indietro il nostro Paese, con il rischio di isolarlo e di indebolirlo ancora di più nei contesti internazionali e soprattutto in Europa. L'Europa deve fare sicuramente di più, ma i comportamenti isterici e propagandistici del Ministro dell'interno non spingono l'Europa a fare meglio, semmai contribuiscono a far succedere esattamente il contrario, perché in Europa i problemi non si possono affrontare con gli ultimatum e gli insulti, ci vuole la politica, quella che manca, ormai, al nostro Paese da mesi; non contiamo più nulla da nessuna parte, noi, che eravamo tra i fondatori dell'Unione europea, siamo ormai fuori da ogni contesto che conti. Salvini ha promesso agli italiani, durante la campagna per le europee, che avrebbe stravolto l'Unione, se avesse vinto le elezioni, per adesso, l'unico cambiamento rispetto al passato è che il nostro Paese, in Europa, non conta più nulla, altro che rivoluzione. Se non ci fosse stato il PD con Sassoli e Gualtieri, l'Italia non avrebbe avuto nessun ruolo di peso a livello comunitario. E sul voto del Parlamento europeo alla Presidente della Commissione, Salvini è stato persino capace di fare un capolavoro, perché, prima, ha promesso il sostegno della Lega e, poi, dopo aver capito che forse non sarebbe stato nominato Commissario europeo nessuno della Lega, ha votato contro; una genialata, che ha finito per coprirci di ridicolo.

Con questa scelta non solo ha diviso la maggioranza del Governo italiano, visto che il MoVimento 5 Stelle, invece, ha votato a favore della Presidente della Commissione, ma ha anche isolato l'Italia rispetto a tutti gli altri Paesi principali dell'Unione e persino gli alleati di Salvini, quelli di Visegrád, hanno fatto una scelta diversa dalla sua e, adesso, l'Italia rischia di non avere il peso che, invece, meriterebbe, come grande Paese europeo. In Europa, i problemi si affrontano con il dialogo e la diplomazia è soprattutto discussione, ma anche pazienza, il contrario dei “tutto e subito” dettati invece dalla propaganda e dalla necessità di stare continuamente sui social. Ci sono obblighi internazionali e missioni a cui nessuno può sottrarsi. La propaganda può anche essere usata come arma di distrazione di massa, ma, fortunatamente, non sono ancora i post su Facebook, Instagram e Twitter a risolvere i problemi. Questo modo di fare, può servire per crescere nei sondaggi, ma poi la verità viene sempre fuori e a voi la verità non piace, perché inseguite e volete inseguire solo la propaganda. D'altronde, è bastata la GIP di Agrigento, chiamata a decidere sulla convalida dell'arresto della comandante della Sea-Watch 3, Carola Rackete, per smascherare gli elementi di propaganda di questo decreto e la sua inapplicabilità concreta.

D'altronde non servivano studi universitari importanti per sapere che una norma nazionale, anche di rango primario, non può prevalere su accordi di diritto internazionali sottoscritti anche dall'Italia; c'è un obbligo di assistenza a chi si trovi in pericolo in mare, nel caso in cui l'imbarcazione soccorritrice sia prossima, lo dicono il codice della navigazione e tutte le convenzioni internazionali. Ci si è posti molto spesso il problema di identificare l'entità del pericolo per legittimare l'azione di soccorso; ebbene, la Convenzione di Amburgo su questo è molto chiara e dice che è pericolosa una situazione in cui vi sia ragionevole certezza che un'imbarcazione o una persona sia minacciata da un pericolo grave ed imminente che richieda immediata assistenza. Bisogna intendersi, allora, sulla scelta da fare, quando ci si trova di fronte a naufraghi in concreto pericolo di vita. Se una nave soccorritrice intercetta un barcone sul quale ci sono esseri umani in concreto pericolo di vita, la nave cosa deve fare? Mi piacerebbe comprendere qual è la risposta da parte della maggioranza; deve per caso lasciarli morire, è questa la vostra idea?

Io al posto vostro, devo dirlo molto onestamente, mi vergognerei ; voi, invece, andate avanti, come se nulla fosse, mettendo sotto i piedi persino il rispetto della vita che, invece, dovrebbe essere sacra per tutti. Fa bene Papa Francesco a ricordarlo ogni giorno.

L'attività di ricerca e soccorso in mare, come d'altronde ci ricorda l'UNHCR, invece, è fondamentale per salvare vite umane. Con la riduzione delle operazioni di ricerca e soccorso da parte di navi degli Stati europei e le restrizioni all'operabilità delle imbarcazioni private, siano esse delle ONG o anche navi private, la stima del numero dei morti nel Mediterraneo è cresciuta in maniera significativa, se calcolata rispetto alle persone arrivate in Europa, passando da un morto o persona scomparsa ogni 269 arrivi, nel 2015, a uno ogni 51 arrivi nel 2018 e nel Mediterraneo centrale questi dati sono ancora più drammatici. Si stima che al 30 giugno 2019 circa 341 rifugiati e migranti abbiano perso la vita nel mar Mediterraneo centrale. Questa cifra, badate bene, messa in rapporto con il numero degli arrivi in Italia, che nello stesso periodo sono stati 2.768, determina una percentuale di un deceduto o scomparso ogni otto persone salvate. Sono numeri che farebbero rabbrividire qualsiasi persona normale.

Salvare vite umane in mare dovrebbe essere un imperativo della coscienza di ciascuno di noi, prima che un obbligo di diritto internazionale. E dopo il salvataggio è anche previsto lo sbarco dei naufraghi che deve avvenire in un luogo sicuro, come dice la stessa Convenzione di Amburgo, ma anche la Convenzione SOLAS, e per luogo sicuro deve intendersi un luogo in cui sia assicurata la sicurezza, intesa come protezione fisica delle persone soccorse in mare. E il Regolamento del Parlamento europeo aggiunge che per “luogo sicuro” si intende un luogo in cui si ritiene che le operazioni di soccorso debbano concludersi e in cui la sicurezza per la vita dei sopravvissuti non è minacciata, dove cioè possono essere soddisfatte le necessità umane di base e possono essere definite le modalità di trasporto dei sopravvissuti, verso la destinazione successiva o finale, tenendo conto della protezione dei loro diritti fondamentali. La stessa Guardia costiera italiana, non i parlamentari del Partito Democratico, dice che la convenzione SOLAS obbliga, lo ripeto, obbliga, altro che arresto, obbliga il comandante di una nave che si trovi nella posizione di essere in grado di prestare assistenza, avendo ricevuto informazioni da qualsiasi fonte, ripeto, qualsiasi fonte, circa la presenza di persone in pericolo in mare, obbliga il comandante, quella Convenzione, a procedere con tutta rapidità alla loro assistenza.

Questo, cari colleghi della maggioranza e cari rappresentanti del Governo, è il quadro generale che rende questo decreto inapplicabile ed inservibile, carta straccia, non esiste, ma noi continuiamo su questa storia degli immigrati ad assistere allo show quotidiano del Ministro Salvini. Abbiamo, persino, dovuto assistere agli ordini d'arresto impartiti direttamente dal Ministro - ve lo ricordate?- nei confronti della comandante della nave. “Arrestatela”, ad un certo punto, arrivò persino a dire, ma fortunatamente caro Ministro Salvini, anche con lei al Governo, il nostro continua ancora ad essere uno Stato di diritto. Si metta in testa una volta per sempre che non è lei che può prendere decisioni di questo genere, ma un giudice, che in Italia appartiene ancora ad un potere che fortunatamente è indipendente dal Governo. E, allora, la si smetta con la propaganda e si provi ad affrontare senza demagogia il tema dei flussi migratori verso il nostro Paese e su questo il Governo non ha prodotto granché, perché, per avere una gestione ordinata dei flussi, ci vorrebbe una seria pianificazione, una vera politica di Governo degli arrivi, rapporti internazionali, dialogo con l'Europa, accordi con i Paesi di provenienza dei migranti. Insomma, per farla breve, per fare tutto questo ci vorrebbero pazienza e idee: ciò che purtroppo al Ministro dell'Interno è mancato nel corso di questi mesi, convinto come è del fatto che invece sia importante solo stare sui giornali prendendo in giro gli italiani con la guerra quotidiana alle navi ONG. Il canovaccio utilizzato, se ci fate caso e se gli italiani ci fanno caso, è sempre lo stesso: si prende di mira ogni dieci, quindici giorni una nave che ha soccorso qualche decina di migranti in difficoltà; la si tiene al largo delle nostre coste per un po' di tempo prima di consentire l'attracco e su questo si costruisce quotidianamente, minuto per minuto, la propaganda politica. Ma poi nel frattempo e contemporaneamente arrivano presso le nostre coste altre decine di immigrati attraverso barche di fortuna, cosiddette fantasma, ma nessuno ne parla. Altro che porti chiusi, Ministro Salvini: questo è ciò che lei racconta agli italiani ma la verità è un'altra. Da quando siete voi al Governo sono calati drasticamente i rimpatri. Salvini aveva detto in campagna elettorale - molti se lo ricorderanno - che avrebbe rimpatriato verso i propri Paesi oltre 600 mila immigrati. Poi, dopo che si era reso conto della balla che aveva raccontato, ha corretto il numero molto al ribasso quando però, attenzione, le elezioni erano già passate. In realtà i rimpatri sono ridotti a poche unità anche perché fino a questo momento il Governo non è riuscito a siglare nessun accordo con i Paesi da cui gli immigrati partono: questa è la verità, cari signori della maggioranza, perché non raccontate anche questo agli italiani? C'è bisogno di idee serie per regolare gli arrivi nel nostro Paese; c'è la necessità di destinare maggiori risorse e investimenti in favore dei Paesi da cui partono gli immigrati, perché nessuno naturalmente è portato a lasciare il luogo della propria vita se vive in una condizione normale, se non patisce la fame, le persecuzioni, la guerra. Dovremmo regolare i flussi ed anche assicurare i corridoi umanitari perché molti richiedenti asilo, non avendo una via legale e sicura per raggiungere un Paese sicuro, sono costretti ad affidarsi ai trafficanti oppure a rimanere in Libia in centri di detenzione in cui subiscono ogni tipo di violenza e tortura. Se si vuole evitare che i richiedenti asilo e i rifugiati siano costretti a correre enormi rischi in mare, come dice il Ministro dell'Interno (io faccio così perché voglio evitare al minimo i rischi per gli immigrati), se lo si vuole evitare è importante allora rafforzare i canali di ingresso legali in Italia, come abbiamo fatto noi con il nostro Governo negli anni scorsi. Bisognerebbe ridare vita alla missione Sophia che era guidata dall'Italia e che il Ministro Salvini ha fatto saltare. Non l'ho detto io ma l'ha affermato nei giorni scorsi la Ministra della Difesa Trenta che ha smascherato la farsa di Salvini sulla vicenda della nave Sea Watch, affermando che gli sbarchi a Lampedusa non ci sarebbero stati se ci fosse stata ancora in piedi quella missione. Non l'ho detto io: l'ha detto un esponente di rilievo del Governo.

E poi c'è la necessità di intervenire per riformare il regolamento di Dublino. Anche qua c'è bisogno di raccontare la verità, non le balle. Siamo d'accordo c'è la necessità di assicurare un obbligo di distribuzione tra i diversi Paesi europei dei migranti ma bisogna raccontare la verità perché quando si è trattato di votare per cambiare il regolamento di Dublino, di cui vi sciacquate la bocca tutti i giorni, non siamo stati noi a votare contro, siete stati voi ad assumere una posizione contraria. È Salvini che non partecipa quando ci sono i vertici europei dei Ministri dell'Interno in cui si discute del fenomeno immigrazione e lo capisco anche perché evidentemente, come ha detto prima intervenendo il collega Martina, evidentemente se il problema dei flussi migratori si risolve, finisce l'azione di propaganda del Governo e Salvini finisce di soffiare sulla paura e quindi finisce anche la sua missione. Per governare la questione immigrazione ci vorrebbe una visione. Avete affrontato il problema con superficialità e avendo in testa solo la propaganda e i risultati, al di là della demagogia, sono sotto gli occhi di tutti perché l'Italia è più isolata e meno credibile e il fenomeno immigrazione è ancora là, in attesa di una visione lunga, che permetta di affrontarlo con serietà e senza alcuna strumentalizzazione. Il decreto-legge purtroppo non dà alcuna risposta di prospettiva: contiene solo norme crudeli e irrispettose della vita umana, tra l'altro assolutamente inapplicabili, che consentiranno a Salvini di sfruttare ancora una volta a fini elettorali l'arrivo della prossima nave. Ma per il resto nel decreto-legge non c'è assolutamente niente. Queste sono le ragioni per le quali noi siamo assolutamente contrari a questo decreto inutile e vergognoso che sono convinto prima o poi sarà anche incostituzionale.