20/11/2019
Pietro Navarra
DE MENECH, FRAGOMELI, CECCANTI, DE MARIA, FIANO, VISCOMI, POLLASTRINI, RACITI, GRIBAUDO e ENRICO BORGHI
3-01127

Al Ministro per gli affari regionali e le autonomie. — Per sapere – premesso che:

   nel corso della seduta n. 222 di lunedì 9 settembre 2019 il Presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte ha reso all'Assemblea della Camera e, successivamente, a quella del Senato le dichiarazioni programmatiche del Governo da lui presieduto, sulle quali è stata successivamente votata la fiducia;

   in tale occasione il Presidente del Consiglio dei ministri ha comunicato che, nel quadro delle riforme istituzionali, è intenzione del Governo completare il processo che possa condurre a un'autonomia differenziata, definita «giusta e cooperativa»; un progetto di autonomia che salvaguardi il principio di coesione nazionale e di solidarietà e la tutela dell'unità giuridica ed economica del Paese;

   il Presidente del Consiglio dei ministri ha sottolineato, poi, che occorre definire i livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali e i fabbisogni standard, attuando compiutamente l'articolo 119, quinto comma, della Costituzione, che prevede l'istituzione di un fondo di perequazione volto a garantire a tutti i cittadini la medesima qualità dei servizi, indipendentemente dal territorio in cui risiedono;

   si ritiene, infatti, che tali cautele consentiranno di evitare che questo legittimo processo riformatore possa contribuire a creare un Paese a due velocità, aggravando il divario fra il Nord e il Sud e tra le aree economicamente e dal punto di vista infrastrutturale più deboli e quelle più forti all'interno di una stessa regione –:

   quale sia lo stato di attuazione del processo di autonomia differenziata e quali iniziative intenda intraprendere per garantire un ruolo centrale del Parlamento lungo il percorso di approvazione.

Seduta del 20 novembre 2019

Illustrazione di Pietro Navarra, risposta del governo di Francesco Boccia, Ministro per gli Affari regionali e per le Autonomie, replica di Roger De Menech.

Illustrazione

Presidente, nel corso della seduta di lunedì 9 settembre 2019 il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha reso all'Assemblea della Camera, e successivamente a quella del Senato, le dichiarazioni programmatiche del Governo. In tale occasione, il Presidente ha comunicato che è intenzione del Governo completare il processo che possa condurre a un'autonomia differenziata che salvaguardi il principio di coesione nazionale. Il Presidente ha sottolineato poi che occorre definire i livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali e i fabbisogni standard, attuando compiutamente l'articolo 119, quinto comma, della Costituzione,… …che prevede l'istituzione di un fondo di perequazione volto a garantire a tutti i cittadini la medesima qualità dei servizi, indipendentemente dal territorio in cui risiedono. Si interroga il Ministro per sapere quale sia lo stato di attuazione del processo di autonomia differenziata, e quali iniziative intenda intraprendere per garantire un ruolo decisivo e centrale al Parlamento lungo il processo di approvazione.

Risposta del governo

Presidente, onorevole Navarra, il suo quesito, il quesito del gruppo del Partito Democratico mi consente di aggiornare il Parlamento sullo stato dell'arte. Così come il Presidente del Consiglio aveva anticipato, stiamo lavorando per sottoporre presto all'attenzione del Parlamento una legge quadro, una cornice, un perimetro che definisca tutti gli articoli della Costituzione che, intorno all'articolo 116, potranno consentire alle regioni italiane, a tutte le regioni italiane di attuare la cosiddetta autonomia differenziata. Il lavoro che stiamo facendo va nel solco indicato ieri dal Presidente della Repubblica all'assemblea annuale dell'ANCI; soprattutto è quel solco che ci consente di leggere “autonomia” e di definirla “sussidiarietà”, definirla “attuazione del principio di sussidiarietà”: indicando nella legge quadro l'articolo 117, l'articolo 118 e l'articolo 119 di fatto costruiamo un meccanismo che consente automaticamente allo Stato di intervenire in tutte le aree in cui c'è ritardo di sviluppo, non solo tra Nord e Sud, ma anche tra Nord e Nord e tra Sud e Sud.

Al Nord sono tante le aree interne, le aree di montagna che hanno serissimi problemi di raccordo con le aree metropolitane e le aree più sviluppate, e che otterranno un'attenzione, non solo in termini normativi, ma anche in termini di raccordo di tutti i fondi inseriti nella legge di bilancio. Tutti i fondi ordinari inseriti nella legge di bilancio, i fondi pluriennali avranno una quota vincolata alle aree in ritardo di sviluppo: questo al Nord come al Sud, non ci sarà distinzione tra Nord e Sud. E l'obiettivo è proprio quello indicato ieri dal Presidente della Repubblica: ridurre le diseguaglianze nel nostro Paese, perché l'autonomia, così com'è scolpita nella nostra Costituzione, ha senso se consente al perimetro della nostra Costituzione di essere rispettato.

Il rischio che abbiamo corso, in un dibattito parziale che stiamo provando a completare con l'aiuto di tutte le Commissioni parlamentari, qui a Montecitorio come al Senato, era quello di vedere alcune regioni fare alcuni passi che non venissero completati, non solo dalle altre regioni ma anche dallo stesso Governo centrale. Perché riteniamo che sia fondamentale chiudere questo accordo, mettendo insieme le ragioni di tutte le regioni italiane, quelle degli enti locali, quelle delle città metropolitane e, soprattutto, quelle delle amministrazioni centrali.

Replica

Ministro, grazie veramente per queste parole. Potrei dire: finalmente dalle parole, per l'appunto, ai fatti, finalmente da un'autonomia per troppi anni sbandierata a un'autonomia finalmente praticata nei fatti, con le cose concrete. Io credo che la legge quadro che ha annunciato, che ha annunciato in queste settimane, che ha presentato qui oggi al Parlamento, sia il primo atto di concretezza per portare a casa quel risultato che da troppi anni i cittadini, io credo i cittadini di tutto il nostro Paese attendono: un'autonomia responsabile, un'autonomia dei territori, un'autonomia che quindi ridona efficienza ed efficacia al servizio pubblico, ai servizi che dobbiamo rendere ai cittadini.

E proprio in questo contesto bene la legge quadro, primo mattone fondamentale, e bene anche gli elementi che dentro questa legge quadro ci sono, e quindi la forte interazione fra il Governo ed anche il Parlamento per portare a casa dei risultati di concretezza; ma bene anche e soprattutto le parole che ha detto rispetto ai territori. L'autonomia deve essere un principio di sussidiarietà che avvicina, come dicevo, il servizio ai territori; e quindi non, come alcuni pensavano, una mera sostituzione di centralismo: non ci interessava sostituire il centralismo di Roma con quello magari di alcune regioni.

In questo senso molto importanti sono anche le parole che ha detto rispetto a ridurre i gap: i gap delle infrastrutture, i gap dei servizi fra tutte le regioni, fra il Nord e il Sud, com'è ovvio che sia, ma anche dentro le stesse regioni, del Nord e del Sud. Perché l'Italia è un Paese meraviglioso; è un Paese però molto lungo, molto stretto, che ha differenze molto profonde, e quindi l'autonomia può consentire di ridurre queste differenze e di dare a tutti la stessa opportunità di sviluppo. Quindi buon lavoro, Ministro, e soprattutto avrà sempre l'appoggio del nostro partito, del Partito Democratico.