Esame delle questioni pregiudiziali
Data: 
Giovedì, 9 Gennaio, 2020
Nome: 
Umberto Buratti

A.C. 2302

Presidente, la questione pregiudiziale presentata dalla Lega - credo debba essere detto subito - appare strumentale e carente da un punto di vista sostanziale; in realtà si cela un'opposizione relativa al merito del provvedimento oggetto in discussione. Infatti, quanto alle pregiudiziali, già la Corte Costituzionale ha sancito più volte la propria posizione: ricordo come ha ripetutamente affermato che il sindacato sull'esistenza della legittimità dell'adozione da parte del Governo di un decreto-legge debba limitarsi alla evidente mancanza dei presupposti di straordinaria ed necessità ed urgenza ex articolo 77, comma 2, della Costituzione, rimanendo invece la valutazione del merito delle situazioni di urgenza nell'ambito della responsabilità politica del Governo nei confronti delle Camere chiamate a decidere sulla conversione in legge del decreto.

Per quanto riguarda sempre questo provvedimento, credo sia opportuno inquadrare questo strumento, che disciplina una complessa operazione finanziaria, ai sensi della quale sono attribuiti a Invitalia uno o più contributi in conto capitale, fino a 900 milioni di euro nel 2020, interamente finalizzati al rafforzamento patrimoniale della Banca del Mezzogiorno-Mediocredito Centrale. L'operazione è volta a consentire a questa la promozione di attività finanziarie e di investimento, anche a sostegno delle imprese nel Mezzogiorno, anche mediante l'acquisizione di partecipazioni al capitale di banche e società finanziarie. A seguito di tali operazioni viene prevista la possibilità di costituire una nuova società a cui assegnare le menzionate attività e partecipazioni acquisite da banche e società finanziarie. Le azioni della società così costituita sono attribuite senza corrispettivo al Ministero dell'Economia e delle Finanze. Secondo quanto evidenziato dal Governo nel comunicato stampa del 13 dicembre 2019, le misure di questo provvedimento si inseriscono anche nell'azione di rilancio della Banca Popolare di Bari, che, con oltre 350 filiali, 9 miliardi di raccolta, 14 miliardi di attivo e 3.300 dipendenti, è il primo gruppo creditizio autonomo del Mezzogiorno. La banca ha quote di mercato significative, di circa il 10 per cento del territorio; pensiamo che ha raccolta in Puglia, Basilicata e Abruzzo. Con il numero dei soci, pari a 70 mila, è la più grande popolare rimasta in Italia dopo quella di Sondrio. La cessazione dell'attività della banca implicherebbe il blocco dell'operatività, con forte pregiudizio della continuità di finanziamento di famiglie e imprese. In conseguenza della procedura di amministrazione straordinaria cui è stata sottoposta la Banca Popolare di Bari lo scorso 13 dicembre da parte della Banca d'Italia, il Governo è intervenuto con urgenza per assumere tutte le iniziative necessarie a garantire la piena tutela degli interessi dei risparmiatori e rafforzare il sistema creditizio a beneficio del sistema produttivo del Sud. Nessuna banca medio-grande può fallire senza creare seri problemi a risparmiatori, imprese, altri istituti di credito e persino al debito sovrano. Appare dunque ragionevole e necessario agire verso la Popolare di Bari. Anche alla luce di queste considerazioni, è doveroso, come ricordato dal Ministro Gualtieri, che il Governo intervenga urgentemente per garantire la piena tutela dei risparmiatori e del tessuto imprenditoriale sostenuto dalla Banca Popolare di Bari.

Colleghi, è fondamentale la ricostituzione del capitale della banca, ma soprattutto del capitale di fiducia, che vuol dire dare fiducia a tutto il territorio interessato e alle sue genti. È importante evidenziare come questo provvedimento presenti caratteri molto innovativi e positivi rispetto alla gestione di crisi bancarie passate: innanzitutto, a sostegno della solidità dell'istituto barese, è intervenuto il Fondo interbancario di tutela dei depositi, che in passato la Commissione europea aveva discutibilmente impedito per vicende analoghe e che invece, come ha riconosciuto la Corte di giustizia europea, non può essere considerato come un aiuto di Stato, perché le sue risorse sono interamente apportate dal sistema bancario privato. Termino, Presidente, evidenziando come il potenziamento delle capacità patrimoniali del Mediocredito Centrale, che avrà la funzione di vera banca pubblica di investimento, consentirà di concorrere al rilancio della Banca Popolare di Bari nel quadro di un più ampio disegno, che punta a sostenere lo sviluppo del sistema economico del Sud, che richiede la presenza di intermediari finanziari focalizzati sul territorio, a sostegno delle famiglie e con capacità di favorire la crescita delle imprese meridionali