Presidente, credo che abbiano fatto molto bene le forze parlamentari a presentare una mozione unitaria, che ci consente di riflettere su un tema che sta minando la funzionalità della vita dei comuni italiani attraverso questa anomalia che stiamo registrando, cioè la carenza dei segretari comunali. Credo che la situazione sia stata illustrata con compiutezza anche dai colleghi. C'è una carenza di segretari, soprattutto nella prima fascia, nella fascia di accesso alla carriera, che è quella che riguarda la possibilità di esercitare il ruolo di segretario comunale nei piccoli comuni; c'è una situazione paradossale per la quale la carenza dei segretari comporta la creazione di convenzioni monstre fatte da più di cinque, sei, sette comuni che costringe i segretari comunali ad avere la valigetta in mano giorno per giorno, cambiando sede e dovendo in modo non funzionale rispondere alle esigenze dei comuni italiani. Quindi i contenuti della mozione non possono che essere condivisi dal Partito Democratico, l'auspicio che però facciamo nei confronti del Governo - e crediamo che la mozione possa essere uno stimolo nei confronti del Governo - è dare risposta rapida a questa situazione. Dovevamo forse farlo nella legge di bilancio, ma abbiamo un'occasione anche nel “Milleproroghe”, negli strumenti su cui si sta lavorando in questi giorni per dare una risposta che sia immediata.
Faccio un appello al sottosegretario: noi possiamo sicuramente trovare delle soluzioni tampone e non di sistema, perché il sistema, come sapete, prevede un corso-concorso e l'immissione all'albo dei segretari - è un lavoro e un mestiere molto delicato, quindi è giusto che ci sia anche un rigore nell'accesso alla carriera - ma dobbiamo consentire nel breve periodo, anche se per un periodo transitorio, a figure professionali sperimentate, che sono i vicesegretari, sono i dirigenti dei comuni con più lunga esperienza che avrebbero i titoli naturalmente per partecipare al concorso, di poter dare una risposta rapida.
Vorrei ricordare al Governo che è drammatica dappertutto, ma io penso che possa essere compreso dall'Aula quanto sia drammatica la situazione nei territori dell'Italia centrale colpiti dal sisma, dove le difficoltà di reperimento del segretario si vanno a sommare ad altre difficoltà dovute alla carenza di personale, che, pure, in qualche modo, abbiamo affrontato nella legge di bilancio.
Mi permetterà, però, il sottosegretario Variati di sperare che la mozione che presentiamo sia l'occasione per riflettere anche sulla figura professionale del segretario. Ricordo la riforma che alla metà degli anni Novanta è stata costruita e ha tolto dal Ministero dell'interno, attraverso la creazione di un'Agenzia specifica, il ruolo dei segretari comunali ed il governo dei segretari comunali, consentendo ai sindaci di scegliere liberamente - se mi permette il sottosegretario - anche facendo, come dire, terminare un'ipocrisia, perché prima sceglievano comunque i sindaci, perché i prefetti erano comprensivi delle esigenze dei sindaci; quindi, abbiamo normato un'abitudine, ma abbiamo creato una figura professionale che veniva governata dagli stessi sindaci e dai segretari; fu una delle esperienze dove i consigli di amministrazione delle Agenzie erano formati da sindaci e segretari e da presidenti di province con, quindi, un'autogestione della categoria che ha dato buoni frutti anche nella costruzione di norme di gestione e ha consentito di poter calendarizzare, anno dopo anno, i concorsi che si sono succeduti.
Dobbiamo dire che quando fu abolita l'Agenzia dei segretari e questi tornarono sotto il governo del Ministero dell'interno, poi, abbiamo avuto un periodo dove i concorsi non sono stati più effettuati e l'effetto della mancanza della costruzione delle procedure concorsuali ha determinato ciò che registriamo oggi e cioè una carenza diffusa che viene pagata, come sempre, dai più piccoli, perché sono i primi dove ai segretari viene consentito l'accesso, nel momento in cui vincono il concorso.
Come dicevo, tuttavia, il tema è delicatissimo, perché la figura del segretario comunale nella storia di questo Paese è stata una figura di terzietà ed è stata una figura che ha consentito ai consigli comunali e alle giunte di poter costruire atti amministrativi legittimi, a prescindere dalle volontà delle singole forze politiche che compongono un consiglio comunale o provinciale. E la scelta dei sindaci è stata una scelta che, invece, ha messo in discussione, in qualche modo, quella terzietà, perché si è instaurato un rapporto fiduciario tra sindaco che sceglie e segretario che viene scelto che, indubbiamente, ha creato fragilità nella garanzia che il segretario comunale rappresentava rispetto all'intero consiglio comunale, non alla maggioranza di governo.
È questo un tema delicatissimo e gli anni che si sono succeduti ci hanno consentito probabilmente anche di fare una riflessione sui limiti di quella riforma, sulla necessità di tornare a costruire un sistema che desse garanzia della legittimità degli atti, tema delicatissimo, perché è questione che riguarda la legittimità a monte dell'atto amministrativo, che, nel momento in cui è venuta un po' meno, ha consentito alla Corte dei conti e alla Corti dei conti regionali di fare un processo di controllo a valle dell'atto amministrativo che ha portato alle cose che conoscete e che naturalmente io non riassumo qui e cioè alla costruzione di un processo di responsabilità contabile che ha indebolito, e non rafforzato, sicuramente, il sistema, anche per la fragilità della stessa costruzione delle Corti dei conti regionali che, all'inizio, non avevano expertise, mestiere, per poter affrontare un tema che riguardasse 8 mila comuni e 100 province italiane.
È un tema che va oltre l'emergenza e io voglio sperare che il Parlamento e il Governo trovino il tempo di riflettere su un mestiere che è andato un po' scemando, lo dice chi a quella riforma ha partecipato attivamente, ma, guai se una riforma che tocca uno dei gangli più delicati della struttura amministrativa del Paese non fosse sottoposta ad analisi a dieci anni dal suo varo e dalla sua costruzione.
Penso che questa mozione possa servire al Parlamento per affrontare il tema nella sua complessità e, quindi, distinguerei due piani: da una parte, quello dell'urgenza, che ci consente anche di allargare provvisoriamente, per carità, le maglie dell'albo dei segretari e di consentire ai vicesegretari e ai funzionari dei comuni di poter svolgere il loro lavoro e di consentire ai comuni di svolgerlo al meglio e, dall'altra parte, di riaprire un tema, credo che il tempo sia maturo perché quel tema possa essere riaperto, è un tema che ha una dimensione molto nuova dentro a questo percorso della legalità e della trasparenza, ci sono nuove norme, nuove costruzioni amministrative che il segretario può interpretare; immagino quanto incroci il tema dell'anticorruzione e della responsabilità della figura che, all'interno delle amministrazioni comunali, svolge il ruolo di tutore della legalità e della trasparenza.
Credo che ciò meriti una riflessione più approfondita; voglio sperare che il Governo vorrà farla, io spero che il Parlamento potrà occuparsene e naturalmente auspichiamo che l'approvazione di questa mozione unitaria possa dare risposte ai bisogni immediati dei piccoli comuni italiani che rischiano di non vedere compiuta la loro volontà, la loro forza di governo amministrativa per una carenza dell'organo sovrano della burocrazia interna dei comuni.