Dichiarazione di voto sulla questione di fiducia
Data: 
Mercoledì, 19 Febbraio, 2020
Nome: 
Beatrice Lorenzin

A.C. 2325-A/R

Presidente, onorevoli colleghi, il Partito Democratico esprime la fiducia sul provvedimento che, come è stato già ricordato da quasi tutti gli interventi che mi hanno preceduto, è diventato, per così dire, parte del meccanismo parlamentare italiano, non a caso si chiama “Milleproroghe”, e che cerca di risolvere una serie di questioni amministrative e burocratiche che l'amministrazione dello Stato e non solo dello Stato si porta dietro. Detto questo, non posso che far mie le riflessioni del collega Fornaro in merito alla necessità di rivedere con calma le procedure della messa in campo, dell'analisi del bilancio dello Stato, dalla NADEF alla legge stessa di bilancio, per poi arrivare al “Milleproroghe”. È un dibattito che in un'altra sede potremmo fare in modo più compiuto per dare un maggior ordine anche all'attività del Parlamento su uno degli atti più importanti che abbiamo, cioè la legge del bilancio dello Stato.

Ma sarebbe un po' diciamo ipocrita, essendo noi in un voto di fiducia e quindi esprimendo qui la fiducia al Governo, far finta di non vedere quello che sta accadendo intorno a noi. Quindi, forse un invito ad una riflessione più ampia: alziamo un po' la testa rispetto alle dispute a volte incomprensibili per chi è qui, immaginiamoci per chi è fuori, in merito alle singole norme, e vediamo invece quello che sta accadendo intorno a noi. Perché quello che sta accadendo, cioè fattori esogeni alla politica interna e alla politica economica interna italiana che incidono e incideranno fortemente sul nostro prodotto interno lordo, sono in realtà i fattori che dovrebbero, tutti quanti, farci prestare grandissima attenzione e capire meglio come andare avanti, con uno sguardo alto verso il futuro, dando anche le risposte necessarie alla nostra popolazione rispetto ad una serie di crisi che noi abbiamo alle nostre porte.

La prima è quella che ci ha interessato tutti dal punto di vista sanitario in questo periodo, che è il Coronavirus. Stiamo vedendo già oggi gli effetti mondiali sull'economia di quello che è un virus che ha colpito in particolare una delle più grandi potenze emergenti, quella cinese, che oggi impatta nel sistema mondiale per circa il 17 per cento del PIL; alla scorsa epidemia cinese, cioè la SARS, quasi vent'anni fa, incideva per il 4 per cento. Il riverbero di questa crisi sanitaria è nelle borse di tutto il mondo, ma è nell'economia reale: abbiamo visto i dati del Giappone di qualche giorno fa, con una contrazione del prodotto interno giapponese che non ha precedenti, la più grave negli ultimi anni, a cui si aggiunge una crisi dei consumi dovuta, badate bene, alla decisione di aumentare l'IVA nel mese di ottobre. Questi due fattori, e cioè un fattore di decisione di politica interna, l'aumento dell'IVA a ottobre, unito al fattore del blocco produttivo legato al mercato, e quindi al Coronavirus, ha portato una contrazione di questo trimestre dell'economia giapponese gigantesca, non prevedibile.

E sono i fattori esogeni quelli che ormai stanno influenzando l'andamento delle economie del globo, tra cui quella europea e quella italiana. Non a caso, le ragioni fortissime che ci hanno portato a questo Governo nel mese di settembre sono tutte lì, sono ancora tutte lì, e anche con nuove sfide. Sono lì, ed erano quella di rispondere con i fatti, con misure anticicliche rispetto alla crisi dei dazi americani sull'economia europea, che hanno inciso sui fattori dell'export italiano: ricordiamoci che il nostro sistema produttivo per più del 70 per cento è legato alle esportazioni. La questione enorme che avevamo in tutto il mese di agosto, di settembre e di ottobre, e che ci siamo portati avanti in questa legge di bilancio: ricordiamoci, presa in corsa – presa in corsa – rispetto al Governo precedente, e questo “Milleproroghe” è giustamente il corollario finale alla gestione di una criticità che il Governo ha dovuto affrontare, e cioè quella di sterilizzare 23 miliardi di IVA che avrebbero portato 583 euro in più a famiglia e una crisi dei consumi, come ci dimostra - e dovremmo stare molto attenti a quello che è accaduto in Giappone - l'esperienza giapponese, quindi cercare di analizzarla. Una crisi dei consumi di cui ora non stiamo parlando, perché l'abbiamo affrontata.

Accanto a questo, abbiamo cominciato a mettere in campo una serie di misure non facili, complesse per affrontare sempre un fattore esogeno, e cioè la crisi dell'export. Abbiamo riacquistato centralità nel sistema internazionale, che non avevamo più: perché dobbiamo ricordarcelo, questa centralità l'avevamo completamente persa, e la credibilità e l'affidabilità dell'Italia sui mercati è data dai 130 punti di spread di oggi; questo a testimonianza che le fibrillazioni sui giornali poi hanno poco effetto, quello che conta sono i fatti. Io non sono una tifosa dello spread in negativo: sto semplicemente dicendo che questo libera miliardi di risorse, in un contesto così complesso come quello che stiamo affrontando adesso, e che probabilmente dovremo affrontare nei prossimi mesi, perché ancora non sappiamo quanto durerà la crisi cinese e quale sarà l'effetto sul mercato italiano: abbiamo degli scenari molto negativi. A me non piace essere disfattista, voglio guardare con ottimismo al futuro; ma si può guardare con ottimismo al futuro quando si costruisce in modo solido il presente. E il presente si costruisce con un ragionamento chiaro con gli italiani, non fatto di slogan, ma fatto di un atteggiamento di responsabilità, in base alle cose che noi dobbiamo e possiamo fare adesso, non a quelle che ci piacerebbe fare. E questa è la ragione di questa alleanza: una ragione fatta da personalità e da forze anche con culture diverse, in alcuni ambiti distinte, e questo essere distinti non è necessariamente un male; ma lo sforzo della responsabilità del Governo, uno sforzo - scusatemi - che il Partito Democratico sta affrontando in modo secondo me esemplare, facendosi carico anche di responsabilità non proprie, è quello di trovare una sintesi. Cioè, la ricerca della sintesi è la natura stessa della politica democratica: e cioè, trovare la soluzione migliore ai problemi che abbiamo di fronte. Questo è secondo me poi un richiamo al modo con il quale dobbiamo affrontare le sfide che abbiamo di fronte.

In questo “Milleproroghe” non abbiamo risolto tutti i problemi sul campo, non era quello il veicolo; non lo potevamo neanche fare: sappiamo la difficoltà che abbiamo avuto per avere l'ammissibilità di alcuni emendamenti, che non potevamo avere se non c'era l'adesione di tutta la compagine parlamentare, maggioranza e opposizione. Abbiamo risolto alcune questioni, che però sono di fondo: abbiamo stabilizzato e garantito la stabilizzazione per migliaia di precari; abbiamo continuato un investimento in ricerca e innovazione, che sono degli aspetti su cui noi dobbiamo puntare per mantenere competitivo il nostro Paese; abbiamo lavorato cercando di recuperare alcune emergenze nel sistema sanitario, passando dall'assunzione dei nuovi medici al tema delle specializzazioni, fino a un grandissimo piano, cioè a portare avanti l'eradicazione dell'epatite C, che è uno dei grandi obiettivi di salute del Governo italiano. Di questo e di quelli precedenti, perché si lavora anche in continuità rispetto alle grandi questioni che deve affrontare questo Paese.

Così come, sempre in questo “Milleproroghe”, siamo riusciti finalmente a dare una risposta alle periferie, in particolare a quella della capitale, liberando risorse che erano incagliate per quanto riguarda il recupero dei piani di zona. Dico alcuni aspetti che mi vengono in mente, ma ce ne sono moltissimi, essendo questo un provvedimento molto, molto ampio.

Ma ritorniamo, invece, all'obiettivo. È quello di un'agenda di Governo, che sappia tenere nei prossimi mesi alti gli obiettivi che dobbiamo raggiungere: creare nuovo lavoro, e quindi abbassare ancora le tasse sul lavoro, per affrontare in modo anticiclico crisi che non sono prodotte nel nostro Paese, ma vengono da fuori; affrontare i temi delle diseguaglianze, dalla salute alla previdenza; occuparci del tema dell'educazione, e quindi della capacità di affrontarli con le nuove popolazioni; e non per ultimo, perché è sempre importante e lo abbiamo già inserito nella legge di bilancio, affrontare il grande tema della famiglia e della natalità in questo Paese, che sono questioni che riguardano il futuro delle prossime generazioni.

Sono queste le ragioni per cui il Partito Democratico dà la fiducia a questo provvedimento, con il quale intende continuare a lavorare in modo costruttivo ai problemi reali del Paese.