Relatore
Data: 
Giovedì, 12 Marzo, 2020
Nome: 
Pietro Navarra

Doc. LVII-bis, n.

Grazie, Presidente. La relazione in esame, presentata al Parlamento, illustra l'aggiornamento del piano di rientro verso l'obiettivo di medio termine per la finanza pubblica in relazione agli interventi che il Governo intende assumere per fronteggiare l'emergenza epidemiologica del COVID-19.

Al riguardo, ricordo che, a norma del Patto di stabilità e crescita, ciascuno Stato membro deve raggiungere e mantenere il proprio obiettivo di medio termine per la finanza pubblica oppure attuare un percorso di avvicinamento verso l'obiettivo di medio termine stesso. L'obiettivo di medio termine è definito in modo specifico per ciascun Paese sulla base del potenziale di crescita dell'economia, del livello del debito e delle passività implicite. Per l'Italia l'obiettivo di medio termine è stato, fino a tutto il 2019, il pareggio di bilancio. A seguito del recente aggiornamento, il nuovo obiettivo di medio termine per l'Italia, nel prossimo triennio 2020-2022, è il raggiungimento di un avanzo strutturale dello 0,5 per cento del PIL. La revisione dell'obiettivo di medio termine discende dalle mutate condizioni delle prospettive di crescita, riviste al ribasso. Inoltre, il persistente elevato livello di debito e la dinamica demografica hanno determinato una rimodulazione dell'obiettivo di medio termine in senso maggiormente restrittivo.

L'impegno dell'Italia è, pertanto, quello di disegnare un percorso di finanza pubblica che assicuri nel medio termine l'avvicinamento all'obiettivo di medio termine. La relazione è adottata ai sensi dell'articolo 6, comma 5, della legge 24 dicembre 2012, n. 243; al riguardo, ricordo che con legge rinforzata n. 243 del 2012 è stata data attuazione al nuovo articolo 81 della Costituzione, come modificato dalla legge costituzionale n. 1 del 2012. L'articolo 6, comma 1, della legge n. 243 del 2012 prevede, in linea generale, che scostamenti temporanei del saldo strutturale dall'obiettivo programmatico siano consentiti in caso di eventi eccezionali. Il comma 2 considera eventi eccezionali i periodi di grave recessione economica ed eventi straordinari al di fuori del controllo dello Stato, ivi incluse le grandi calamità naturali, con rilevanti ripercussioni sulla situazione finanziaria generale del Paese. Il comma 3 prevede che in tali casi siano consentiti scostamenti temporanei del saldo strutturale dall'obiettivo programmatico, sentita la Commissione europea e previa autorizzazione approvata dalle Camere a maggioranza assoluta dei rispettivi componenti, indicando, nel contempo, il piano di rientro rispetto all'obiettivo di medio termine. In particolare, il comma 5 dell'articolo 6, ai sensi del quale è adottata la relazione in esame, prevede che il piano di rientro rispetto agli obiettivi di medio termine possa essere aggiornato con le modalità di cui al comma 3 al verificarsi di ulteriori eventi eccezionali, ovvero qualora, in relazione all'andamento del ciclo economico, il Governo intenda apportarvi modifiche.

Venendo al contenuto della Relazione, evidenzio che essa reca la richiesta di un aggiornamento del piano di rientro verso l'obiettivo di medio termine già autorizzato con la Relazione al Parlamento del 2019, allegata alla NADEF 2019. La richiesta è finalizzata all'adozione di misure di carattere straordinario e urgente che consentano di fronteggiare le rilevanti esigenze di natura sanitaria e socio-economica derivanti dall'emergenza epidemiologica COVID-2019. Il pacchetto di misure che il Governo intende adottare consiste in un aumento delle risorse destinate al Sistema sanitario pubblico, al sistema della Protezione civile e alle Forze dell'ordine, per assicurare la dotazione di strumenti e mezzi necessari ad assistere le persone colpite dalla malattia e prevenire e mitigare il rischio di contagio.

Ulteriori risorse saranno dirette al contrasto dei disagi sociali ed economici conseguenti al rallentamento e, in alcuni casi, sospensione dell'attività economica, mediante il sostegno dei redditi, la salvaguardia dell'occupazione, il potenziamento degli ammortizzatori sociali, il rafforzamento del congedo parentale, il sostegno dei genitori che lavorano, nonché il sostegno alle aziende interessate al fine di impedire la crisi di liquidità e anche il sostegno agli investimenti pubblici e privati.

Si ricorda, in proposito, che la NADEF 2019 e le relative risoluzioni parlamentari hanno indicato in termini di PIL i seguenti valori programmatici del saldo di indebitamento netto: 2,2 per cento nel 2020, 1,8 per cento del 2021 e 1,4 per cento nel 2022. Successivamente alla presentazione della NADEF, il Governo ha dato conto di miglioramenti del livello tendenziale dell'indebitamento netto dovuto a un più favorevole andamento dei versanti tributari rispetto alle previsioni. Tali incrementi, per gli esercizi 2020 e seguenti, sono stati in parte portati al miglioramento delle previsioni di bilancio in occasione della presentazione del disegno di legge di bilancio 2020 e ulteriori incrementi di entrate tributarie per complessivi 841 milioni, a decorrere dal 2020; l'incremento è ascrivibile a una stima di aumento strutturale delle entrate tributarie della pubblica amministrazione rispetto alle previsioni della Nota di aggiornamento del DEF. Le appena menzionate variazioni rispetto alla NADEF risultano scontate nelle stime di indebitamento netto riportate nella Nota tecnico- illustrativa al 2020 che illustra l'andamento del saldo a seguito dell'approvazione della legge di bilancio del 2020 e del “decreto fiscale” n. 124 del 2019.

Da ultimo, il comunicato Istat sul PIL e l'indebitamento delle amministrazioni pubbliche, pubblicato il 2 marzo 2020, riporta le nuove stime provvisorie riferite al PIL e all'indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni per gli anni 2016-2019. In particolare, nel 2019, l'indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche, misurato in rapporto al PIL, è indicato in misura pari all'1,6 per cento, a fronte del 2,2 per cento previsto dalla Nota tecnico-illustrativa al 2020. Il comunicato sull'entrata tributaria del Ministero dell'Economia e delle finanze del 5 marzo 2020 evidenzia come nel 2019 si sia registrato un netto miglioramento dell'indicatore di indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni a cui ha contribuito la dinamica sostenuta delle entrate.

Per quanto attiene al raffronto tra il 2018 e il 2019, facendo riferimento ai dati del comunicato Istat, la riduzione dell'indebitamento netto dal 2018 al 2019, per circa 9,5 miliardi, risulta attribuibile sia al miglioramento del saldo primario che è passato da circa 25,8 miliardi a circa 31 miliardi, sia a una riduzione della spesa per interessi per circa 2,3 miliardi.

Non risultano, invece, disponibili informazioni riguardo all'aggiornamento delle stime riferite al salto di indebitamento per gli anni 2020 e successivi. In proposito, la Relazione in esame fa presente che con la presentazione del Documento di economia e finanza 2020 l'evoluzione della situazione sanitaria e i conseguenti riflessi in termini sociali di crescita economica e di finanza pubblica potranno essere valutati anche alla luce delle informazioni più aggiornate e della complessiva revisione dello scenario macroeconomico. In questa sede, si terrà anche conto del risultato 2019 dell'indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche.

Ricordo, quindi, che nella lettera trasmessa, in una prima fase, il 5 marzo 2020 dal Governo alla Commissione UE, nel riferire preliminarmente sull'evoluzione dell'emergenza sanitaria e sulle misure già assunte, si faceva presente che il Governo aveva deciso un pacchetto di misure del valore di circa 6,3 miliardi di euro sul deficit della pubblica amministrazione. Tuttavia, la stessa lettera fa presente che tale stima di deficit potrebbe cambiare in occasione della presentazione del Programma di Stabilità per l'Italia, citando in proposito una serie di fattori, tra cui il miglioramento registrato nel 2019, ma anche l'imprevedibilità dell'impatto sul quadro economico e di finanza pubblica dell'emergenza in corso.

Nella medesima lettera all'UE, il Governo faceva presente che chiederà alla Commissione di considerare il pacchetto di emergenza come una spesa una tantum e, come tale, da non computare ai fini del saldo strutturale. Tali oneri non dovrebbero pertanto essere considerati ai fini del calcolo del saldo di bilancio strutturale, il cui percorso di aggiustamento rimane pertanto invariato rispetto a quello delineato dalla NADEF 2019 e nel Documento programmatico di bilancio 2020.

Nella lettera di risposta, la Commissione europea conferma che le misure di spesa pubblica adottate una tantum in relazione all'emergenza epidemiologica in corso sono da considerarsi escluse per definizione dal calcolo del saldo di bilancio strutturale e dalla valutazione del rispetto delle regole di bilancio vigenti. La Commissione evidenzia, inoltre, che il quadro delle regole di bilancio contiene gli elementi di flessibilità necessari ad affrontare gli eventi eccezionali al di fuori del controllo del Governo, pur nell'ambito del mantenimento delle condizioni di sostenibilità della finanza pubblica.

La Commissione procederà a una valutazione preliminare delle richieste di flessibilità basate sulla clausola di flessibilità per eventi eccezionali al momento della presentazione dei Programmi di Stabilità 2020. In quell'occasione, si terrà conto della necessità di adottare misure urgenti per la salvaguardia del benessere dei cittadini e per mitigare gli effetti negativi sulla crescita economica dell'emergenza epidemiologica.

Le misure adottate successivamente, con il DPCM del 9 marzo 2020, non previste al momento della presentazione alla Camera della Relazione al Parlamento 2020, determinano un ulteriore impatto sulla situazione socio-economica del Paese.

Il Governo ritiene quindi di rafforzare ulteriormente il sostegno che intende assicurare al sistema economico del Paese. Sentita la Commissione, la richiesta di autorizzazione all'ulteriore ricorso all'indebitamento è incrementata di ulteriori 13,75 miliardi, pari a 0,8 punti percentuali, da utilizzare nel corso del 2020 in relazione all'ulteriore intensificarsi dell'epidemia da COVID-19. Considerata anche la precedente richiesta di autorizzazione, l'obiettivo programmatico di indebitamento netto potrà pertanto aumentare fino a 20 miliardi di euro, corrispondenti a circa 1,1 punti percentuali di PIL.

Considerato l'importo complessivo per il quale si chiede l'autorizzazione alle Camere, il saldo netto da finanziare del bilancio dello Stato potrà aumentare fino a 104,5 miliardi di euro nel 2020 in termini di competenza e a 154 miliardi di euro in termini di cassa, con un incremento degli stanziamenti fino a 25 miliardi di euro sia in termini di competenza che in termini di cassa. Considerata la temporaneità degli interventi e nelle more di un più complessivo aggiornamento dello scenario economico e di finanza pubblica, da definire con il prossimo Documento di economia e finanza, rimane invariato il percorso di convergenza verso l'obiettivo di medio termine già indicato nella relazione presentata al Parlamento.