05/05/2020
Andrea Rossi
LOTTI, PICCOLI NARDELLI, PRESTIPINO, CIAMPI, DI GIORGI, ORFINI, ENRICO BORGHI e FIANO
3-01513

Al Ministro per le politiche giovanili e lo sport. — Per sapere – premesso che:

   considerato l'evolversi della situazione epidemiologica in Italia, causata dal carattere particolarmente diffusivo dell'epidemia da Coronavirus (COVID-19), negli ultimi mesi il Governo ha varato diverse misure restrittive;

   l'articolo 1, comma 2, lettera c), del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6, ha sospeso già dal 5 marzo 2020 gli eventi e le competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato, sospensione confermata dall'ultimo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 26 aprile 2020 anche nell'avvio della «fase 2», che ha invece, all'articolo 1, comma 1, lettera g), consentito, dalla data del 4 maggio 2020, sessioni di allenamento a porte chiuse degli atleti, professionisti e non professionisti, di discipline sportive individuali;

   la circolare del Ministero dell'interno pubblicata il 2 maggio 2020, sulla base di una lettura sistematica delle varie disposizioni, ritiene sia comunque consentita, anche agli atleti, professionisti e non, di discipline non individuali l'avvio di sessioni di allenamento;

   sono già molte le regioni che hanno disposto l'apertura agli allenamenti individuali anche per tutti gli atleti di squadra. Tra le prime, la regione Emilia-Romagna, seguita anche dal Lazio, dalla Campania e dalla Sardegna;

   necessitano di adeguato chiarimento le modalità e le tempistiche di un'eventuale ripresa degli sport di squadra e la conclusione della stagione in corso dei campionati professionistici di calcio di serie A, B e di Lega Pro, nonché della Lega nazionale dilettanti;

   l'Uefa – si apprende dalle dichiarazioni del presidente Aleksander Ceferin – ribadendo la volontà di portare a termine tutti i campionati, avrebbe emesso le prime direttive in merito alle competizioni europee, stabilendo la data del 3 agosto 2020 quale termine ultimo per disputare le competizioni interrotte –:

   se il Ministro interrogato non intenda attivarsi, per quanto di competenza, al fine di promuovere, nel rispetto del principio dell'autonomia sportiva, un percorso condiviso per affrontare la conclusione della stagione in corso dei campionati professionistici di calcio di serie A, B e di Lega Pro, nonché della Lega nazionale dilettanti, contemperando il valore assoluto della tutela della salute con la regolarità delle richiamate attività sportive e scongiurando ripercussioni negative sul sistema che potrebbero comprometterne la stessa sostenibilità.

Seduta del 6 maggio 2020

Illustrazione e replica di Andrea Rossi, risposta del governo di Vincenzo Spadafora, Ministro per le Politiche giovanili e lo sport.

Illustrazione

Grazie, Presidente, grazie, Ministro. Spero non sfugga a nessuno quella che è la dimensione economica e sociale che rappresenta, nel nostro Paese, il sistema sportivo del calcio; un sistema, appunto, economico e sociale, alla pari di altri settori che, in questa “fase 2”, dal 4 di maggio, hanno visto appunto il loro riattivarsi, sulla base di quelli che sono specifici protocolli. Quindi, anche per quanto riguarda ovviamente il movimento sportivo, l'ultimo DPCM ha fatto sì che da lunedì 4 maggio siano iniziati gli allenamenti individuali, anche per le società sportive, e dal 18 di maggio sia prevista la ripresa anche degli allenamenti di squadra. Il Partito Democratico chiede, appunto, al Ministro se intenda e come intenda attivarsi, ovviamente per quanto di sua competenza, al fine di promuovere, nel pieno rispetto dell'autonomia sportiva, un percorso condiviso, sulla base ovviamente di un protocollo specifico sanitario, per affrontare la conclusione della stagione in corso dei campionati professionistici di serie A, di serie B e di Lega Pro, nonché della Lega nazionale dilettanti. Consapevoli, come siamo, di quelle che sono le diversità e le opportunità che le stesse categorie che ho citato portano al proprio interno

Risposta del governo

Grazie, Presidente. Posso assicurare che, sin dall'inizio dell'emergenza sanitaria, ancora prima del lockdown, ho mantenuto un rapporto quotidiano con la Federazione Italiana Giuoco Calcio per un confronto costruttivo e nel rispetto dei ruoli. Anche il mondo dello sport, purtroppo, si è dovuto fermare; il simbolo tristemente evidente, più evidente di tutto questo è stato il rinvio delle Olimpiadi, ma in Italia penso anche a importanti competizioni come il Giro d'Italia e gli Internazionali di tennis. Come ricordato dall'interrogante, nell'interrogazione, il Governo ha dovuto contemperare il valore assoluto della tutela della salute e deve continuare a farlo nell'interesse di tutti i cittadini italiani.

La road map è molto chiara ed è tuttora valida: il 4 maggio, nel momento della prima fase di riapertura, sono ripresi gli allenamenti degli sport individuali e, a livello singolo, anche degli sport di squadra, sulla base di un protocollo che è stato emanato dall'Ufficio per lo Sport ed elaborato insieme al CONI, al CIP, alla Federazione dei medici sportivi ed è stato validato dal Comitato tecnico-scientifico; il 18 maggio, auspicabilmente, per la ripresa di tutti gli allenamenti di squadra, questa ripresa avverrà con le medesime modalità. In particolare, per il calcio, la FIGC ha proposto un protocollo, per i soli allenamenti, sul quale il Comitato tecnico-scientifico ha ritenuto di dover fare degli approfondimenti. L'audizione avverrà domani e speriamo possa servire a dare via libera al protocollo, considerando anche che il calcio non consente né distanze di sicurezza, né l'utilizzo di dispositivi di protezione.

Negli ultimi tre giorni, però, si è improvvisamente assistito a un inasprirsi del dibattito politico e mediatico, a mio parere anche abbastanza incomprensibile agli occhi di milioni di italiani che temono per la loro salute e il loro lavoro; finanche le diverse tifoserie organizzate lo hanno stigmatizzato. L'idea di definire con urgenza, ora e subito, la data della ripresa dei campionati di calcio contrasta con l'esigenza di definire i passi sulla base dell'andamento dei dati. Ricordo che in Europa, in questo momento, le uniche date certe sono quelle dei Paesi che hanno deciso di bloccare i campionati, di bloccarli per sempre e, anche - è notizia di poco fa - l'Inghilterra, che sembrava la più pronta a riprendere, ha rinviato di un'altra settimana la decisione di riprendere gli allenamenti. Di fronte a tali pressioni, non posso che ribadire e confermare la mia linea e quella del Governo che non è mai cambiata e cioè auspichiamo tutti vivamente che i campionati possano riprendere regolarmente; allo stesso tempo, oggi, è impossibile definire una data certa, perché dobbiamo almeno verificare come reagirà la curva dei contagi nelle prossime due settimane, dal momento che solo due giorni fa il Paese ha avviato la graduale fase di riapertura; dovremo anche ricevere le valutazioni del Comitato tecnico-scientifico e, solo allora, il Governo potrà decidere. Il mio impegno a favore di tutto il mondo dello sport - e ho concluso - è raccontato dai fatti: i due decreti già approvati e quello che ci accingiamo ad approvare contengono misure straordinarie adeguate a questa terribile situazione al fine di limitarne enormemente i danni per tutti i settori, calcio tra questi, e spero che possano rappresentare, per il calcio ma anche per tutte le altre discipline e lo sport di base, un'occasione per rigenerarsi, riformarsi e ripartire più di prima.

Replica

Grazie, Ministro. Ovviamente, il nostro gruppo, come era ben evidenziato all'interno dell'interrogazione, non chiede in questo momento una data certa, ma sicuramente quello che viene chiesto è di valutare ed esperire tutte quelle che sono le possibilità per una ripartenza dei campionati, consapevoli, come dicevo prima, delle diverse peculiarità anche tra la Serie A, la Serie B e la Lega Pro e la Lega Nazionale Dilettanti, e chiede di farlo in sicurezza e con un protocollo sanitario alla pari di altri settori. Ma penso che sia in capo a noi, che oggi siamo chiamati in modo pro tempore al Governo del Paese, assumere le decisioni; fa parte, appunto, della nostra responsabilità. Per fare questo io penso che ci siano due elementi fondamentali. Il primo, è che dobbiamo uscire da una dimensione elitaria, da un'idea e da una dimensione elitaria del calcio, da quelle che sono, appunto, potenziali contrapposizioni tra professionismo e sport di base. A noi spetta ai vari livelli il compito di unire e di tenere insieme tutto il sistema sportivo. Da un lato, c'è il professionismo e sappiamo che una sua non ripartenza produrrebbe un danno enorme. Alcuni dati: una potenzialità di perdita del 38 per cento degli occupati - stiamo parlando di quasi 50 mila posti di lavoro -, un'incidenza di 4 miliardi sul PIL rispetto ai 10 generati sia in modo diretto sia in modo indiretto, 500 milioni di perdita netta del sistema sportivo al netto dei 380 milioni dei diritti Tv e, di conseguenza, ovviamente, un danno erariale, visto che il sistema calcio, come tutti voi sapete, produce 1,3 miliardi di entrate per lo Stato. E, appunto, occorre tenere insieme, però, anche lo sport di base, quelle 50 mila società e quelle 570 mila partite, di cui 65 mila a livello giovanile, che rappresentano per noi un presidio sociale di comunità e di prossimità e che sono fondamentali per la presenza del volontariato nel nostro territorio. A queste società dello sport di base io so che lei, signor Ministro, saprà dare risposta, come già accaduto con il “Cura Italia”, anche con il “decreto Maggio”, ponendo attenzione e dando sostegno e ristoro, appunto, a queste società. Concludo, non esiste, dal nostro punto di vista, né può esistere sport di base senza la vetrina del professionismo ma non può neanche esistere il professionismo senza il lavoro e la passione delle tante squadre dilettanti presenti sul nostro territorio.