A.C. 2229
Grazie mille, Presidente. L'Accordo è un Accordo che si inscrive nella serie di accordi che noi ratifichiamo con alcuni Paesi e presenta due elementi di particolare interesse. Un elemento di particolare interesse riguarda il Mozambico, il Paese con cui stringiamo l'Accordo. Si tratta di uno dei paesi verso cui la politica italiana ha avuto un atteggiamento più cooperativo e collaborativo già dal 1975, dalla data dell'indipendenza. Il nostro Paese è sempre riuscito a instaurare con Maputo, e con le autorità locali, una serie di iniziative di cooperazione, alcune sono rimaste mitiche, come ad esempio le iniziative portate avanti dal municipio di Reggio Emilia, di cooperazione con le municipalità del nord del Paese; altre iniziative sono ancora oggi in funzione e faccio riferimento, in particolare, al progetto pilota della Comunità di Sant'Egidio “Dream” per il contrasto all'AIDS e per il sostegno alle persone sieropositive.
Poi la storia dei rapporti tra Italia e Mozambico ha avuto un momento altissimo quando il nostro Paese, alla fine degli anni Ottanta e per i primi anni Novanta, ha favorito il processo di pace tra Renamo e Frelimo, sempre grazie alla mediazione gestita dalla Farnesina, dall'allora sottosegretario agli Affari esteri, Mario Raffaelli, e alle attività della Comunità di Sant'Egidio. Tutto questo lavoro è culminato il 4 ottobre del 1992 nella firma degli Accordi di Roma, cioè, appunto, la pace tra Frelimo e Renamo, un punto storico per il nostro Paese, che per la prima volta faceva da mediatore con successo nella conclusione di un conflitto africano, sia, ovviamente, per il Mozambico. Ogni anno, il 4 di ottobre, a Maputo e in tutto il Paese, è una grande festa, che non celebra solo la riunificazione di quel Paese, ma anche una grande festa delle relazioni tra Italia e Mozambico.
Quindi questo accordo si iscrive tra le tante iniziative positive portate avanti dal nostro Paese con il Mozambico.
Il secondo elemento per cui vale la pena di spendere qualche parola in più sulla ratifica di un Accordo di cooperazione internazionale è appunto il tema della cooperazione internazionale; oggi è una giornata particolare, è la giornata successiva al ritorno di una ragazza italiana che faceva cooperazione internazionale in Africa, Silvia Romano, un ritorno che abbiamo tutti festeggiato con grandissima gioia; ratificare uno strumento di cooperazione internazionale - ovviamente si tratta di uno strumento che ha a che fare con la cooperazione culturale, scientifica e tecnologica, quindi non direttamente con i temi più legati allo sviluppo, ma più con temi appunto culturali e di cooperazione scientifica - assume in questo momento, a mio giudizio, un valore particolare perché si inscrive in tutte quelle attività in cui istituzioni, società civile, cittadini italiani si prodigano quotidianamente nei rapporti tra Italia e Africa. Questo è un pezzo di un più ampio tassello di relazioni tra l'Italia e l'Africa ed è, secondo me, significativo oggi dedicare un minuto della nostra attenzione a iscrivere questo strumento nelle iniziative di politica estera e di politica di cooperazione che noi mettiamo in campo in Africa; lo facciamo noi, come istituzioni, ma lo fanno quotidianamente tante donne e tanti uomini che sono presenti nel continente africano e che certe volte per portare avanti questo tipo di attività mettono molto più del loro di quello che è previsto dal loro contratto di lavoro o dagli accordi con le organizzazioni che li ospitano; per me è importante ricordarlo perché credo che una riflessione da parte delle nostre istituzioni sulla forma da dare a questi tipi di rapporti debba essere portata avanti, rinnovata anche alla luce dei rischi per la sicurezza che abbiamo visto che una parte di questo personale continua a scontare.
Ci tenevo, quindi, a iscrivere questo Accordo sia nella storia dei rapporti tra Italia e Mozambico sia nella più vasta rete di rapporti tra l'Italia e l'Africa e lo sforzo di cooperazione che noi stiamo facendo a vari livelli, dal punto di vista della lotta alla povertà e dal punto di vista degli scambi culturali e commerciali.