Signor Presidente della Camera, signor Presidente del Consiglio, onorevoli colleghi, vorrei parlare di politica. Noi rispettiamo ogni dolore, ogni eroe, ogni lavoratore ed ogni impresa, ed ogni istituzione di questo Paese, in qualsiasi regione d'Italia vivano, in qualsiasi regione d'Italia abbiano sofferto i lutti di questa terribile pandemia che ha colpito il mondo intero. Noi rispettiamo i nostri colleghi dell'opposizione politica, ma non smetteremo mai di dirvi la verità. Con i dovuti modi, la migliore risposta, Presidente, alla richiesta che ha testé fatto la collega Gelmini sullo spirito di collaborazione che anima il Presidente Conte ed il nostro Governo, è lo sforzo positivo che il Governo ha attuato nella piena collaborazione con le regioni per le nuove regole della “fase 2”, collaborazione che noi apprezziamo, dentro e fuori di quest'Aula. Apprezziamo meno, signor Presidente - per il suo tramite, lo dico ai colleghi Meloni, Molinari e Gelmini -, che qualcuno voglia appropriarsi del 2 giugno, Festa della Repubblica, di tutti gli italiani, per manifestazioni politiche di parte, di una sola parte, per la prima volta nella storia della Repubblica. La collaborazione bisogna attuarla tutti qui, tutti nel rapporto con le regioni, e allora anche nelle piazze di questo Paese, nelle date che hanno scritto il calendario civile dell'Italia. Il suo intervento quest'oggi alla Camera, Presidente, al di là del merito, importantissimo, che noi condividiamo, come abbiamo condiviso in questi mesi, non è casuale e non è ordinario; è frutto di una scelta politica che il Partito Democratico e la maggioranza che sostiene questo Governo hanno fatto in quest'Aula ponendo un vincolo di norma superiore per la parlamentarizzazione dei decreti del Presidente del Consiglio dei ministri. Noi siamo, come italiani, immersi ancora nel vivo di una crisi senza precedenti repubblicani della nostra storia, una crisi che è innanzitutto materiale, ma che non è stata e non diventerà mai crisi d'equilibrio democratico. Lei è qui oggi, Presidente Conte, a rappresentare che lo Stato c'è e c'è sempre stato, perché lo Stato è anche qui, in quest'Aula, Presidente, come lei afferma: siamo noi legislatori e voi esecutivo, e gli altri poteri dello Stato, e l'equilibrio delicato del pluralismo di una democrazia liberale. E mi lasci dire che noi siamo grati a voi del Governo, a lei, per lo sforzo continuo e visibile che avete profuso in questa fase entro questa cornice. Se siamo qui oggi è dunque per rafforzare un principio insostituibile della prevalenza parlamentare nei meccanismi decisionali dello Stato democratico. Lo facciamo consci delle difficoltà dell'emergenza e della loro straordinarietà, ma una fase eccezionale non deve comunque intaccare quell'equilibrio istituzionale di cui parlavo prima.
Abbiamo ottenuto una norma innovativa, che impegna il Governo, salvo casi d'urgenza, a illustrare preventivamente alla Camera i contenuti dei provvedimenti da adottare, e l'abbiamo ottenuto con l'approvazione di una mozione che, laddove si introducono limiti ai diritti fondamentali della persona, si attuino con decreto-legge. Nessun lockdown della democrazia, dunque. Nessun scivolamento verso i pieni poteri che solo qualche mese fa il leader della Lega chiedeva agli italiani, ma consapevolezza del pluralismo iscritto nella Costituzione a democrazia liberale, così poco diffuso in altri Paesi, anche molto importanti, dell'Europa e del mondo. Noi - lo dico per il suo tramite, Presidente, al presidente Molinari - non abbiamo paura di nessuna Commissione parlamentare d'inchiesta che riguardi la gestione del Governo e contemporaneamente che riguardi la gestione delle singole regioni, ogni regione! E, per il suo tramite, Presidente, dico al collega presidente Molinari: se questo è il terreno dell'impegno comune, l'accertamento della verità, allora il suo partito, collega Molinari, non ostacoli in regione Lombardia l'elezione del presidente della commissione d'indagine regionale sui fatti del virus, che spetta all'opposizione consiliare.
Crisi della sussistenza, dunque, per moltissimi italiani. Crisi materiale, Presidente, che allarga lo spettro della fragilità sociale, che divarica le differenze, che rischia di inverare quella profezia di Bauman sulla vittoria della retrotopia, il sogno del passato, sull'utopia, la speranza per un futuro migliore del presente. Ognuno di noi, tutti, qui, ne sono certo, si è battuto contro questa profezia di sventura. Ognuno vorrebbe poter dire ad ogni italiano che tutto ciò che ha perso, anche di più caro, nei lunghi mesi del lockdown sarà recuperato. Lo vorremmo poter dire ad ognuna delle decine di migliaia di persone che hanno perso un proprio caro - lo dico per esperienza personale -, ad ognuna delle imprese che non riescono ad aprire, ad ognuna delle singole persone che ci scrivono, che hanno perso la speranza in se stessi prima ancora che nello Stato. È la preoccupazione comune a tutti, che si salvaguardino le vite materiali e i fondamenti della struttura sociale. È questa preoccupazione, Presidente, che ha portato categorie di lavoratori, mai prima toccati da provvedimenti di ammortizzatori sociali, ad essere raggiunti in questo Paese, ognuno di loro. E dico ancora, per il suo tramite, al collega Molinari: tutti questi preziosi consigli che lei ci ha dato oggi su cosa serva all'agricoltura, come mai non li avete attuati in diciotto mesi in cui avevate il Ministro dell'Agricoltura e il Ministro dell'Interno, invece di venirceli a raccontare oggi? E questa preoccupazione, che è comune tra i gruppi della maggioranza e del Governo, e sono certo anche dell'opposizione, è quella che sta portando, per esempio, miglioramenti così significativi in totale sinergia con l'Esecutivo, con il Ministro Gualtieri, che ringraziamo, al “decreto liquidità” in fase di esame parlamentare. Suggerisco alla sua attenzione, signor Presidente, alcune questioni che ci stanno a cuore, alla Ministra Azzolina e a voi, onorevoli colleghi: il tema della socialità nell'esercizio della funzione scolastica. Noi non dobbiamo pensare, neanche per un momento, che l'aspetto della socialità nella scuola possa essere sostituito da strumenti di meccanico-apprendimento di nozioni o con la sudditanza ad una tastiera o ad un motore di ricerca, come ci ha ricordato una lettera aperta presentata da un gruppo di autorevolissimi intellettuali di questo Paese. Noi non possiamo pensare, Presidente, neanche per un momento, che a pagare il prezzo di una ripresa rallentata della socialità possano essere in particolare i più piccoli italiani, e per questo raccomandiamo a lei l'urgenza delle norme per la fascia 0-3 e 0-6. La straordinarietà dell'azione di ripresa delle attività per questa fascia è, per noi del Partito Democratico, una priorità assoluta!
Nella socializzazione, che deve riprendere a tutto tondo il governo delle nostre vite, sta anche una gestione collegiale che si è fatta della crisi e della battaglia politica che state facendo in Europa, per la quale noi vorremmo una conclusione positiva di questa cooperazione, dove ella, insieme ai ministri Gualtieri e Amendola e al prezioso lavoro del Commissario Gentiloni e ad altri fondamentali Paesi, sta combattendo una battaglia politica di svolta, di svolta epocale mi lasci dire, per l'Europa e per l'Italia.
Una svolta fondata su un principio di mutualità, che è fondativo dell'idea di Europa ma anche essenziale per la nostra ripresa, oltre ogni scetticismo, oltre ogni antieuropeismo, oltre ogni nefasto sovranismo inconcludente e pericoloso. Signor Presidente, ogni strumento che verrà messo a disposizione dell'Italia senza condizioni prevaricatrici, rappresenta per noi una fetta di futuro da non sprecare.
Le chiediamo dunque, signor Presidente del Consiglio, una “fase 2” connotata da riforme significative per il Paese, come lei ha anche qui oggi annunciato, oltre l'emergenza. Lei ne ha già indicate alcune, noi le condividiamo. Una vera semplificazione del funzionamento dello Stato: tra la decisione politica e l'attuazione per il cittadino non ci può essere quella distanza che abbiamo purtroppo dimostrato in alcuni casi; deve esserci la vicinanza dello Stato, la rapidità, la chiarezza, la linearità dei processi, la trasparenza e la semplicità, compresa quella riforma del diritto societario di cui lei ha parlato, che possa favorire la capitalizzazione delle imprese e i suoi modelli di governance. Prendendo spunto dagli impegni assunti qui oggi da lei, e ieri dal Ministro della giustizia al Senato, anche le annunciate riforme della giustizia civile, penale e tributaria devono essere orientate alla modernizzazione del Paese, così come un processo di omogeneizzazione fiscale in Europa servirebbe a contrastare quelle pratiche di dumping fiscale che drogano la competizione europea tra le imprese.
Con la “fase 2” noi con questo Governo abbiamo previsto un avanzamento dei diritti, di cui andiamo orgogliosi! Una battaglia contro il virus e lo sfruttamento dei lavoratori, senza nessuno sconto verso chi, sfruttando il lavoro umano, commette reati odiosi. Il Governo e questo Parlamento, signor Presidente, hanno dunque sulle spalle una responsabilità che non altri nella storia repubblicana hanno avuto: per la sua intensità, per la sua vastità, per l'incertezza che determina il futuro, per la grave novità di alcune situazioni. Sta alla politica, signor Presidente Conte, al criterio di responsabilità politica, non già alla tecnica e alla scienza, che sono compagni di strada insostituibili, quella responsabilità della scelta effettuata sulla base del principio di rappresentanza che sta a noi.
Siete stati e siamo stati all'altezza della difficilissima battaglia frontale contro l'epidemia, meglio di altri Paesi. Ora dobbiamo essere all'altezza della nuova fase, della configurazione di una nuova Italia, che tragga dai nostri limiti storici la traccia che serve a prospettare un futuro di cambiamento. Noi non dobbiamo solo far sopravvivere l'Italia: dobbiamo cambiarla in meglio.