“Sbloccare il progetto di legge depositato da numerosi deputati Pd riformisti, che modifica il criterio di elezione del Csm eliminando il collegio nazionale e introducendo i collegi territoriali, per spezzare il gioco delle correnti e andare incontro alla concretizzazione dei moniti del Presidente della Repubblica.
Spendere ‘presto e bene’ le risorse, tante, che l'Ue sta per metterci a disposizione per la ripartenza. Ma facendo un passo in avanti, perché se applichiamo al Recovery found il meccanismo dei Fondi di Coesione (da Bruxelles a Roma, da Roma alle Regioni, dalle Regioni a una miriade di beneficiari) passeremo anni e anni prima di vedere spesi i soldi. Sul piano dei beneficiari occorrono Piani Operativi Nazionali per opere infrastrutturali di rilevanza strategica complessiva (5G, alta velocità, green communities, per fare tre esempi) e poi un fortissimo coinvolgimento degli enti locali per la spesa. I Comuni spendono meglio e più in fretta di Stato e Regioni. Fidiamoci di loro. Lo Stato stabilisca il quadro, le Regioni facciano la pianificazione, i Comuni spendano. Senza sovrapposizioni”.
Così Enrico Borghi, della Presidenza del Gruppo Pd alla Camera, in un post su Facebook dal titolo “Il foglio del come” in cui chiede di superare “il solito profluvio di opinioni, interventi, moniti, attacchi obliqui” per evitare che “tutto rimanga esattamente come prima”. “Sembriamo un paese condannato davvero al ‘giorno della marmotta’. Eppure - scrive il deputato Dem - la politica e il riformismo serve per andare avanti, non per pestare l'acqua nel mortaio”.