Dichiarazione di voto finale
Data: 
Giovedì, 9 Luglio, 2020
Nome: 
Marianna Madia

A.C. 2500-A

Presidente, da quando è iniziata la crisi sanitaria, di fatto siamo in una sorta di sessione di bilancio perenne: oggi discutiamo il “decreto Rilancio”, di 55 miliardi, abbiamo due scostamenti alle spalle, un nuovo scostamento prossimo già annunciato dal Ministro Gualtieri e probabilmente delle risorse europee che arriveranno al nostro Paese. Ma il punto strategico, al di là di tutti i dibattiti che ci sono stati sugli Stati generali, sul futuro del Governo, sugli effetti politici, è che la partita del Recovery Fund ancora non è chiusa, c'è una discussione politica in atto, uno scontro politico, e noi non sappiamo ancora quale sarà il punto di caduta. Allora come deve stare l'Italia durante questa discussione? Ci deve stare con le idee chiare. Ci deve stare con la stabilità politica e con la certezza degli obiettivi economici, perché ogni incertezza oggi diventa un danno per le famiglie, un danno per le imprese, un danno per il nostro Paese. Noi abbiamo bisogno di un Governo che sappia dove investire e quanto investire. Mi rendo conto, è difficile. È difficile in questo periodo, in cui bisogna riuscire a tenere insieme sapientemente la visione e la concretezza, le risposte urgenti da dare ai bisogni delle persone e le riforme strutturali. Ma tutto questo va fatto, e va fatto evitando il male assoluto, che è quello di disperdere risorse frammentando gli interventi.

Presidente, non è questo il tempo delle idee. Certo che servono le idee, ma questo è il tempo delle azioni concrete, perché sono le azioni concrete che ridanno fiducia alle famiglie e alle imprese. Io sono convinta che l'Italia ce la può fare, che l'Italia ce la farà, che ci sono le energie, ma questo nuovo patto sociale deve avere alla base un Governo che ti fa capire non solo quali idee ha ma quali provvedimenti vuole assumere e con quali risorse. Però vorrei un istante soffermarmi su un punto: se oggi noi stiamo facendo questa discussione, se oggi in Europa si sta facendo questa discussione, è già una nostra vittoria (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Se avesse prevalso l'idea d'Europa di Matteo Salvini o di Giorgia Meloni, ogni Paese oggi sarebbe isolato nelle sue frontiere e con i suoi drammi, da solo. Quella proposta politica - e questo è un fatto -, quella proposta politica nazionalista, antieuropeista, populista è di fatto fallita (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). E io credo che di questo la destra nazionalista dovrebbe farsene una ragione, perché, Presidente, l'unica alternativa a farsene una ragione oggi è scommettere contro l'Italia, quindi il mio consiglio è che se ne facciano una ragione. Ma proprio per questo noi dobbiamo assumerci le nostre responsabilità. Le risorse che stiamo impegnando, le risorse che arriveranno dall'Europa non sono una vincita inaspettata che noi possiamo usare in libertà, sono l'ultima occasione per l'Italia di chiudere cantieri aperti da tempo, di riorientare gli assi di sviluppo, insomma di dare ragione a chi sosteneva da tempo che più unione e solidarietà avrebbe fatto stare meglio tutti. Allora qual è la strategia del Governo e della maggioranza? Oggi con il “decreto Rilancio” ci sono interventi importanti, alcuni interventi più urgenti: le nove settimane in più di cassa integrazione rispetto al “Cura Italia” per i lavoratori; il fondo perduto per le imprese, che sta funzionando; il bonus vacanze; altri interventi più di visione, di prospettiva, penso all'eco e sisma-bonus a sostegno del settore dell'edilizia in chiave sostenibile; penso, grazie al Parlamento, al processo che inizia di rottamazione delle auto a sostegno dell'industria automobilistica, anche questo in chiave sostenibile. Penso a tanti altri interventi qualificanti, alcuni non solo e non tanto per la norma approvata in sé, ma perché segnano il mutamento sociale dentro cui siamo e che dobbiamo governare, per esempio lo smart working. Lo smart working non è solo una percentuale di quante persone possono rimanere a casa a lavorare: da questo cambiamento del modo di lavorare e di produrre, che è stato così accelerato dalla crisi sanitaria, io credo che non si debba tornare indietro.

Ci sono grandi opportunità, ma, come sempre, dentro le grandi opportunità si aprono anche disuguaglianze e problemi che noi dobbiamo saper governare. Penso, ad esempio, al tema, per le donne, della conciliazione con la famiglia lavorando da casa. Penso alle amministrazioni, alle imprese che non ce l'hanno fatta a sostenere un cambiamento organizzativo così repentino; penso al tema dell'indotto intorno agli uffici; penso alla distinzione sempre più netta tra lavori cognitivi e lavori fisici, con questi ultimi - l'abbiamo visto - sempre più esposti al rischio. E allora la sfida è come governiamo questa complessità, come governeremo nei mesi a venire.

Ci sono diversi passi: il primo è già stato fatto dal Governo approvando il “decreto Semplificazioni” per accelerare la messa a terra degli investimenti. Il secondo passo sarà, con il prossimo scostamento, un nuovo decreto e il Partito Democratico chiede alla maggioranza e al Governo che con questo nuovo scostamento ci sia nei fatti, quindi con le risorse e non a parole, la scuola al centro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), perché noi pensiamo che ora o mai più servano la forza e il coraggio di dire, non a parole, ma dimostrandolo, che la scuola è l'investimento prioritario. E poi ci sarà il terzo passo: scegliere le priorità strategiche per usare le risorse europee. Io qui non posso non partire dalla sanità e lo faccio cogliendo anche questa occasione per ringraziare tutti i medici e tutti gli infermieri d'Italia (Applausi). Non è questo il tempo dei bilanci e non è questo il tempo dei processi, ma che ci sia qualcosa da cambiare in alcune parti della sanità italiana e che servano investimenti è un dato di fatto. Ecco, mi rivolgo ai colleghi della maggioranza: io non rinuncerei a cuor leggero a quasi 40 miliardi a condizioni irripetibili per investire nella nostra sanità: lascerei queste battaglie ideologiche, queste battaglie antieuropeiste, queste battaglie populiste alla destra di Salvini e Meloni (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia Viva).

E in ultimo, Presidente, come utilizzeremo le risorse del Recovery Fund: io credo che dobbiamo decidere delle priorità strategiche, oltre alla trasformazione verde dell'Italia, c'è certamente la trasformazione digitale del Paese. Dico alcune priorità su questo: il tema delle competenze. Siamo sempre ultimi sulle competenze digitali, troppe persone ancora non sanno usare strumenti digitali, questo determinerà una democrazia non pienamente compiuta, se non poniamo un argine. La strategia sui dati che tutti noi, tutti i cittadini producono ogni giorno, producendo un valore che viene sfruttato commercialmente dalle big tech: questo valore deve essere restituito ai cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). L'interoperabilità delle banche dati delle amministrazioni pubbliche: c'è un passo in avanti nel “decreto Semplificazioni”, ma questo è un processo complesso che va seguito. E poi il tema della rete, della banda ultralarga, del cloud. Vede, Presidente, qui c'è uno spartiacque tra inclusione ed esclusione sociale e non devo argomentarlo in teoria, basta il visto e vissuto di questi mesi: la didattica a distanza che, purtroppo, ha tenuto fuori dal sapere troppi bambini e troppi ragazzi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) perché non c'era connessione o perché non avevano un i-Pad. Di questo piano strategico per chiedere con progetti ambiziosi, con obiettivi e tempi, risorse all'Europa, noi vogliamo discutere in maggioranza e in Parlamento. Presidente, concludo. Questo Governo deve gestire una crisi senza precedenti, questa maggioranza sarà misurata dai cittadini per come uscirà da questa crisi. Noi oggi non siamo qui per evitare che Matteo Salvini e Giorgia Meloni si mettano d'accordo per un nome sul Quirinale, questo deve essere chiaro: questo Governo è nato per evitare che con un colpo di mano ci portassero fuori dall'Europa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) e oggi il nostro unico obiettivo è tirare fuori l'Italia dalla crisi e vogliamo farlo con un'Europa più forte, più solidale, e più unita.