Discussione sulle linee generali
Data: 
Giovedì, 9 Luglio, 2020
Nome: 
Stefano Ceccanti

A.C. 2500-A/R

Grazie, Presidente. Questo è il terzo dei decreti che cercano di regolare la legislazione di emergenza, dopo il decreto n. 6 e il decreto n. 19, fa tesoro anche delle critiche ai decreti precedenti e per fortuna della nuova situazione meno emergenziale che si è determinata. Il primo passaggio chiave è quello del comma 16 dell'articolo 1, perché era stata criticata in precedenza la rigidità del rapporto Stato-regioni e che fosse consentito alle regioni di fare solo atti in deroga verso l'alto, in maniera più rigorista. Invece, finalmente, questo decreto consente di farli sia in maniera più rigorista, sia in maniera più lassista, evidentemente sempre motivati; quindi, dà dei margini alle varie regioni superiori a quello che era previsto in precedenza. Poi è un decreto che riallarga i diritti, per quanto possibile, nella situazione data, consente gli spostamenti da regione a regione e mette come eccezione solo motivata di inserire restrizioni ulteriori; quindi, cambia il rapporto tra regola ed eccezione. Anche dal punto di vista dei diritti, ripristina pienamente il diritto di riunione, esclusivamente con la logica della distanza di sicurezza di un metro, e conferma il rapporto pattizio nella libertà religiosa, perché le eventuali restrizioni che rimangono in vigore sono restrizioni volute e sottoscritte da tutte le confessioni religiose e non imposte unilateralmente dallo Stato. Quindi, a me sembra che questo testo fosse, già nella sua formulazione originaria, poi ancor meglio nelle correzioni del Senato, legislativamente necessario ed opportuno; ed è anche costituzionalmente fondato, perché ricordo che la presidente della Corte costituzionale ha richiamato nella sua ultima relazione i seguenti criteri: necessità, proporzionalità, bilanciamento, giustiziabilità e, soprattutto, temporalità. Quindi, non abbiamo nulla da dire sul testo del decreto in sé. Ovviamente, però, è giusto pro futuro che anche la legislazione futura segua questi criteri e soprattutto quelli di temporaneità: il 31 luglio scade lo stato di emergenza; noi speriamo ardentemente che questo stato di emergenza non debba essere in alcun modo prorogato, ma qualora vi fosse la necessità, invitiamo caldamente il Governo - lo dice anche un ordine del giorno bipartisan del Comitato per la legislazione - a venirlo a spiegare eventualmente in questa sede, ove possibile, o subito dopo, ove la necessità fosse impellente, perché dall'emergenza dobbiamo assolutamente uscire ritornando alla fisiologia democratica. Quindi, benissimo questo decreto, che si muove in questa direzione, e attendiamo atti conseguenti anche dopo il 31 luglio.