Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
la diffusione dell'epidemia da Coronavirus ha innescato, in Italia e in Europa, una crisi senza precedenti che ha portato il Governo a dichiarare lo stato di emergenza nazionale;
la pandemia, oltre alla complessa sfida sul piano sanitario, richiede anche una significativa risposta economica da parte delle istituzioni nazionali, europee e internazionali;
il Governo ha da subito provveduto a tutelare lavoratori e imprese, con interventi specifici per le zone maggiormente colpite;
le pesanti ripercussioni socio-economiche hanno determinato l'esigenza di un piano più incisivo che ha portato il Parlamento ad autorizzare lo scostamento temporaneo del saldo strutturale dall'obiettivo programmatico di medio termine incrementando le risorse 2020 di 25 miliardi di euro, attraverso le quali, con il «decreto cura Italia», sono stati potenziati il sistema sanitario, la protezione del lavoro e dei redditi e la sospensione delle scadenze tributarie e contributive;
per affrontare il momento di grande ristrettezza del credito è stato emanato il «decreto liquidità» volto a concedere garanzie statali sui finanziamenti bancari alle imprese per 200 miliardi di euro e il potenziamento del fondo di garanzia per le piccole e medie imprese;
ulteriori 55 miliardi di euro di indebitamento, che salgono a 155 in termini di saldo netto, sono stanziati con il «decreto rilancio» per avviare la «fase 2» dell'economia: un provvedimento straordinario che pone le basi per la ripresa eliminando definitivamente gli aumenti Iva e delle accise previsti dal 2021;
in particolare, vengono stanziati 130 miliardi di euro per fornire ristoro alle imprese con contributi a fondo perduto, la cancellazione dell'Irap di giugno 2020, contributi per affitti e bollette, l'allungamento delle tutele della cassa integrazione per 16 miliardi di euro, delle indennità di lavoratori autonomi, collaboratori coordinati e continuativi, stagionali, artigiani e commercianti e interventi per colf e badanti; oltre 5 miliardi di euro sono stanziati per le terapie intensive e l'assunzione di 9.000 infermieri; previsti poi l'azzeramento Iva sulle mascherine e misure in tema di investimenti green e sostenibili, con l'«ecobonus» al 110 per cento e la sicurezza sismica degli edifici;
in sede di conversione del provvedimento sono stati approvati alla Camera dei deputati consistenti miglioramenti, tra cui l'estensione dell'«ecobonus» alle seconde case, l'incentivo alla rottamazione delle auto e il finanziamento di ulteriori 4.200 contratti di formazione medica specialistica –:
quali siano i primi effetti e l'efficacia delle misure approvate nei citati provvedimenti, con particolare riferimento al rifinanziamento della cassa integrazione e ai contributi a fondo perduto, anche al fine di pianificare la politica economica dei prossimi mesi.
Seduta del 22 luglio 2020
Illustrazione e replica di Pietro Navarra, risposta del Ministro dell'Economia e delle finanze Roberto Gualtieri
PIETRO NAVARRA: Grazie, Presidente. Signor Ministro, la diffusione dell'epidemia da Coronavirus ha innescato in Italia e in Europa una crisi senza precedenti che richiede un impegno senza precedenti per sostenere economicamente famiglie, lavoratori e imprese duramente colpiti dalla crisi. Il Parlamento, nel mese di marzo, ha autorizzato lo scostamento incrementando le risorse di bilancio di 25 miliardi di euro, attraverso le quali il Governo, con il “decreto Cura Italia”, ha potenziato il sistema sanitario, la protezione del lavoro e dei redditi e la sospensione delle scadenze tributarie e contributive. Nel mese di aprile è stato emanato il “decreto Liquidità” volto a concedere garanzie statali sui finanziamenti bancari alle imprese per 200 miliardi di euro.
Ulteriori 55 miliardi di euro di indebitamento, che salgono a 155 in termini di saldo netto, sono recentemente stati stanziati con il “decreto Rilancio”, un provvedimento straordinario che prolunga nel tempo gli interventi già avviati e pone le basi per la ripresa. Con questa interrogazione desideriamo chiedere al Ministro dell'Economia e delle finanze quali siano i primi effetti per valutare l'efficacia delle misure approvate nei citati provvedimenti con particolare riferimento al rifinanziamento della cassa integrazione e ai contributi a fondo perduto anche al fine di pianificare la politica economica nei prossimi mesi.
ROBERTO GUALTIERI, Ministro dell'Economia e delle finanze. Grazie per aver ricordato l'impatto drammatico e senza precedenti della crisi sull'economia italiana e internazionale ma anche la mole di risorse senza precedenti - 180 miliardi in termini di saldo netto da finanziare e 75 di indebitamento netto a cui si aggiungeranno le risorse dell'ulteriore scostamento che il Consiglio dei ministri tra poco approverà e chiederà al Parlamento di autorizzare - che hanno consentito una mole di interventi molto significativa, tra le più ampie al mondo e in Europa, seconda solo a quella della Germania. Sono state autorizzate quasi 2,1 miliardi di ore di cassa integrazione di cui quasi 1,1 miliardi CIG ordinaria; i beneficiari totali sono circa 12,6 milioni per una spesa stimata di 16,5 miliardi. L'indennità per i lavoratori autonomi, parasubordinati e altre categorie di 600 euro, erogata già due volte, ha raggiunto 4,1 milioni di persone, adesso è in erogazione la terza tranche; il bonus lavoratori domestici quasi 250 mila individui; sostegno per baby sitter 500 mila persone; il reddito di emergenza ha totalizzato 457 mila domande; questi numeri si aggiungono a quasi 1,2 milioni di nuclei familiari destinatari del reddito e della pensione di cittadinanza. Per quanto riguarda il contributo a fondo perduto, dal 15 giugno sottolineo anche in anticipo rispetto alla tabella di marcia e con considerevole efficienza sono più di 1,6 milioni gli ordinativi di pagamento emessi per un importo complessivo di oltre 4,93 miliardi di euro. Solo ieri il 21 luglio sono stati effettuati circa 249.000 bonifici per un valore di circa cioè 669 milioni di euro. Gli accrediti sui conti correnti di imprese, commercianti e artigiani sono avvenuti in tempi record, massimo in dieci giorni dalla domanda. Credo si possa riconoscere che quest'ultima sia stata un'iniziativa senza precedenti che ha visto per la prima volta l'Agenzia delle Entrate trasformarsi in un soggetto che eroga risorse.
Quantificare gli effetti di tutte queste misure di sostegno ai lavoratori, alle imprese e alle famiglie è assai complesso poiché i modelli econometrici e quantitativi sin qui in uso non consentono di inserire agevolmente il blocco delle attività produttive e le misure di distanziamento sociale e di lockdown attuate con diversi gradi di intensità nel periodo marzo-giugno e ancora presenti limitatamente a poche attività. Inoltre le misure economiche di sostegno sono state di proporzioni inusitate e hanno agito non solo tramite trasferimenti monetari ma anche attraverso cospicui crediti d'imposta, rinvii diversamente dei tributi e moratorie sui prestiti bancari e sostegno alla liquidità. Da questo punto di vista vorrei ricordare che a oggi sono circa 290 miliardi i prestiti oggetto della moratoria, un intervento davvero enorme per le dimensioni, e 62 miliardi i prestiti garantiti che sono stati già erogati. Si viaggia quindi a un ritmo molto intenso e gli obiettivi che il Governo aveva indicato saranno con ogni probabilità raggiunti entro la fine dell'anno, se non persino superati.
Per quanto riguarda l'impatto di queste misure sul PIL per le ragioni che ho detto sono stime difficili, tuttavia la Banca d'Italia ha stimato che in assenza di questi interventi il PIL sarebbe caduto di ulteriori 2,1 punti percentuali. Sono stime che si basano su moltiplicatori standard, ed è quindi ragionevole ritenere, in realtà, in assenza di interventi di sostegno, la caduta del PIL sarebbe stata molto maggiore.
Per quanto riguarda l'occupazione, se si vuole fare una stima, si può confrontare l'andamento delle unità di lavoro annue, la riduzione delle ULA, con l'andamento dell'occupazione, che ha avuto un calo limitato, ma esistente, legato soprattutto alla mancata assunzione a tempo determinato. Se si fa il match tra questi due dati, con una stima prudenziale si può indicare in almeno 1,5 milioni i posti di lavoro che sono stati salvati dalle misure del Governo. Adesso si tratta naturalmente, gradualmente, di avviare misure di sostegno della ripresa degli investimenti, della produttività, e gradualmente accompagnare questa fase di transizione, che è la più delicata, fino a entrare poi nella fase di utilizzo delle risorse europee che, proprio all'esito positivo del negoziato cui riferirà tra poco il Presidente Conte, ci consente di guardare con ottimismo al futuro del Paese.
PIETRO NAVARRA: Grazie, Presidente. Grazie, signor Ministro, per la sua risposta, che conferma con dati di fatto la bontà delle scelte del Governo testimoniata dagli effetti che stanno producendo sulla nostra economia. Le scelte di politica economica che il Governo ha intrapreso in questi ultimi mesi hanno una dimensione, come lei più volte ha detto anche oggi in quest'Aula, senza precedenti, perché rappresentano la risposta a una crisi che anch'essa è senza precedenti. Si tratta di interventi essenziali perché pongono le basi per un ritorno graduale alla normalità, ma una normalità diversa da quella che eravamo abituati a vivere, perché l'economia e più in generale la società post-COVID-19 saranno con ogni probabilità diverse dopo la pandemia. In autunno arriveranno a scadenza le misure che, come lei anche oggi ha testimoniato in quest'Aula, stanno tenendo in piedi il mercato del lavoro e l'occupazione, ma sono misure temporanee, che prima o poi dovranno cedere il passo agli interventi che permetteranno una ripresa della crescita e una ripresa dell'occupazione. La crisi ci offre una duplice opportunità: la possibilità di affrontare i grandi problemi strutturali dell'Italia con un'agenda condivisa e l'opportunità di avere a disposizione risorse europee impensabili prima dell'emergenza COVID. Occorre adesso scegliere bene tra i diversi modi di utilizzare queste risorse e fare ciò che non è mai stato fatto fino in fondo: riformare la pubblica amministrazione, semplificare la burocrazia, riformare il sistema fiscale in modo organico, riorganizzare il funzionamento della giustizia, investire in infrastrutture digitali e dei trasporti per unire il Paese, migliorare il sistema dell'istruzione avvicinando la scuola al mercato del lavoro, all'università, alla ricerca e alle imprese. Signor Ministro, bisogna alzare lo sguardo e pensare all'Italia che vorremmo nel prossimo decennio. È questo che chiediamo al Governo: il coraggio di guardare avanti. Lo dobbiamo fare per le prossime generazioni. Siamo certi che farete di tutto per non deludere noi e l'intero Paese (