“I dati giornalieri sui contagi dimostrano purtroppo che i rischi sanitari non sono ancora finiti. Fa bene allora il governo a tenere alta l’attenzione nel Paese e a proseguire con cautela e rigore. D’altronde, è anche grazie a questi accorgimenti se siamo riusciti a salvare migliaia di vite umane. La minoranza farebbe bene a collaborare anziché alimentare la propaganda. Succede invece che i leader dell’opposizione pensino più a lucrare qualche voto sulla contingenza, piuttosto che lavorare per costruire una strategia di lungo periodo nell’interesse del Paese e dei cittadini. Salvini è arrivato persino a condividere la teoria del negazionismo. Allentare tutto adesso significherebbe correre il rischio di vanificare i risultati importanti raggiunti e la situazione economica rischierebbe di essere definitivamente compromessa se fossimo poi costretti a nuove misure drastiche per fermare l’eventuale ripresa dei contagi. Non c’è ripresa dell’economia senza certezza della sicurezza sanitaria”.
Così Michele Bordo, vicepresidente del Gruppo Pd, intervenendo in Aula alla Camera dopo le comunicazioni di Conte sulla proroga dello stato di emergenza.
“La discussione sulla proroga dell’emergenza - ha aggiunto - andrebbe affrontata con serietà. Nessuno chiede pieni poteri. Fu qualche altro a chiederli senza successo un anno fa. E non c’è alcuna deriva liberticida. In questa scelta è determinante il ruolo del Parlamento, tanto nella funzione di indirizzo quanto sulla durata. Senza proroga cesserebbe il coordinamento attribuito alla Protezione civile, decadrebbero i poteri attributi ai presidenti di Regione, verrebbe meno la funzione del comitato tecnico scientifico e perderebbero efficacia 38 ordinanze e diverse misure in vigore. Il nostro sistema sanitario ha retto nonostante i numeri grandissimi della pandemia. Ed è stato un bene avere un sistema pubblico di assistenza. Da altre parti c’è bisogno della carta di credito per essere curati. Dobbiamo preservare la nostra sanità. Basta, dunque, con tagli e privatizzazioni. Dove c’è stato il combinato disposto di questi due elementi, la gestione dell’emergenza è stata più complicata. Il governo deve lavorare in continuità con le scelte fatte fino ad oggi. In 5 mesi - ha concluso - abbiamo destinato più soldi sulla sanità che negli ultimi 5 anni, cominciando già con la Legge di Bilancio e ben prima dell’emergenza”.