Dichiarazione di voto
Data: 
Lunedì, 2 Novembre, 2020
Nome: 
Graziano Delrio

Grazie, Presidente. Signor Presidente del Consiglio, colleghe e colleghi, credo che vada espresso un apprezzamento sincero al Presidente Conte, e al Governo, per la sollecitudine con la quale si è presentato al Parlamento per esporre lo stato della situazione del Paese, lo stato grave del Paese, e anche per ascoltare gli orientamenti del Governo e la disponibilità con cui si trova qui, oggi, ad ascoltare le nostre indicazioni. Credo che questo passo sia il frutto di una consapevolezza che il Governo ha maturato anche grazie all'azione del Parlamento tutto intero, lo dico agli amici dell'opposizione. Insieme abbiamo, credo, insistito e insieme, credo, sia cresciuta la consapevolezza che questo è l'unico vero luogo dove il popolo è rappresentato e dove la Repubblica può trovare la sintesi anche nei suoi momenti più critici.

Questa sua presenza oggi è sicuramente, però, anche figlia del drammatico aggravarsi della situazione sanitaria delle ultime settimane e anche degli ultimi giorni, e della giusta preoccupazione per i contagi, perché la curva dei contagi può sfuggire al controllo, dando luogo a scenari insopportabili, insostenibili per il nostro sistema sanitario; un sistema sanitario che, ancora una volta, io qui voglio, a nome di tutti noi democratici, ringraziare: gli operatori sanitari, i medici, gli infermieri (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), le persone che ancora lavorano negli ospedali e sono sottoposti a una fatica insostenibile; ma anche ai medici di base, anche a loro, il cui il telefono non smette mai di squillare in queste ore. Questo straordinario patrimonio civile, di coscienza civile, di generosità, è un patrimonio che ci fa ben sperare, questo sì, per il futuro.

Questo maledetto flagello da cui siamo colpiti rischia di infettare, purtroppo, non solo gli organismi umani, ma anche il nostro corpo sociale, Presidente. Noi rischiamo di avere il bollettino quotidiano con i numeri dei morti, ma io vorrei che qui ci ricordassimo che dietro ogni numero c'è una persona, c'è una famiglia, ci sono dei dolori, degli affetti, ci sono storie che noi perdiamo. E non dobbiamo abituarci a questa contabilità, perché abituarci a questa contabilità vorrebbe dire poi dimenticarci che siamo una comunità, una comunità sola, che ognuno di noi è indispensabile allo sviluppo di questa comunità e che ognuno di noi è prezioso per il futuro di questa comunità.

Sapevamo di avere vinto parzialmente una battaglia la scorsa primavera, ma che la guerra sarebbe continuata, che questa battaglia sarebbe continuata anche ora. Viviamo ancora immersi in una delle più grandi crisi che questo Paese abbia mai vissuto, che questo continente abbia mai vissuto, che questo nostro mondo abbia mai vissuto. Quindi, non è il momento delle parole di ottimismo, è il momento delle parole di verità, è il momento del coraggio ed è il momento della responsabilità, io credo. C'è, appunto, bisogno di coraggio: il coraggio prima di tutto di dire, innanzi tutto, a tutti, a tutte le categorie e a noi stessi che la priorità assoluta è fermare il contagio. La priorità assoluta è fermare il contagio, non c'è un'altra priorità: senza questa, la nostra comunità nazionale rischia di non ritrovarsi più (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Dobbiamo dirlo con franchezza: va messo in campo ogni strumento, ogni strumento per fermare il contagio. Noi sosteniamo le scelte del Governo, ma non perché siamo al Governo, non perché siamo al Governo, ma perché sentiamo e vogliamo stringerci intorno al nostro Paese che soffre.

E credo che questo sia il momento davvero della parresia, ossia di avere il coraggio di dire la verità, di dire i numeri. La Cancelliera Merkel poco fa ha detto, rispondendo a un giornalista, una cosa molto importante. Ha detto: non si scherza, chiunque capisce di statistica non scherza quando vede un Rt a 1,3 o a 1,4. Noi siamo già a 1,7. Abbiamo il dovere di prenderci la responsabilità di queste scelte, abbiamo il dovere di dire la verità, sapendo che questa verità farà crescere la nostra comunità anche quando la verità è scomoda, anche quando la verità porta privazioni, ma questa verità ci farà diventare più coraggiosi. Quindi chiedo a lei e a tutti di pronunciare sempre parole di verità, non solo di fronte a quest'Aula, ma di fronte al Paese. Non è il momento di preoccuparci della nostra popolarità o di guardarci l'ombelico, è il momento di guardare alla salute dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Dobbiamo guardare prima di tutto alla salute dei cittadini. I cittadini poi capiscono, signor Presidente, hanno bisogno di notizie chiare e semplici, di provvedimenti chiari e semplici. Per questo noi anche nella risoluzione chiediamo che vi siano provvedimenti quasi automatici che scattano oltre un certo limite. I cittadini capiscono e hanno bisogno di meccanismi, ripeto, chiari e semplici perché sono molto confusi da decine di opinioni, di pareri, di esperti, da decine di talk show, di programmi. Abbiamo quindi bisogno che il Governo e le istituzioni sanitarie dicano parole chiare, semplici e indichino la strada dei provvedimenti in maniera forte e in maniera seria. Dicevo che ci vuole anche responsabilità, però, e la responsabilità va agita a tutti i livelli. Lei oggi, e noi concordiamo, si è assunto la responsabilità di fare alcune proposte per questo Paese, di limitare alcune attività, di chiudere i centri commerciali il fine settimana, peraltro una cosa proposta dalla Conferenza delle regioni anche, quindi una cosa condivisa, insieme ad altri provvedimenti, la didattica a distanza. Quindi lei si è assunto la responsabilità. Noi vorremmo anche che ci fosse uno scatto di responsabilità ulteriore, nel senso che, se le regioni non saranno in grado di assumere quelle scelte, di fare quelle scelte che la tutela della salute dei cittadini richiede, lo Stato faccia la loro parte (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), lo Stato prenda in primo luogo sulle sue spalle la responsabilità di emanare decreti per fare le scelte necessarie alla tutela dei cittadini. Come ha già detto il mio collega Borghi, è una responsabilità che la Costituzione le consente e credo che non ci sia niente di male in questo, non ci sia niente di male.

Prima di tutto dobbiamo tenere unito il Paese e dobbiamo difendere la salute dei nostri cittadini, non deve venire meno il legame con il Paese in questo momento. La responsabilità significa anche assumersi la responsabilità piena di continuare a dire che lo Stato è vicino, che lo Stato è prossimo a quelle persone, a quelle categorie che rimarranno senza lavoro nelle prossime settimane, è prossimo a coloro che sono in cassa integrazione. E mi pare che una buona notizia sia stata l'accordo che avete raggiunto per la proroga del blocco dei licenziamenti, una buona notizia il fatto che la CIG sia stata estesa. Sono buone notizie: dicono, al di là del valore economico, che lo Stato vuole essere presente, non vuole lasciare soli le imprese, le famiglie e i cittadini singoli. Vuol dire che non vogliamo arrenderci al fatto, che tanti colleghi hanno sottolineato e che è vero, che purtroppo la pandemia crea una frattura sociale ancora più profonda tra garantiti e non garantiti; e quindi ripartiamo dai non garantiti, ripartiamo da coloro che hanno meno, da coloro che in questa situazione sono più fragili, ripartiamo da coloro che sono più bisognosi della nostra presenza. E mi lasci dire, signor Presidente, anche - lei lo ha detto in apertura del suo discorso - che questo è il momento di rilanciare di nuovo agli amici dell'opposizione un invito a collaborare; come ha detto il Presidente Mattarella, questo è il momento di mettere da parte ogni partigianeria, ogni protagonismo, ogni egoismo, e unire gli sforzi di tutti.

Certamente qualcosa non ha funzionato, sarà stata colpa nostra, lo dico agli amici dell'opposizione attraverso lei, Presidente. Sarà stata colpa nostra se non siamo stati in grado di coinvolgerli appieno; troviamo gli strumenti e i modi che più sono utili a questo. Abbiamo bisogno, come avrebbe detto un grande costituente che è stato in quest'Aula, Giorgio La Pira, di concordia discors, abbiamo cioè bisogno di un'armonia che risulti da un positivo confronto di idee diverse, di posizioni diverse. È possibile raggiungere questa concordia discors, è possibile; è possibile convivere insieme in questo momento tragico del Paese. Ci sono momenti in cui nessuno può sottrarsi a questa responsabilità, lo dico davvero invitando anche a fare nuove proposte se quelle che sono sul piatto non sono sufficienti. Lo dico davvero pensando che in quest'Aula è rappresentato tutto il popolo italiano, non una parte, e noi tutti siamo bisognosi di avere un lavoro comune, ripeto, che non sia confusione di ruoli, l'ho detto tante volte, ma che sia un vero afflato per il bene comune.

Crediamo che l'unità sia un bene da curare: non l'unità nazionale politica, ma l'unità nazionale sostanziale, l'unità dei nostri cuori, l'unità delle nostre menti e delle nostre intelligenze per servire al meglio il nostro Paese, per dare al meglio indirizzi al Governo. L'unità è un bene anche perché questa nuova fase della guerra al Coronavirus ci deve trovare ancora più forti e ancora più impegnati, perché, come ha ricordato anche il Governatore della Banca d'Italia, non basterà affrontare l'emergenza; dovremo anche affrontare nelle prossime settimane i nodi economici sociali che l'emergenza ha creato e che sono anche strutturali del nostro Paese. Tutti devono quindi sentirsi chiamati e convocati a collaborare. Un'Italia più forte deve rinascere dal suo dolore: credo che sia possibile e lo possiamo fare insieme.