Relazione sullo Stato di diritto 2020
Sintesi stampa della Relazione dell’On. Stefano Ceccanti
Nella sua relazione dinanzi alle Commissioni riunite I (Affari costituzionali) e II (Giustizia) della Camera, nell’ambito dell’esame della Comunicazione della Commissione europea sullo stato di diritto nell’UE, una procedura che viene sperimentata per la prima volta, il relatore per la I Commissione, Stefano Ceccanti (Pd), ha segnalato che “è condivisibile l’approccio della Commissione europea di adottare un approccio al tempo stesso ambizioso e realistico, col coinvolgimento dei Parlamenti nazionali, a Trattati invariati, basato sulla moral suasion più che sulle sanzioni e sul ruolo della Corte di Giustizia più che sulle sedi politiche”.
L’oggetto specifico all’attenzione della I Commissione – ha richiamato Ceccanti “è soprattutto quello relativo al pluralismo e alla libertà dei media e alle questioni istituzionali relative al bilanciamento dei poteri.”
“In particolare, dalla parte del documento europeo relativo all’Italia – secondo Ceccanti - si ricava un giusto invito ad adeguare la legislazione sul conflitto di interessi, già oggetto dell’impegno della I Commissione, che ha adottato in materia un testo-base.
Lo stesso vale per la mancata creazione in Italia di un’istituzione autonoma e indipendente per la tutela dei diritti fondamentali, su cui la I Commissione dovrà lavorare a gennaio, dopo il tentativo, non andato a buon fine per ragioni procedurali, di risolvere la questione nell’ambito del disegno di legge europea”.
Quanto al quadro complessivo, in relazione al recente Regolamento europeo relativo a un regime di condizionalità in materia di Stato di diritto per la protezione del bilancio dell’Unione, il relatore Ceccanti ha sottolineato che “la Commissione europea ha condivisibilmente assunto un atteggiamento fermo, che individua nel possibile pregiudizio economico un efficace deterrente, perché tocca interessi concretamente e immediatamente percepibili. Non si tratta di comprimere il legittimo pluralismo su scelte legislative, tanto più all’interno di un processo di graduale federalizzazione, ma di affermare alcuni standard irrinunciabili di scelte costituzionali comuni”.