Grazie, Presidente. Stiamo vivendo un tempo di straordinarietà: siamo dentro una pandemia che fino a un anno fa non potevamo neanche concepire, centinaia di morti ogni giorno, più di 90 mila morti nostri concittadini dall'inizio della pandemia, l'emergenza delle fragilità psicologiche. C'è una luce in fondo al tunnel, che è la campagna vaccinale, ma ci sono anche molte incognite: penso alle varianti, penso all'approvvigionamento dei vaccini. In questo momento i Governi del resto d'Europa stanno aumentando le restrizioni. Il secondo elemento di straordinarietà è che la crisi economica derivata da questa pandemia è già crisi sociale. Sono state le donne le più penalizzate e penso che la priorità del Governo oggi debba essere certamente tutelare chi non è stato tutelato in questi mesi, ma anche tutelare chi vive nell'incertezza: i lavoratori, penso, ad esempio, che non sanno ancora che cosa succederà al blocco dei licenziamenti; gli imprenditori che non sanno come riorganizzare l'azienda per ripartire.
Di grande importanza sarà il coinvolgimento e il ruolo delle parti sociali, e spero che ci sia l'obiettivo di un vero e proprio patto sociale tra sindacati, datoriali e Governo per evitare in modo condiviso il dramma sociale. C'è un terzo elemento di straordinarietà: dall'inizio della pandemia in questo Parlamento, di fatto, noi siamo in una sessione di bilancio perenne. Sono stati cinque gli scostamenti di bilancio, oltre 100 miliardi. Penso sia un bene avere, spero, definitivamente archiviato le politiche dell'austerità, soprattutto in un momento di grande emergenza e di bisogni dei nostri cittadini, ma noi dobbiamo tenere un faro acceso sull'identità riformista. Banca d'Italia ci ha ricordato che nel primo semestre del 2020 la variazione percentuale del debito pubblico sul PIL è stata la più alta degli ultimi vent'anni. Il quarto elemento di straordinarietà è che stiamo dentro il più grande trasferimento economico verso il nostro Paese dal dopoguerra: penso, ovviamente, alle risorse del Recovery. Questo deve mettere una volta per tutte la parola fine su qualunque velleità di sovranismo e nazionalismo, ma consegna a noi un dovere, che è quello di usare queste risorse al meglio per l'Italia, per la collettività, per riorientare gli assi di sviluppo a favore delle nuove generazioni.
Credo servano investimenti più robusti nella transizione digitale, che certo deve portare più opportunità, ma anche più equità, perché la tecnologia non è neutrale e sta a noi, sta ai Governi saperla indirizzare per il bene della collettività, per accorciare e non per allargare la forbice delle disuguaglianze. I temi sono tanti, dal diritto alla connessione, che passa per la banda ultralarga e il 5G, alle competenze digitali, alla digitalizzazione della sanità, all'interoperabilità delle banche dati fra pubbliche amministrazioni. Presidente, questo è un pezzo di attuazione della riforma della pubblica amministrazione fondamentale. Il quadro normativo già c'è; occorre, però, vincere le resistenze delle amministrazioni.
E, ancora, il tema della sovranità tecnologica, del cloud, del progetto europeo Gaia-X, il grande tema del riequilibrio del rapporto di forza con le big del tech, che certamente passa per la questione fiscale, ma non solo, e per una serie di altri aspetti che sono stati ben impostati dalle ultime proposte della Commissione europea, e noi dovremmo interrogarci su come redistribuire il valore dei dati prodotti dai cittadini. Questa è una delle grandi sfide del progetto europeo, dentro cui il Governo italiano deve stare con tutta la consapevolezza necessaria. Per tutto questo serve un Governo forte, forte in Italia e forte, per l'Italia, in Europa. Oggi noi lo abbiamo, è di unità nazionale, con un Presidente autorevole e con il pieno sostegno del gruppo del Partito Democratico.