A.C. 2845-A
Presidente, il collega Raciti ha già spiegato molto bene, stamani, le ragioni che inducono il Partito Democratico a votare a favore, con convinzione, a questo provvedimento per le tante soluzioni ai problemi dei cittadini che qui si ritrovano e vorrei ringraziare anch'io i presidenti Brescia e Melilli che in questo delicato passaggio di maggioranza e di Governo hanno gestito saggiamente tutta la partita degli emendamenti, consentendoci di arrivare in Aula in modo condiviso. Vorrei ricordare all'inizio una cosa: domani, nella storia delle istituzioni democratiche e parlamentari europee è una giornata importantissima, il tenente colonnello Tejero irruppe nella Camera dei deputati spagnola cercando di riportare all'indietro le lancette verso uno Stato autoritario, ma i cittadini videro nell'istituzione parlamentare un momento chiave di soluzione dei loro problemi e scesero in piazza rapidamente nei giorni successivi; si calcola che tre milioni e mezzo di spagnoli siano discesi nelle piazze a difendere la democrazia. Noi non dobbiamo mai dare per scontato niente, dobbiamo far funzionare sempre bene le istituzioni democratiche, perché i cittadini vi vedano, appunto, una soluzione e non un problema. Allora, nel momento in cui noi diciamo che questo decreto, sia nella versione originaria, sia negli emendamenti introdotti, risolve molti problemi dei cittadini, debbo, però, dire, soprattutto come presidente del Comitato per la legislazione pro tempore - vedo la Ministra Dadone, che è stata dapprima presidente in questa legislatura del Comitato per la legislazione e sa bene cosa significhi questo ruolo - che è bene che noi, però, non ci nascondiamo le criticità di questo provvedimento in termini istituzionali, per fare meglio per il futuro, non per contestare il passaggio attuale. Qui, io ricordo che in questo decreto noi abbiamo necessariamente assorbito tre altri decreti, ma qui c'è un problema, ci sono vari problemi: prima cosa, noi abbiamo assorbito il decreto n. 182 del 2000 che nasceva da un errore della legge di bilancio e che fu emanato in simultanea alla legge di bilancio per eliminare quell'errore e questo già pone dei problemi su come noi approviamo i testi, dobbiamo stare attenti a non dover ricorrere a questi escamotage. Poi, abbiamo altri due decreti, il n. 3 e il n. 7 che sono assorbiti e, anzi, il n. 7 era stato fatto per emendare già il n. 3, cioè siamo di fronte a quel fenomeno su cui, in particolare nelle ultime settimane, il Comitato per la legislazione insiste che non si debba ripetere, cioè il fenomeno dei cosiddetti “decreti Minotauro” o “decreti matrioska”. Perché questo fenomeno è così negativo? Perché, anzitutto, rende difficilmente comprensibile agli operatori del diritto e a tutti i cittadini la successione delle norme nel tempo, con decreti che vengono emanati e anziché essere corretti vengono inseriti in altri decreti e già questo, appunto, è un problema, ma anche perché questa è una delle radici della limitazione del potere di emendamento dei parlamentari nell'una e nell'altra Camera, perché una volta che noi ricorriamo a questo marchingegno e dobbiamo, quindi, assorbire decreti precedenti, che altrimenti decadrebbero, o attendere che vengano emanati i decreti successivi, l'unica soluzione, alla fine, è limitare il potere di emendamento esclusivamente ai parlamentari delle Commissioni della prima Camera che esamina il testo, con un monocameralismo di fatto che è diventato dall'inizio della pandemia la regola di fondo. Ora, era inevitabile in questo passaggio, indubbiamente; c'è stato un cambiamento di Governo e di maggioranza che ha accelerato i tempi, benissimo; la cosa importante è che tutti noi ci prendiamo l'impegno di ridurre al minimo questi fenomeni o che quando accadono li motiviamo esplicitamente come eccezione; non può essere una regola. Quella che è diventata una regolarità non può essere una regola, lo sa il Ministro D'Incà che su questo con lui sono un po' uno stalker in questo periodo, ma il problema non è tanto cosa ne pensi ciascuno di noi o che una maggioranza si trovi, li voti… sappiamo i motivi, però, da qui in avanti, avendo anche una maggioranza molto più ampia di quanto accadesse prima, proviamo tutti insieme a fare uno sforzo per limitare questo fenomeno e consentire quindi che il potere di emendamento dei parlamentari non venga compresso. Ritorniamo a una fisiologia, facciamo vedere che il Parlamento è in grado di funzionare in modo più normale di quello che abbiamo visto finora. Questo perché, appunto, se vogliamo che le persone identifichino nel Parlamento la soluzione e non il problema, non basta che siano risolti i singoli problemi, come facciamo qui nel caso del “Milleproroghe”, ma bisogna che l'istituzione nel complesso appaia funzionante. Per cui, vale la pena di votare a favore della conversione di questo decreto, ma bisogna anche prendere seriamente tutti l'impegno a non ripetere le criticità rilevanti che si sono manifestate.