Il Partito Democratico considera indispensabile e non più rinviabile la realizzazione del Deposito nazionale per i rifiuti radioattivi. Va recuperato un grave ritardo e ci siamo adoperati a tal fine nell'azione di governo, anche del precedente Governo, con il prezioso lavoro, in particolare, dell'ex sottosegretario Morassut. La prima fase si è conclusa con la fondamentale pubblicazione della carta e ora interveniamo con questa mozione sulla seconda fase a cui vogliamo dare un indirizzo preciso: che si faccia presto e che si faccia bene.
Nella mozione di maggioranza sono state inserite le nostre proposte, che voglio sottolineare: in primo luogo, favorire il massimo grado di coinvolgimento delle comunità locali, delle istituzioni e delle associazioni nella fase delle consultazioni. Mai più deve accadere la vergogna dell'individuazione dei siti all'oscuro delle popolazioni, come accadde per Scanzano nel 2003; in secondo luogo, integrare i requisiti delle linee guida con ulteriori criteri legati ai temi della mobilità e dell'accessibilità infrastrutturale per i materiali inquinanti e raccomandare la massima attenzione per la particolare evidenza dei territori con valori paesaggistici, culturali e agricoli; in terzo luogo, promuovere un'adeguata campagna di informazione, anche di ordine tecnico, che consenta di rendere conosciuto il dettaglio delle operazioni fin qui realizzate da Sogin e ancora di più per quelle che seguiranno dalla pubblicazione della CNAPI alla progettazione e alla realizzazione del Deposito unico e del Parco tecnologico.
Le nostre richieste trovano tutte spazio nella mozione che insieme abbiamo presentato come maggioranza e ringrazio, quindi, le colleghe, i colleghi e la sottosegretaria Vannia Gava per il prezioso lavoro. Siamo di fronte a una scelta decisiva per l'ambiente, per lo sviluppo dell'economia, per la transizione ecologica. Attualmente i rifiuti radioattivi presenti in Italia sono stoccati in una ventina di siti provvisori, che non sono idonei ai fini dello smaltimento definitivo. Sono diversi i centri che producono e detengono rifiuti radioattivi. Molti di questi, come gli ospedali, ne trattengono la maggior parte fino al completo decadimento, per poi smaltirli come rifiuti convenzionali che provvedono a gestire nei propri depositi temporanei in attesa del conferimento al Deposito nazionale. Oltre ai depositi del servizio integrato, sono presenti in Italia altre strutture di stoccaggio che detengono rifiuti radioattivi da conferire al Deposito nazionale.
In particolare, quattro centrali nucleari in decommissioning, quattro impianti del ciclo del combustibile anch'essi in decommissioning, un reattore di ricerca del centro comune di ricerca ISPRA e altri siti. Non è più possibile! Il Deposito nazionale è una vera e propria infrastruttura ambientale di superficie destinata alla messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi prodotti in Italia e generati dall'esercizio e dallo smantellamento delle centrali e degli impianti nucleari, dalle attività di medicina nucleare, industriali e di ricerca. Insieme al Deposito nazionale sarà realizzato il Parco tecnologico, un centro di ricerca aperto a collaborazioni internazionali dove svolgere attività nel campo energetico, della gestione dei rifiuti e dello sviluppo sostenibile. Per la prima volta in Italia la localizzazione di una grande opera avviene mediante una procedura di dibattito pubblico che è basata su un processo di coinvolgimento dei territori, con l'obiettivo di arrivare a una soluzione condivisa con le comunità locali attraverso un processo incentrato sui principi dell'informazione, della trasparenza e del coinvolgimento.
L'Italia il 17 maggio 2018 è stata deferita alla Corte di giustizia dell'Unione europea per la mancata adozione del programma nazionale per la gestione dei rifiuti radioattivi e il 30 ottobre 2020 è stata messa in mora. La pubblicazione della CNAPI e il conseguente avvio della consultazione pubblica testimonia la forte assunzione di responsabilità del partito di governo, che mai ha fatto mancare il suo sostegno a questa azione assolutamente indispensabile. È un tema delicato quello della gestione dei rifiuti radioattivi, rimandato per troppi anni e spesso, purtroppo, spazio di scorrerie criminali delle ecomafie. Per questo dobbiamo andare avanti con trasparenza, con un percorso serio del Governo e di Sogin fortemente rafforzato dai temi di questa mozione. Dobbiamo rassicurare i cittadini: mai più mafie, mai più criminalità sui rifiuti radioattivi ma, piuttosto, un percorso serio, rigoroso, di una classe di Governo, una classe dirigente che sa fare presto, bene e in maniera pulita.