Presidente, onorevoli colleghi, anche oggi, purtroppo, vi sono stati nel nostro Paese centinaia di morti per COVID. Per quanto l'indice dei contagi appaia in riduzione e con esso il numero dei ricoveri in ospedale e nelle terapie intensive, la diffusione del virus continua ad uccidere. Ciò che dobbiamo fare è ormai noto: da un lato, vaccinare nel più breve tempo possibile il maggior numero di persone, così da raggiungere quell'immunità di gregge che è indispensabile per sconfiggere definitivamente il virus in tutte le sue varianti; dall'altro lato, contemporaneamente, adottare tutte le misure di precauzione che, in un pur difficile bilanciamento tra tutela della salute e tutela delle libertà costituzionalmente garantite, appaiono necessarie per rallentare la diffusione dei contagi e in tal modo, oltre ad evitare nell'immediato morti evitabili, consentono di non vanificare o, comunque, di non indebolire gli effetti protettivi dei vaccini.
In questo quadro, considerando ciò che è accaduto in altri Paesi, dove si sono svolte delle elezioni, ascoltando le valutazioni della comunità scientifica e condividendo le sagge parole del Presidente della Repubblica, il Governo, con il decreto-legge che ci stiamo accingendo a convertire, ha disposto il differimento delle elezioni amministrative, delle elezioni suppletive per i seggi parlamentari rimasti vacanti e delle elezioni degli organi elettivi delle regioni a statuto ordinario al prossimo autunno, tra il 15 settembre e il 15 ottobre. Si tratta di una scelta che compromette i fondamentali diritti politici dei nostri concittadini e mortifica la nostra democrazia?
Non credo, onorevoli colleghi. Semmai, penso che si tratti di una scelta per molti versi obbligata, proprio se si vuole cercare di garantire, insieme alla salute dei cittadini, le condizioni materiali di un confronto elettorale pieno e libero; perché le elezioni, come sappiamo bene, non consistono soltanto nell'esprimere un voto facendo un segno sulla scheda, ma includono molte e complesse attività precedenti, per presentare le candidature ad esempio, e il decreto-legge interviene anche su questo aspetto, e poi incontri, ripetuti e diffusi, assemblee, comizi; ed è difficile garantire che tutte queste condotte si svolgano con i necessari distanziamenti o che si possa fare a meno di esse.
Il permanere di un quadro epidemiologico complessivamente e diffusamente grave su tutto il territorio, dovuto anche all'evolversi di significative varianti del virus, come si legge nel decreto, credo, insomma, che giustifichi un rinvio delle consultazioni elettorali di qualche mese e una semplificazione delle relative procedure preparatorie. E faccio sinceramente fatica a condividere le ragioni dell'ostruzionismo che Fratelli d'Italia ha deciso di praticare, prima in Commissione e successivamente in Aula, e che ha costretto il Governo a ricorrere alla questione di fiducia; anche perché gli argomenti che ho poc'anzi ascoltato dall'onorevole Foti sono del tutto estranei al merito del provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Commenti del deputato Foti).
In ogni caso, a conferma della ragionevolezza del rinvio e, soprattutto, lo voglio dire, del fatto che non si stia consumando nessuna prevaricazione di maggioranza per favorire alcune forze politiche in danno di altre, credo non sia irrilevante considerare che, insieme a noi del Partito Democratico, hanno condiviso il provvedimento tutti i gruppi e tutti i partiti politici che sostengono il Governo Draghi, compresi quei gruppi e quelle forze politiche di destra, come la Lega, che sono state e alle prossime elezioni continueranno ad essere nostri avversari.