“È stato fatto uno sforzo importante anche verso la mozione dell’opposizione. Le norme entrate in vigore in maniera non opportuna sull’inadempienza bancaria per lo European Banking Authority hanno costretto il Parlamento e il Governo stesso a fare una riflessione ulteriore non solo sulle regole ma anche sull’impatto delle stesse sul sistema bancario e sul rapporto fra finanza e il mondo delle imprese. Questa riflessione serve da approfondimento per capire quale sarà la politica economica del nostro Paese nell’era post Covid-19. Ed è proprio questo il tentativo che ha fatto il Partito democratico con la sua mozione che poi è confluita nella mozione unitaria che mette insieme due parti di una unica visione”. Lo ha detto in Aula il deputato del Pd, Francesco Boccia, intervenendo sulla discussione delle mozioni concernenti il quadro normativo in materia di inadempienza bancaria e crediti deteriorati.
“Il Governo Conte 2 nel marzo 2020 – ha proseguito Francesco Boccia - ha messo in campo misure che hanno fermato una possibile gravissima crisi di liquidità: sono stati erogati 150 miliardi attraverso il fondo di garanzia e 1,1 milioni di italiani hanno avuto prestiti sotto i 30 mila euro. Per tutti loro chiediamo l’impegno del governo allo spostamento della restituzione da 6 a 15 anni. Oltre a 22 miliardi con Garanzia Italia attraverso Sace e 189 miliardi di moratorie. Così come a gennaio 2021 si è osservata una variazione del totale degli impieghi alle società non finanziarie del 7,2% (+8,3% nell’intero 2020), con tassi di interesse che permangono su livelli minimi storici. Secondo stime condotte su oltre 700.000 società di capitali, alla fine del 2020, grazie alle misure governative approvate tra marzo e agosto, il numero delle aziende in deficit di liquidità si sarebbe ridotto da 142.000 a circa 32.000, mentre il fabbisogno complessivo sarebbe sceso da 48 a 17 miliardi. E questa liquidità alle imprese è arrivata grazie agli accordi con la UE perché l’Europa, lo dico ai colleghi di Fdi che continuano a criticarla, nel momento della crisi si è dimostrata mamma e non matrigna. Il Paese deve avere una visione chiara e unitaria per poter mettere insieme tutti gli interventi finora fatti per la ripresa, per fare grandi cose insieme. Un Parlamento unito che trovi soluzioni, insieme con l’Europa, per cui chi ha fatto debiti durante l’anno del Covid non debba pagarli.
Non nei numeri ma nell’unità delle scelte che faremo per la ripartenza economica del Paese ci sarà la nostra grande forza. È necessario unirsi, superando le divisioni ideologiche su Europa e chiusure, per il rilancio del Paese post pandemia, non solo per dire all’esterno di essere uniti ma per fare insieme qualcosa di grande per l’Italia”, ha concluso il deputato dem.