Dichiarazione di voto
Data: 
Giovedì, 6 Maggio, 2021
Nome: 
Stefano Lepri

Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, signor Presidente, signor Ministro, questa nostra mozione, anzitutto, è utile. É utile per due ragioni. Perché il tema è condiviso - oggi plasticamente lo vediamo - dall'intera Aula parlamentare e da tutte le forze politiche; quindi, lei, Ministro, che ha il coordinamento su questa materia, ha un grande slancio, ha un mandato pieno, dettato appunto dall'unanimità nel consenso verso questa grande sfida. La seconda ragione è che noi abbiamo chiara l'esigenza di una grande condivisione da parte del Governo perché questa materia rappresenta, come in altri casi, un paradosso: il fatto che sia materia trasversale finisce spesso per essere materia trascurata, e non può più essere così. Più che altre leggi, quindi, lo dico come suggerimento al Ministro, noi su questa materia abbiamo bisogno di un grande lavoro operativo, esecutivo da parte del Governo. Quindi, lei ha una doppia sfida, un doppio mandato: da un lato, agire in applicazione delle tante leggi (non mancano) oggi esistenti, dall'altro, fare anche un grande lavoro di regia, che spesso è mancato, verso gli enti locali, verso le organizzazioni, le categorie, i cittadini, eccetera. Che ci sia un grande lavoro ancora da fare lo hanno già detto i colleghi e ce lo dicono molti dati: ad esempio, il fatto che solo il 10 per cento dei comuni abbia il piano per l'eliminazione delle barriere architettoniche oppure che solo il 20 per cento delle scuole oggi sia effettivamente a norma o che l'enorme nostro patrimonio artistico e architettonico sia ancora in larga parte inaccessibile. Ebbene, nell'elenco grande e sicuramente esaustivo che il Parlamento ha voluto consegnare al Governo, io segnalo solo alcune delle sfide, non necessariamente le più importanti, almeno per quanto riguarda prima il pubblico; poi, mi riferirò, invece, alle sfide che riguardano il privato. Uno: l'accessibilità può essere garantita attraverso la diffusione negli enti locali degli accessibility o disability manager . Laddove è stata prevista e opera questa figura, in molti casi noi vediamo che le cose si muovono, che c'è una maggiore attenzione. Quindi, occorre che il Governo metta risorse anche su questa opportunità, incentivando gli enti locali a promuovere questa figura. Secondo: il Piano nazionale di ripresa resilienza. Lei ha ricordato che, mettendo insieme le varie risorse, noi avremo a disposizione, nei prossimi 5-6 anni, addirittura 6 miliardi per l'abbattimento delle barriere architettoniche nei vari comparti. Una grandissima sfida. Dobbiamo fare in modo che la bellezza dell'Italia si possa guardare, si possa vivere, non solo si possa immaginare. C'è la sfida dell'arredo urbano, tornando alle cose più semplici, gli attraversamenti pedonali; il diritto di potersi muovere nel proprio isolato, nel proprio quartiere è davvero una condizione basilare e, purtroppo, in moltissimi casi, in Italia ancora non riconosciuto. C'è il diritto alla mobilità, anche attraverso l'uso di un'autovettura: una delle questioni aperte, che lei ben conosce, è il fatto che i cittadini che hanno il contrassegno per la mobilità nella propria città quasi sempre non vedono riconosciuto questo diritto se si muovono in altre città, soprattutto nelle ZTL e con riferimento al diritto di parcheggiare negli spazi riservati, proprio perché non c'è ancora una regia nazionale che consenta un pass elettronico per questa possibilità. Così come c'è la grande sfida - non la posso dettagliare - in riferimento alle misure che riguardano le persone con disabilità sensoriali, le persone non vedenti e sorde.

Passiamo alle sfide del privato, che sono almeno altrettanto importanti. Altri colleghi hanno già ricordato molto bene la difficile applicazione della legge n. 13 del 1989, una legge storica che però ha dimostrato quante volte il legislatore finisce per fare norme troppo complesse, magari per tutelarsi eccessivamente, che finiscono per rendere inapplicata la stessa legge. E' una legge barocca ed elitaria, che consente di fare pochi lavori, e oggi ci sono anche poche risorse; bisogna anticipare le spese e attendere molti anni se abbiamo la fortuna di poter essere poi rimborsati. Fortunatamente, ci sono misure più moderne e semplici, come quelle introdotte negli ultimi anni: penso alla possibilità di avere un incentivo fiscale attraverso la ristrutturazione e anche il Sisma bonus. Qui, forse, c'è bisogno comunque di fare un lavoro, signor Ministro, cioè prevedere modi per far sì che il 50 per cento restante a carico della persona che fa i lavori possa in qualche modo essere, almeno in parte, oggetto di un ulteriore aiuto: penso alla possibilità di crediti agevolati, penso alla possibilità di attivare le fondazioni bancarie per costituire dei fondi che possano, come dire, anticipare almeno in parte il restante onere a carico di chi ristruttura.

C'è poi l'importantissima misura del superbonus 110 per cento, che è stata ricordata, grazie anche in particolare al lavoro del nostro gruppo parlamentare, del Partito Democratico. Oggi noi possiamo dire orgogliosamente che i lavori per l'abbattimento delle barriere architettoniche possono essere ricompresi, naturalmente dentro le opere trainanti, nel pieno utilizzo di questo superbonus al 110 per cento. Di più: è stata prevista, grazie alla nostra azione parlamentare, in particolare confermata anche da un recente interpello, la possibilità dello sconto in fattura, della cessione del credito di imposta, e questo lo si potrà fare anche in assenza di persone avanti negli anni dentro il condominio o di persone con disabilità. Quindi, questa è una grande spinta davvero, anche per favorire la ristrutturazione degli immobili e consentire una piena accessibilità.In conclusione, oggi il Parlamento consegna al Governo un puntuale elenco di azioni. Vigileremo, convinti che si possa vincere questa grande sfida, e per queste ragioni annuncio il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico.