Il 25 giugno a Bruxelles è stato finalmente raggiunto un accordo sul futuro della politica agricola comune. Dopo anni di confronto e di regolamenti su cui era stato avviato il possibile negoziato, penso che sia importante aver raggiunto un accordo non scontato. Il nostro Piano Strategico Nazionale sarà chiamato a compiere ulteriori scelte, quelle che conteranno, e il Mipaf sarà chiamato a svolgere un grande lavoro di regia per favorire il miglior uso delle risorse della Pac e del PNRR.
In questa Pac, sulla quale esistono punti di vista articolati e di cui avremo modo ed occasioni di parlare, è stata introdotta una assoluta novità, la clausola sociale in agricoltura. Tra poco si festeggeranno i 60 anni della Pac e mai era stato inserito un vincolo sul rispetto delle normative in materia di diritti del lavoro nel settore agricolo.
Abbiamo ottenuto questo importante risultato soprattutto all’impegno del Pd e mi riferisco ai nostri rappresentanti in Europa Paolo De Castro e Pina Picierno, da un lato, e al ministro Andrea Orlando: i primi lavorando con i colleghi del gruppo dei Socialisti e Democratici e con il Commissario, il secondo con un sostegno politico molto forte ed una interlocuzione con il Commissario europeo.
Io credo che questa scelta sia giusta. Oggi, lo diciamo con forza in un giorno importante, quello in cui è stato sottoscritto il protocollo per la prevenzione e lo sfruttamento lavorativo in agricoltura e del caporalato. Lo diciamo anche perché assieme al vicesegretario del Pd Provenzano abbiamo avviato un lavoro per favorire la piena applicazione della legge sul caporalato. Un confronto iniziato con gli attori interessati, poi, un giro di incontri nell’Italia dello sfruttamento, iniziato un paio di settimane fa nell’agro pontino con Marco Omizzolo ed alcuni lavoratori indiani, che proseguirà in Piemonte, a Saluzzo, poi nel Sud in alcune realtà in cui si vivono ancora grandi difficoltà. La legge, contro il caporalato è stata voluta dal Pd, è una legge che funziona ma va applicata fino in fondo. Sono frutto del nostro impegno anche la Direttiva contro le pratiche sleali e la legge contro le aste al doppio ribasso. Nella convinzione che la qualità del lavoro, la dignità dei lavoratori e delle lavoratrici, la trasparenza delle filiere siano una dimensione della qualità e del valore aggiunto sui cui poter investire ancora per la riconoscibilità del nostro Made in Italy.
Lo afferma la deputata dem Susanna Cenni, vicepresidente della commissione Agricoltura alla Camera e responsabile Pd per le Politiche Agricole.