"42 missioni in 27 paesi con l'impiego di 9.200 uomini: cifre che dimostrano un impegno straordinario che vede l'Italia tra i principali contributori alle missioni di pace e stabilizzazione. Un impegno che deriva non da una volontà di potenza, ma dalla consapevolezza che nel mondo globale non esistono "guerre locali", ma conflitti che, ovunque avvengano, attentano alla sicurezza di tutti".
Lo dichiara il presidente della Commissione esteri ella Camera dei deputati, Piero Fassino, durante il suo intervento in aula sul decreto missioni internazionali.
"Un impegno militare - continua - che non sostituisce la politica, anzi la supporta e la sollecita. Come nei Balcani - rimarca - dove la nostra partecipazione a K-For è funzionale alla stabilizzazione necessaria al percorso di integrazione europea, in Libano dove la nostra presenza in Unifil vuole concorrere al superamento della crisi di quella nazione e al rilancio del processo di pace in Medio Oriente, in Libia dove la nostra presenza é finalizzata a sostenere la transizione politica avviata da alcuni mesi. Così come - conclude - la fine della missione in Afghanistan deve seguire un impegno politico attivo per non disperdere quel che si è costruito in vent'anni".