28/07/2021
Stefania Pezzopane
VISCOMI, LACARRA, MURA, CARLA CANTONE, GRIBAUDO, MICELI, UBALDO PAGANO, BORDO, BERLINGHIERI, LORENZIN e FIANO.
3-02433

Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   ai sensi dell'articolo 5-bis del decreto-legge n. 101 del 2019, i lavoratori del contact center nazionale Inps sono finalmente interessati da un processo di internalizzazione di tutto il servizio del contact center nazionale Inps all'interno dell'Istituto alla scadenza naturale dell'appalto prevista per dicembre 2021, attraverso una nuova società in house, al fine di avvalersi di figure esperte della materia previdenziale in grado di far fronte alla crescente domanda di servizi on line;

   il 28 aprile 2021 si è tenuto l'incontro fra il presidente dell'Inps e le delegazioni sindacali, nel corso del quale avrebbe confermato la volontà di procedere all'internalizzazione dal gennaio del 2022, avendo come riferimento i circa 3.200 lavoratori occupati sulla commessa al 31 gennaio 2021;

   l'annunciato processo prevedrebbe una selezione pubblica su titoli, con punteggio aggiuntivo che valorizzi gli anni di professionalità acquisita sulla commessa. Inoltre, nel prossimo bando si prefigurerebbe un profilo orario di ingresso part time e sarebbe profilato per un numero massimo superiore alle persone oggi impiegate, nonché la conferma del principio della territorialità;

   le organizzazioni sindacali, pur condividendo la finalità del processo innescato dal citato articolo 5-bis del decreto-legge n. 101 del 2019, sollevano alcuni dubbi, in particolare con riferimento alle procedure adottate. Nello specifico, non si comprende perché non venga utilizzato lo strumento della clausola sociale/call center, così come dovrebbe avvenire in occasione di passaggio da privato a privato e così come avvenne, nel 2019, nei confronti dei nuovi entranti Comdata e Network contact, assicurando la continuità occupazionale di tutti i lavoratori interessati, nonché l'applicazione delle clausole contrattuali di riferimento del comparto dei servizi di telecomunicazione;

   stante le preoccupazioni per le soluzioni selettive ed organizzative che si starebbero profilando, confermate in occasione della recente audizione del 23 luglio 2021 presso l'XI Commissione della Camera dei deputati, per sollecitare una soluzione che garantisca il rispetto della clausola sociale nonché i diritti maturati dai lavoratori attualmente in servizio per conto delle società affidatarie dell'appalto le organizzazioni sindacali hanno già indetto due turni di sciopero –:

   quali urgenti iniziative intenda adottare al fine di assicurare, per quanto di competenza, la massima vigilanza sulle procedure di internalizzazione del personale impiegato nel servizio del Contact center nazionale Inps, in attuazione delle citate disposizioni, nonché l'integrale applicazione della cosiddetta clausola sociale/call center da parte dell'Inps e il rispetto dei diritti maturati.

Seduta del 28 luglio 2021

Illustrazione di Marco Lacarra, risposta del Ministro del lavoro e delle politiche sociali Andrea Orlando, replica di Stefania Pezzopane

MARCO LACARRA. Grazie Presidente. Illustre Ministro, grazie a una norma approvata da questo Parlamento nel 2019, l'articolo 5-bis del decreto-legge n. 101 del 2019, i lavoratori del contact center nazionale dell'Inps, finalmente, possono andare incontro a un processo di internalizzazione attraverso una nuova società in house già il prossimo dicembre. Una legge del 2016, la n. 11, impone che, nel cambio di committente tra soggetti privati, la società subentrante applichi la cosiddetta clausola sociale call center (l'articolo 1, comma 10, della legge n. 11 del 2016).

Una norma giusta che garantisce la continuità lavorativa e consente a chi subentra di contare sull'esperienza maturata sul campo dai lavoratori. Purtroppo, però, l'internalizzazione di cui oggi discutiamo, non utilizza la clausola sociale, ma si fonda su altri criteri, tra cui la selezione pubblica di titoli: un grave errore, sia perché farebbe perdere agli oltre 3 mila lavoratori in questione il diritto maturato all'assunzione diretta, sia perché permetterebbe a un ente pubblico di sfuggire incomprensibilmente dall'applicazione di disposizioni di legge che, invece, i privati sono costretti ad osservare. Per queste ragioni, le chiediamo quali urgenti iniziative intenda adottare, al fine di assicurare la massima vigilanza sulle procedure di internalizzazione di questo personale, per garantire l'integrale applicazione della clausola sociale call center da parte dell'INPS e il rispetto dei diritti maturati.

 

ANDREA ORLANDO, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Grazie Presidente. L'articolo 5-bis del decreto-legge n. 101 del 2019 ha previsto l'affidamento alla società INPS servizi SpA, interamente partecipata dall'INPS, delle attività di contact center multicanale verso l'utenza, nel rispetto delle disposizioni nazionali ed europee, in materia di affidamento in house, alla scadenza naturale dei contratti in essere nell'ambito delle stesse attività. Tale affidamento tiene conto della necessità di internalizzare i servizi informativi, promuovendo la continuità della loro erogazione, tutelando la stabilità occupazionale del personale ad esso adibito, tenuto conto dell'esigenza di valorizzarne le competenze. Ai fini dell'espletamento delle attività in questione, è data facoltà a INPS Servizi S.p.A. di provvedere alla selezione del proprio personale, anche valorizzando le esperienze simili maturate nell'ambito dell'erogazione dei servizi di call center. Sulla tutela dei lavoratori occupati nell'attività di cui all'appalto in scadenza, circa 3 mila operatori, è stata manifestata la massima attenzione da parte dei sindacati e del Parlamento, i quali auspicano che sia garantita continuità lavorativa alle persone coinvolte, tenendo conto della competenza acquisita e del servizio svolto da questi lavoratori, particolarmente intenso e prezioso nei mesi più duri della pandemia. Il Ministero del lavoro, nel corso dell'esame del disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 77 del 2021, si era dichiarato favorevole a individuare soluzioni di carattere normativo che potessero consentire, in via eccezionale, modalità semplificate e risolutive per la procedura di l'internalizzazione. Sebbene la proposta normativa non sia stata approvata, è stato poi accolto favorevolmente l'ordine del giorno volto ad assicurare la massima vigilanza del Governo, nell'ambito delle proprie competenze sulle procedure di internalizzazione del personale impiegato nel servizio contact center nazionale INPS, nonché integrale applicazione della cosiddetta clausola sociale call center da parte dell'INPS. Il Ministero del lavoro, nel solco dell'impegno assunto, sta seguendo il confronto in atto e continuerà a monitorare attentamente l'esito del percorso avviato, affinché le procedure di internalizzazione possano garantire la massima tutela dei lavoratori coinvolti, soprattutto con riferimento al mantenimento dei livelli occupazionali e delle condizioni contrattuali. L'obiettivo dell'internalizzazione deve essere, infatti, quello di valorizzare la stabilità dell'impiego dei lavoratori, migliorando, contemporaneamente, la strutturazione e la resa del servizio. Al contempo, il Ministero del lavoro continuerà l'interlocuzione costante con il Dipartimento della funzione pubblica, al fine di poter individuare soluzioni condivise a tutela dei lavoratori interessati.

 

STEFANIA PEZZOPANE. Grazie Presidente. Signor Ministro, noi la ringraziamo per le parole che oggi ha pronunciato in quest'Aula: ci rassicurano sul suo compito, sulla sua funzione di vigilanza, sul suo impulso. Così come diceva il collega Lacarra nell'introdurre l'interrogazione presentata, noi riteniamo che si debba applicare la clausola sociale insieme alla norma prevista dalla legge di bilancio del 2019; il combinato disposto di queste due normative, fa sì che venga garantita la piena occupazione e che venga raggiunto l'obiettivo di valorizzare il personale. Sono oltre 3 mila i lavoratori; solo 500 nella mia città L'Aquila, ma poi sono a Roma, Lecce, Marcianise, Rende, Ivrea, Olbia, Bari, Aprilia, Terni, in Sicilia: sono distribuiti in tante parti d'Italia, hanno competenze. Abbiamo l'occasione unica, storica di introdurre, attraverso una norma specifica, questo personale all'interno di una società in house specificamente predisposta. L'emendamento presentato al decreto n. 77 andava nella direzione di semplificare le procedure. Accogliamo positivamente, signor Ministro, quello che lei ha detto e soprattutto il suo parere favorevole su quell'emendamento e ci auguriamo che, nell'interlocuzione tra i Ministeri, si convinca il Ministero della Funzione pubblica a procedere secondo quanto indicavamo nell'emendamento, ovvero in via prioritaria, all'assunzione di questo personale, senza dover fare le selezioni. Su questo continueremo il nostro impegno e la nostra battaglia, in accordo con le organizzazioni sindacali.