Dichiarazione di voto finale
Data: 
Martedì, 3 Agosto, 2021
Nome: 
Alfredo Bazoli

A.C. 2435-A

Grazie, Presidente. Signora Ministra, la riforma della giustizia ce la chiede l'Europa. Questo è ciò che sentiamo ripetere da tante settimane, ed è vero. Ce la chiede l'Europa che ha condizionato l'erogazione dei fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza all'approvazione di alcune riforme considerate ineludibili, tra cui esattamente quella della giustizia. Ma io direi, prima e innanzitutto, che la riforma della giustizia ce la chiedono i cittadini italiani, ce la chiedono le imprese, il mondo dell'economia, il mondo della giurisdizione, l'intera società italiana. La nostra giustizia funziona male ed è una macchina che troppo spesso gira a vuoto.

Due dati vorrei citare, tra i tanti che si potrebbero indicare, che ci dicono di questo malfunzionamento: 1.202 condanne inflitte allo Stato italiano dalla Corte europea dei diritti dell'uomo per la violazione del principio della ragionevole durata del processo, il doppio del secondo in classifica, la Turchia; il 50 per cento, invece, è la percentuale di condanne pronunciate in Italia al termine di un processo, contro il 93 per cento degli Stati Uniti, l'82 per cento della Germania, l'84 per cento dell'Inghilterra, il 99 per cento del Giappone. Per dirla in sintesi, troppi processi inutili, troppo lenti.

Allora, è vero, come è stato detto, che l'unica cosa che non possiamo permetterci oggi - l'ha detto lei, signora Ministra - è l'opzione zero: restare fermi, magari per la paura di cambiare. Non è il momento della paura, è il momento del coraggio. Noi pensiamo che il lavoro fatto fino ad oggi dal Governo, in questi pochi mesi, sia stato ottimo. Abbiamo condiviso quasi senza riserve il lavoro della Commissione Lattanzi, che per una grande parte è stato riversato nella proposta di riforma che oggi ci apprestiamo a votare. Non poteva essere diversamente questa nostra condivisione, dal momento che si innesta sul disegno di legge del Governo precedente, di cui pure abbiamo fatto parte, ne riprende e valorizza molte proposte, sia pure con ancora più incisività ed efficacia.

Vedete, non si è fatto altro che parlare di prescrizione in questi giorni, in questo dibattito tutto politico, poco attento al merito, incandescente come è uso e costume in questo Paese quando si parla di giustizia, dimenticando che la prescrizione è la patologia del sistema. Una discussione che parla solo della patologia, scusate, è essa stessa una discussione viziata, è come parlare di una malattia senza parlare della cura. Sia chiaro, noi rivendichiamo di aver contribuito, di aver insistito per portare nel nostro ordinamento un principio nuovo e direi quasi rivoluzionario, quello del tempo di durata massima di un processo, del tempo di fase che impedisce il processo infinito (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Ma sappiamo che la sostanza vera della riforma è altrove, la sostanza è in uno degli aspetti - e uso le parole di un luminare, come il professor Pulitanò - più innovativi e seri: il nuovo filtro rappresentato dalla diagnosi di colpevolezza per il rinvio a giudizio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Ciò vuol dire che la forza dell'ipotesi accusatoria va costruita nella fase delle indagini, non dopo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Dunque, meno processi, più fondati.

La sostanza di questo provvedimento è nel - e uso le parole di un altro luminare, il professor Fiandaca - rafforzamento della dimensione garantistica delle indagini preliminari, attraverso un adeguato controllo giurisdizionale che può contribuire a ridurre i tempi nella fase più critica dei ritardi e della lentezza del procedimento, che è la fase delle indagini preliminari e dell'esercizio dell'azione penale. La sostanza di questo provvedimento è nel rafforzamento dei riti alternativi per deflazionare gli uffici giudiziari (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), che noi avremmo voluto ancora più rilevante. Penso all'archiviazione meritata, signora Ministra, che avevamo proposto e che, secondo noi, è stata archiviata un po' frettolosamente.

Ma penso anche alla depenalizzazione in concreto, attraverso l'estensione della particolare tenuità del fatto, nell'aumento dei reati perseguibili a querela, nell'introduzione di principi di giustizia riparativa, nell'estensione della messa alla prova, istituti molti dei quali introdotti nella scorsa legislatura dal nostro Ministro Orlando e oggi giustamente valorizzati, perché hanno già dato buona prova di sé e perché vanno nella direzione di alleggerire il carico di lavoro delle corti di giustizia. Tutti capitoli, questi che ho elencato, tutti titoli, che anche solo presi uno per uno segnerebbero un grande passo avanti, ma che, tutti insieme, disegnano una ambiziosa e innovativa riforma organica della giustizia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) in un corretto equilibrio tra efficienza e garanzie. Una riforma, attenzione, che certo non potrà mai decollare senza la seconda gamba, ovvero un adeguato e peraltro già previsto e finanziato innesto di nuove risorse: giudici, personale amministrativo, cancellieri (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). E il fondamentale ufficio del processo, che dopo essere stato ideato e introdotto anch'esso dal Ministro Orlando e aver già contribuito a ridurre i tempi dei processi, in alcune realtà dove è stato introdotto e sperimentato, finalmente entrerà a pieno regime, grazie alle risorse del PNRR ed è stato inserito in questo provvedimento grazie a un emendamento nel nostro relatore Vazio.

Noi siamo orgogliosi del lavoro che ha fatto il nostro gruppo parlamentare, il nostro partito, su questa riforma (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Abbiamo difeso la riforma e con essa il Governo dai siluri, che dall'interno della maggioranza, non più tardi di una settimana fa, sono stati lanciati per affossarla (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Noi non abbiamo dimenticato la tensione di quel voto in Commissione, sulla scellerata richiesta di rinvio sine die del provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Quel siluro alla riforma e al Governo il Partito Democratico ha contribuito in maniera decisiva a deviarlo. E rivendico al nostro gruppo, al nostro partito, di aver offerto alla coalizione un'ipotesi di mediazione, il cosiddetto atterraggio morbido della riforma della prescrizione con la norma transitoria, per farci carico delle preoccupazioni legittime evidenziate dagli uffici giudiziari, ma anche per aiutare la riforma, il Governo e la maggioranza, a superare indenne questo passaggio difficile. Perché è chiaro a tutti che il Governo Draghi non sarebbe uscito rafforzato da una implosione della sua attuale maggioranza su questo scoglio! Ecco, noi abbiamo lavorato in queste settimane per salvare la riforma, per aiutare il Governo. Chi sostiene il contrario o è in malafede o di politica capisce poco (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Lo abbiamo fatto con il nostro spirito di lealtà e di servizio, perché siamo convinti e consapevoli che questo Governo di unità nazionale, figlio di una situazione eccezionale, non può permettersi di perdere questa straordinaria, irripetibile occasione per riformare il Paese, anche attraverso l'utilizzo dei fondi europei, perché a perdere non sarebbe questa o quella forza politica, ma il Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Ci siamo impegnati per portare in fondo questa riforma, nella quale crediamo, senza mai iscriverci al partito dei giustizialisti, quelli che soffiano sui sentimenti di vendetta che serpeggiano nella società per qualche consenso elettorale in più, né al partito di coloro che utilizzano un termine nobile e bellissimo, il garantismo, come un randello da dare in testa agli avversari politici e alla magistratura (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Perché noi sappiamo che la giustizia si realizza solo nel difficile ma necessario equilibrio tra il rispetto delle garanzie di chi si trova sottoposto alla pretesa punitiva dello Stato e il sacrosanto anelito alla giustizia delle vittime dei reati (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Anelito, che - credetemi sulla parola - io conosco bene (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Un bilanciamento, questo, che si rinviene nei valori disegnati e scolpiti nella Carta costituzionale, che per noi del Partito Democratico costituisce sempre, anche sulla giustizia, un riferimento ineludibile. Allora - e concludo -, noi voteremo convinti questa riforma, che consideriamo il primo passo di un cambiamento necessario della giustizia nel nostro Paese. In questo percorso, Ministra Cartabia, con la nostra lealtà, la nostra serietà e i nostri valori, sappia che saremo sempre al suo fianco (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Congratulazioni).