A.C. 3243
Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, la conversione in legge di questo decreto rappresenta un altro, decisivo passo avanti verso la concreta realizzazione dei grandi cambiamenti che ci aspettano. Dopo la definizione della governance del PNRR e l'introduzione di importanti semplificazioni normative, il provvedimento in esame costituisce il terzo importante pilastro per fare del Recovery Plan un'occasione vera di rilancio del nostro Paese. Il fulcro della ripartenza non può che essere la pubblica amministrazione o, meglio, lo Stato, nella sua interezza; lo Stato, al quale non dobbiamo solo dare strumenti e risorse per compiere con efficienza, trasparenza e rapidità le sue funzioni, ma a cui è necessario più che mai dare i mezzi per recuperare quella fiducia che si è affievolita, quando non totalmente smarrita, da parte dei cittadini. Questo rinnovato rapporto deve essere il fulcro della costruzione di una nuova Italia, perché non può esserci un'economia sana e dinamica, né una società energica e prospera, dove la relazione tra pubbliche amministrazioni, cittadini e imprese non è fondata sulla reciproca fiducia e su uno spirito di piena e leale collaborazione.
Con questo decreto raggiungiamo due obiettivi di vitale importanza per riannodare i fili tra Stato e cittadini, una sfida che passa innanzitutto dal rafforzamento delle capacità della pubblica amministrazione di dare risposte agli italiani e di diventare il motore - e non un freno - per la crescita. Da un lato, si definiscono percorsi rapidi, trasparenti e meticolosi per il reclutamento del personale necessario all'attuazione del PNRR; dall'altro, si avvia il percorso di due riforme trasversali, quella della giustizia e della pubblica amministrazione, che rappresentano condizioni imprescindibili per il futuro del Paese.
Il capitale umano è davvero al centro di questo progetto e, con esso, il merito, la trasparenza e le opportunità, sia per chi già lavora per il settore pubblico sia per chi, nei prossimi anni, ne entrerà a far parte. Il Piano di ripresa ci impone di provvedere, nel minor tempo possibile, alla riqualificazione del personale pubblico, all'assunzione di nuove figure, a introdurre nella pubblica amministrazione nuove competenze, per affrontare le grandi sfide del prossimo quinquennio. Per questo, venendo ai contenuti del decreto, garantiamo a tutte le amministrazioni, sia centrali che locali, una vasta scelta di opzioni per reclutare rapidamente i profili necessari a realizzare i progetti in cui saranno impegnate, dalla ristabilita possibilità di assumere i più giovani con contratto di apprendistato, passando per i concorsi, rapidissimi, per assumere il personale tecnico, fino alle speciali modalità che sono previste per le assunzioni a tempo determinato di figure ad alta specializzazione, su cui tutte le amministrazioni potranno contare. Come significative sono le nuove procedure per gli incarichi ai professionisti e agli esperti, aderenti a criteri di massima trasparenza. Al contempo, si consente alle pubbliche amministrazioni di reperire più velocemente manager qualificati e di esperienza per tutto il periodo di attuazione del PNRR e, coerentemente, con i compiti e gli aspetti funzionali alla realizzazione dei singoli progetti. Sebbene gli incarichi di lavoro legati al Piano possano essere esclusivamente a tempo determinato, questo provvedimento fa sì che tutta l'esperienza maturata non vada dispersa dopo il 2026, ma, anzi, rappresenti un valore aggiunto alle capacità di azione della pubblica amministrazione. Per questo il decreto impone che, a tutti coloro che abbiano prestato servizio per almeno 36 mesi ai fini della realizzazione del PNRR, sia riservato il 40 per cento dei posti messi a concorso delle amministrazioni.
Infine, sempre sul tema del nuovo personale, si modifica, giustamente, la norma che consentiva l'assunzione di 2.800 tecnici al Mezzogiorno per la gestione dei fondi europei. Si correggono, dunque, le criticità che hanno impedito al concorso di svolgersi con successo, dando la possibilità a tanti giovani, prima esclusi, di parteciparvi. Come detto in precedenza, il decreto non guarda solo all'esterno del perimetro della pubblica amministrazione nell'ottica di nuove e attese assunzioni. Importantissime misure sono rivolte anche a chi ha già un impiego pubblico; con alcune misure di natura strutturale, infatti, si interviene sulla mobilità, orizzontale e verticale, e sulla valorizzazione economica del capitale umano del settore pubblico; il merito e le competenze trasversali saranno, al pari delle conoscenze tecniche, motivo di valorizzazione del personale e strumenti di crescita del proprio percorso professionale. La disciplina sulla mobilità, infatti, ha subito dei correttivi, affinché, recependo quanto giustamente chiesto dall'ANCI, queste procedure non si trasformino in vere e proprie emorragie di personale, soprattutto per gli enti più piccoli.
In ultimo, è da segnalare un importante intervento per ridurre il precariato nella pubblica amministrazione. Grazie a una modifica introdotta durante il passaggio parlamentare, si estendono al 31 dicembre 2022 i termini della “legge Madia”, in materia di stabilizzazione e concorsi riservati ai lavoratori precari della pubblica amministrazione. Infatti, sebbene siamo convinti che l'ingresso all'impiego pubblico debba avvenire, come sancito nella nostra Costituzione, mediante un concorso pubblico, siamo altrettanto certi che, soprattutto in una fase tanto complessa come quella attuale, nella pubblica amministrazione non possano esistere situazioni di precariato tanto gravi ed estese, come quelle che si sono generate negli ultimi quindici anni a causa delle politiche di spending review.
Vorrei richiamare, infine, signor Presidente, due strumenti che si riveleranno fondamentali nel disegnare una pubblica amministrazione più moderna ed efficiente. Parlo del Piano unico della pubblica amministrazione, che rappresenta una grande semplificazione e dà una visione piena e complessiva dei progressi compiuti dagli enti nel percorso di transizione dei prossimi anni, e del Portale del reclutamento, il mezzo che ci consentirà di riformare in profondità e definitivamente le procedure di reclutamento del personale pubblico, garantendo trasparenza e la massima velocità, grazie alla digitalizzazione.
Per concludere, signor Presidente, con questo decreto mettiamo un altro tassello al posto giusto. Portiamo a termine una riforma fondamentale per consentire al nostro Paese uno sviluppo vivace e duraturo. Ridiamo fiducia agli italiani, che devono ritrovare nella pubblica amministrazione un interlocutore efficiente e leale. La strada che abbiamo davanti è lastricata di grandi entusiasmi e sfide complesse; grazie alla novità di questo decreto, avremo gambe e polmoni più forti per arrivare in fondo a questo percorso e dimostrarci all'altezza delle nostre ambizioni.