“Questa nuova fattispecie di reato costituisce il monito che il Parlamento vuole dare a falsari e depistatori, a servitori infedeli e a chi pensa di condizionare la democrazia nell'ombra. Non sarà più tollerata alcuna doppiezza, alcuna doppia o tripla fedeltà, alcuna manovra torbida, alcuna opacità”. Lo ha dichiarato il deputato Pd Alfredo Bozoli (commissione Giustizia) durante la dichiarazione di voto nell’aula della Camera della Pdl sull'introduzione nel codice penale del reato di depistaggio e inquinamento processuale.
“In questo nuovo reato – ha spiegato Bazoli - si riflette la peculiarità della storia della nostra democrazia repubblicana, nata fragile dal fascismo, che ha fronteggiato fenomeni come il terrorismo politico e la criminalità organizzata. Criminalità organizzata che ha sfidato apertamente le istituzioni con attentati feroci e sanguinosi nei primi anni 90. Le istituzioni hanno vinto ma il paese ha pagato un prezzo alto in termini di vite umane e di rallentamento nel consolidamento della democrazia. Su tutto ciò pesa il mancato accertamento della verità processuale, la persistenza di troppi grumi di opacità. E senza l'intervento di manovre occulte e sotterranee, che comunemente noi definiamo di depistaggio delle indagini, l'accertamento delle responsabilità individuali e la condanna degli colpevoli sarebbe stata possibile”.
“Permettetemi infine – ha concluso Bazoli - di ringraziare gli amici, i familiari delle vittime che hanno contribuito a mantenere viva le memoria e il ricordo di quei delitti, da Paolo Bolognesi, alla cui tenacia si deve l'approdo di questa legge, a Manlio Milani, da benedetta Tobagi a Mario calabresi, da Agnese moro a Silvia Giralucci, alla famiglia Borsellino”.