22/09/2021
Antonella Incerti
ROTTA, AVOSSA, CAPPELLANI, CENNI, CRITELLI, FRAILIS, BERLINGHIERI, LORENZIN e FIANO
3-02502

Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. – Per sapere – premesso che:

   nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, nell'ambito della Missione 2C1, sono previsti interventi che favoriscono la produzione di energie rinnovabili attraverso l'installazione di pannelli ad energia solare, attraverso una riqualificazione delle strutture produttive agricole. Nella stessa componente è previsto lo sviluppo dell'agrivoltaico, con una produzione di circa 1.300 gigawatt annui;

   nel parere espresso sulla proposta di Piano nazionale di ripresa e resilienza la Commissione agricoltura della Camera dei deputati ha precisato che l'installazione di pannelli fotovoltaici non potrà essere realizzata su terreni destinati alla produzione agricola e che dovranno essere definite, conseguentemente, le aree compatibili con tali tipologie di intervento;

   l'articolo 5 della legge n. 53 del 2021 detta numerosi criteri per il recepimento della direttiva (UE) 2018/2001, tra i quali una disciplina, concertata con le regioni in Conferenza unificata, per l'individuazione delle superfici e delle aree idonee e non idonee per l'installazione di impianti a fonti rinnovabili nel rispetto delle esigenze di tutela delle aree agricole e forestali e dei principi della minimizzazione degli impatti sull'ambiente, sul territorio e sul paesaggio;

   il decreto-legge n. 77 del 2021 ammette alla fruibilità degli incentivi statali gli impianti agrovoltaici che adottano soluzioni integrative in modo da non compromettere la continuità delle attività di coltivazione agricola, da realizzarsi contestualmente a sistemi di monitoraggio che consentano di verificare l'impatto sulle colture;

   lo schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva 2018/ 2021/UE sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili, all'articolo 20, prevede la definizione, con uno o più decreti del Ministro della transizione ecologica, di concerto con il Ministro della cultura e il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, previa intesa in sede di Conferenza unificata, di una disciplina per l'individuazione delle superfici e delle aree idonee e non idonee per l'installazione di impianti a fonti rinnovabili nel rispetto delle esigenze di tutela del patrimonio culturale e del paesaggio, delle aree agricole e forestali;

   dalle notizie che arrivano da più regioni si rileva una situazione di tensione crescente tra interessi contrapposti –:

   quale orientamento e quali urgenti iniziative di competenza intenda assumere, a fronte di impegni e disposizioni che possono risultare confliggenti, al fine di coordinare le esigenze dello sviluppo delle energie rinnovabili con un'adeguata tutela del suolo agricolo quale spazio dedicato alla produzione di alimenti, alla biodiversità, all'equilibrio del territorio e dell'ambiente.

Seduta del 22 settembre 2021

Illustrazione di Andrea Frailis, risposta del Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Stefano Patuanelli, risposta di Antonella Incerti

ANDREA FRAILIS. Grazie Presidente. Signor Ministro, la nostra è una interrogazione un po' sulla scorta di quanto detto poco fa dai colleghi 5 Stelle. Il PNRR prevede interventi a favore della produzione di energia da fonti rinnovabili in agricoltura, anche con l'installazione di pannelli fotovoltaici a terra. È un'opportunità, questa, che è importante anche per l'integrazione dei redditi degli agricoltori. La Commissione agricoltura, però, come lei sa, ha precisato che l'installazione non può essere realizzata su terreni destinati alla produzione. Noi riteniamo che le due esigenze, da un lato, quella di produrre energia da fonti rinnovabili e, dall'altro, la produzione agricola, non debbano essere alternative e non debbano essere in contrasto l'una con l'altra. Ecco perché noi le chiediamo, signor Ministro, quali iniziative intende assumere per contemperare le due esigenze, che sono assolutamente entrambe molto valide e in qualche modo da sostenere, vale a dire quella di produrre energie rinnovabili con la tutela del suolo e delle produzioni agricole.

 

STEFANO PATUANELLI, Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali. Grazie Presidente. Ringrazio anche in questo caso gli onorevoli interroganti. Ovviamente la domanda, esclusivamente per questioni temporali, è in scia a quella già proposta dal gruppo del MoVimento 5 Stelle e la mia risposta non può che essere in scia rispetto a quanto già ribadito precedentemente. Io credo che le due esigenze, che possono sembrare contrapposte, ossia quella di utilizzare parte del nostro territorio per produrre energia da fonti rinnovabili e quella di non sottrarre terreno agricolo ai nostri contadini e ai nostri agricoltori, possono stare assieme. Potremo raggiungere questo obiettivo esclusivamente attraverso la chiarezza delle linee guida, come citavo prima, e dei bandi legati alle progettualità, una di competenza del Mipaaf, che è quella sull'agrosolare, che però non consuma suolo, e in particolare la progettualità del Mite, con cui stiamo lavorando proprio in tal senso, che riguarda l'agrovoltaico. Infatti, come ho ribadito più volte, quando parliamo di agro-energie, il suffisso importante è “agro-“ . Noi dobbiamo consentire alle aziende agricole di avere una possibilità di reddito in più, proprio in un momento in cui il reddito agricolo sta calando anche per l'aumento dei prezzi delle materie prime, ma dobbiamo sempre ricordarci che la missione principale di un'azienda agricola è quella di produrre cibo di qualità. Quindi, mettere assieme questi due elementi: lo si fa con chiarezza, usando chiarezza nei bandi. È evidente che nessuna azienda agricola potrà dismettere la sua produzione agricola e affittare i terreni avendo l'incentivo. Non sarà ovviamente possibile. Così come bisogna evitare in ogni modo che ci sia un massiccio intervento delle società energetiche nei confronti delle aziende agricole, perché altrimenti, se le due potenzialità di reddito sono molto diverse, è chiaro che qualsiasi agricoltore sarà tentato di attivare questo percorso. Per questo dico che sarà importante incentivare, non la vendita di energia ad un prezzo incentivato, ma attraverso il capitale per la realizzazione dell'intervento, perché in quel modo sarà il singolo agricoltore che avrà la possibilità di realizzare il suo impianto, ma di continuare soprattutto la produzione agricola.

Io credo che di spazi inutilizzati in questo Paese ne abbiamo davvero tanti. Non dobbiamo consentire di utilizzare quelli che vengono coltivati dai primi custodi del nostro territorio. Un grande intervento di ricostruzione del Paese è stata l'Autostrada del Sole. Possiamo pensare di accompagnare l'autostrada con produzione di energia pulita.

 

ANTONELLA INCERTI. Grazie Presidente. Naturalmente ringrazio il signor Ministro, anche perché abbiamo condiviso questa necessità con lei di raggiungere gli obiettivi della transizione ecologica e condividiamo le misure messe in campo e anche le considerazioni che lei ha appena fatto, a seguito della interrogazione che ci ha preceduto.

Si trattava per noi di sottolineare l'esigenza, ancora una volta, di coordinare le misure messe in campo per lo sviluppo delle energie rinnovabili con l'adeguata tutela - lo ribadiamo ancora una volta - del suolo agricolo quale spazio dedicato all'approvvigionamento - come lei ha ricordato - dell'alimentazione, come tutela della biodiversità e come equilibrio del territorio in cui l'agricoltore opera.

Lei stesso l'ha indicato nelle sue linee programmatiche, si è fatto riferimento a ciò che dice il PNRR, ma anche la Commissione agricoltura della Camera dei deputati ha ribadito più volte la necessità di tenere insieme questi due elementi. Quindi è bene precisare in queste occasioni spazi e modalità con cui si opererà e con cui si terranno insieme queste due attività, proprio per evitare che ci sia un aumento esclusivo degli spazi - per le ragioni che anche lei ha ricordato - necessari al fotovoltaico e anche per evitare delle tensioni che, in qualche modo, stanno avvenendo in alcuni territori su interessi che sembrerebbero sovraesposti. Per continuare a far produrre alimenti è, quindi, necessario anche attuare una programmazione territoriale precisa, coinvolgendo non solo il mondo agricolo, come si sta facendo, ma regioni ed enti locali e anche le comunità locali, in modo che possano essere coinvolte in questo processo, onde evitare quelle estensioni che non produrrebbero gli effetti che noi riteniamo necessari. Quindi, la ringraziamo.