13/10/2021
Gianluca Benamati
PEZZOPANE, BONOMO, GUALTIERI, GAVINO MANCA, NARDI, SOVERINI, ZARDINI, BRAGA, BURATTI, MORASSUT, MORGONI, PELLICANI, ROTTA, DAL MORO, LORENZIN, BERLINGHIERI e FIANO.
3-02537

Al Ministro della transizione ecologica. – Per sapere – premesso che:

   il problema del costo dei prodotti energetici sta minacciando la ripresa per gli effetti sulle famiglie, con gli aumenti in bolletta e dei prezzi dei beni di consumo a causa degli aumenti dei costi di produzione, e sulle attività economiche italiane, che vedono ulteriormente indebolita la propria competitività sui mercati europei e internazionali che da anni beneficiano di prezzi dell'energia inferiori di quelli italiani;

   Governo e Parlamento già dall'inizio dell'estate 2021 hanno risposto attraverso provvedimenti d'urgenza che hanno impegnato ingenti risorse per avviare una riduzione prezzi, operando in questa fase sugli oneri generali di sistema nelle bollette delle famiglie e delle utenze di potenza installata ridotta, che ha parzialmente limitato gli aumenti;

   la situazione congiunturale dei mercati dei prodotti energetici sembra, però, restare orientata a costi in forte aumento anche per la prima parte del 2022 e ciò renderà necessarie ulteriori azioni per limitare gli effetti di sistema e la spirale inflattiva di tali aumenti;

   il perdurare di questa situazione renderà, inoltre, necessario che le nuove misure acquisiscano, con ogni probabilità, caratteristiche strutturali e che coinvolgano maggiormente anche le piccole e medie imprese ad oggi più esposte a tali rincari rispetto a famiglie ed imprese ad alto consumo energetico;

   particolare attenzione va anche rivolta al costo del gas per autotrazione, che impatta significativamente sul milione di autoveicoli alimentati in questo modo presenti in Italia, includendo in questa cifra non solo le autovetture, ma anche mezzi pesanti e autobus;

   si tratta spesso di autoveicoli appartenenti a famiglie di reddito non elevato – che hanno operato tale scelta proprio per i limitati costi di gestione di tale carburante e oggi sono in difficoltà per l'esorbitante aumento dei costi – e della chiusura di molti impianti che non riescono a sostenere tali prezzi;

   giova anche ricordare che secondo studi di settore, le piccole e medie imprese, gli artigiani e i piccoli imprenditori pagano il prezzo più alto dell'elettricità nell'Unione europea, superiore rispetto alla media dei loro colleghi dei Paesi dell'eurozona, e non beneficiano di meccanismi di riduzione dei costi per tutelarne la competitività –:

   se il Governo intenda proseguire nell'azione di sostegno alla competitività del sistema produttivo italiano (con specifico riguardo anche alle piccole e medie imprese) e alle famiglie (anche rivolgendosi a quei settori, come il metano per autotrazione, ad oggi non coperti), in presenza di perduranti rialzi dei costi energetici, e quali misure, anche strutturali, intenda adottare dopo i recenti interventi transitori sugli oneri di sistema.

Seduta del 13 ottobre 2021

Illustrazione di Stefania Pezzopane, risposta del Ministro per la Transizione ecologica Roberto Cingolani, replica di Gianluca Benamati

STEFANIA PEZZOPANE. Signor Ministro, il problema del costo dei prodotti energetici sta minacciando la ripresa per gli effetti sulle famiglie con gli aumenti in bolletta e dei prezzi dei beni di consumo, ma anche sulle attività economiche italiane. Governo e Parlamento già dall'inizio dell'estate hanno risposto attraverso provvedimenti d'urgenza che hanno impegnato ingenti risorse per avviare una riduzione dei prezzi. La situazione congiunturale però dei mercati dei prodotti energetici sembra restare orientata a costi in forte aumento anche per la prima parte del 2022. Particolare attenzione va anche rivolta al costo del gas per autotrazione, circa un milione di autovetture, mezzi pesanti e autobus; autoveicoli appartenenti spesso a famiglie di reddito non elevato e in difficoltà.

Ricordiamo che le piccole e medie imprese, gli artigiani e i piccoli imprenditori pagano il prezzo più alto dell'elettricità nell'Unione europea e non beneficiano di meccanismi di riduzione costi per tutelarne la competitività. Chiediamo al Governo se intenda proseguire nell'azione di sostegno alla competitività del sistema produttivo italiano, con specifico riguardo alle piccole e medie imprese e alle famiglie in presenza di perduranti rialzi dei costi energetici, e quali misure, anche strutturali, intenda adottare dopo i recenti interventi transitori sugli oneri di sistema.

 

ROBERTO CINGOLANI, Ministro della Transizione ecologica. Grazie, Presidente. Osservo in primo luogo che si tratta di un fenomeno che purtroppo sta interessando un po' tutte le economie principali, e in primis quelle europee; quindi effettivamente è un problema di portata molto ampia. Con particolare riferimento all'aumento del prezzo del gas, vorrei evidenziare che le dinamiche del prezzo subiscono un'influenza molto forte per via di una serie di fattori sia strutturali che congiunturali, i quali a loro volta producono su scala internazionale effetti importanti, che comportano un elemento di forte volatilità. A questa volatilità sono esposti Paesi come il nostro, che hanno un'importante dipendenza da fonti estere. Giusto per ricordare i numeri, l'Italia utilizza 73 miliardi di metri cubi di gas all'anno, ma ne produce internamente meno di 5, circa 4,5. Quindi è chiaro che abbiamo una dipendenza molto forte.

Dopo alcuni cali di prezzo che si sono verificati dall'aprile 2020, in parte dovuti anche allo scarso utilizzo per via della pandemia, da circa un anno ci sono degli aumenti consistenti del prezzo della materia prima. Le cause di questa impennata sono ascrivibili a fattori diversi, che includono: la riduzione delle quantità rifornite dai Paesi produttori verso l'Europa, che vanno più a beneficio dei Paesi ad Est; i bassi livelli di stoccaggio nei siti europei, dovuti all'inverno di lunga durata; la decisa ripresa dell'economia, che comporta una grande richiesta di energia; ritardi nell'autorizzazione a esercire nuovi metanodotti di importazione; determinate forme di distribuzione che incidono sul mercato interno.

Al fine di mitigare l'impatto di questo complesso di fattori sui costi delle forniture sui cittadini e sulle imprese il Governo è intervenuto con due decreti di urgenza, in particolar modo per salvaguardare dagli aumenti dei costi i soggetti più esposti e maggiormente vulnerabili. Trattandosi di un fenomeno che riguarda l'intero sistema economico, purtroppo va affrontato in modo coordinato e urgente a livello europeo. In particolare, ci sono iniziative in corso che intervengono su alcuni aspetti cruciali del funzionamento del mercato del gas e gli strumenti che la Commissione europea ha in preparazione per far fronte alla crisi dei prezzi, che riguarda tutte le categorie di utenti e, di fatto, ogni possibile utilizzo dell'energia. Da questo punto di vista le assicuro che l'Italia sta partecipando attivamente a tutti i tavoli ai Consigli europei.

Tenga conto che il 6 ottobre abbiamo avuto una ministeriale di tutti i ministri coinvolti a livello europeo in Lussemburgo e ne è stata chiamata proprio ieri una straordinaria il 26 ottobre per cercare di andare a convergenza sul problema prima possibile. In sede europea si rappresenterà che l'obiettivo di sterilizzare gli aumenti per tutte le categorie produttive e sociali richiederà molte più risorse di quelle finora rese disponibili, esortando ad agire non solo sugli effetti dell'aumento dei costi dell'energia, ma anche sulle relative cause attraverso un ulteriore rafforzamento dei meccanismi del mercato europeo. Per quanto riguarda, in particolare, il settore dell'autotrazione, rappresento che la componente fiscale che incide maggiormente sul prezzo finale di tale carburante è proprio l'IVA, mentre l'incidenza dell'accisa in questo caso è minore, ha pochi margini di manovra. Infine, la situazione che si sta delineando rende necessaria un'accelerazione sulla cantierizzazione delle missioni e dei programmi che compongono il PNRR, ed in particolare sulle misure che riguardano le energie rinnovabili.

Lì dobbiamo veramente andare veloci e speriamo che alcuni segnali che in questo momento sembrano essere un po' in controtendenza vengano prontamente risolti. Tutto quello che le ho detto è stato fatto presente già in sede europea e il 26 ne riparleremo.

GIANLUCA BENAMATI. Grazie, Presidente. Ringrazio il Ministro per la risposta. È chiaro che l'europeizzazione di questo problema è senza dubbio positiva, però, facendo riferimento ai fattori internazionali che venivano così ampiamente citati, è chiaro che questi fattori li vediamo ancora ben attivi e presenti, avendo anche l'inverno alle porte. Vediamo gli effetti sulle famiglie, vediamo i primi effetti sui settori produttivi, che stanno arrestando alcune produzioni. Quindi siamo assolutamente d'accordo con alcune indicazioni che dava il Ministro, che sono molto importanti. Continuare a operare sulla revisione degli oneri, magari anche utilizzando la fiscalità, perché questo è un tema Paese più che un tema consumatori, utilizzare gli extra proventi delle aste CO2 per sostenere le famiglie, i clienti fragili, tenere la competitività dei grandi produttori ad alto consumo energetico, tutelare le piccole e medie aziende è qualcosa che va fatto nel prossimo futuro.

Però riteniamo anche, signor Ministro, che quanto lei diceva, cioè attuare veramente il PNIEC e il PNRR con la penetrazione delle rinnovabili, con il rafforzamento degli accumuli, ancora troppo deboli, rafforzare le politiche di stoccaggio, in Italia peraltro molto positive, portando il tema anche a livello europeo, anche con un'acquisizione magari europea di materia prima, siano elementi estremamente importanti. Vorrei richiamare il fatto che l'Italia ha anche la possibilità di aiutare l'Europa sulla diversificazione, per quanto riguarda il gas, delle fonti di approvvigionamento. Il TAP è l'ultimo in ordine di apparizione sullo scenario di elementi che danno sicurezza energetica all'Europa.

In questo, probabilmente, anche le aziende pubbliche italiane del settore potrebbero tornare, in quota parte, ai contratti a lungo termine, che possono stabilizzare meglio i prezzi. Quindi, invece di essere l'ultimo anello della catena di fornitura della Russia, il primo anello della catena di fornitura dal Sud del mondo. Noi, signor Ministro, e concludo, crediamo che il Governo si debba impegnare per non compromettere la ripresa così forte in atto e per garantire ai cittadini una transizione energetica e ambientale giusta ed economicamente sostenibile per tutti.